Live At Joan’s

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DDYGG e’ un quintetto attivo sulla scena newyorkese. E’ difficile definirlo un gruppo vero e’ proprio e gli stessi componenti del gruppo preferiscono piu’ considerarsi un ‘esperimento’ o un evento sempre diverso. Ricchezza di idee e suoni del futuro.
Live at Joan’s e’ stato registrato dal vivo nel luglio del 2001 nell’immenso spazio industriale di Brooklyn. Ma la prima impressione e’ che non sia un vero concerto dal vivo. Piuttosto un modo per testare acusticamente un luogo. O la creativita’ del gruppo in quelle condizioni. In questo caso il concetto di sperimentazione non riguarda piu’ prettamente il dato musicale, ma tutto il contesto in cui la musica viene concepita e ascoltata.
La loro musica combina le vibrazioni del free jazz con il rigore della musica da camera. Il loro e’ un impasto ben fatto di arte improvvisativa e disciplina compositiva.
Se “Rhound Things III” comincia con un controllato assolo di chitarra di Khabu Doug Young, che confluisce in una fluttuante melodia che strizza l’occhio ai Weather Report, in “The Princess” il gruppo rivela le sue ottime qualita’. Michael McGinnis al clarinetto e al sax, Brian Drye al trombone e Matt Glassmeyer con un clarinetto contralto amplificato riprendono la linea melodica, con Young che continua a ‘fluttuare’ intorno a loro. Fino a quando McGinnis non si lancia in un sentito assolo, seguito dalla batteria di Mark Dodge, incisiva e potente. Alla fine il pezzo sale di tono con la ripresa del tema. Decisamente un pezzo ben costruito. Altro pezzo davvero interessante e’ “Good Guys, Bad Guys”, i dieci minuti finali del CD. Il pezzo comincia con un atmosfera quasi da banda, una costruzione che parte lentamente, poi si modifica con un incessante crescendo, come se i musicisti fossero ‘avversari’ che si studiano. Finche’ tutte le loro schermaglie non si dissolvono nel silenzio. La costruzione e’ molto evoluta e originale, cosi’ come l’impasto sonoro ottenuto.
Cosi’ come tutta la nuova generazione di musicisti newyorkesi, anche i nostri, essendo esposti a una grande molteplicita’ di stili, sono in grado di possederli e di passarci attraverso, mescolandoli nuovamente e una volta ancora, tanto da generarne di nuovi, sintesi dei precedenti ma assolutamente originali. I DDYGG sono uno degli esempi piu’ eclatanti di questo. A loro bisogna guardare, ad esempio, per scorgere la nuova evoluzione del jazz e i nuovi orizzonti verso cui la musica si sta dirigendo.


Musicisti:
Khabu Doug Young, chitarra
Mark Dodge, batteria
Michael McGinnis, clarinetto, sax tenore, sax soprano
Brian Drye, trombone
Matt Glassmeyer, clarinetto contralto amplificato


Brani:
01. Preyland (Drye) – 7:29
02. Rhound Things III (Young) – 3:33
03. The shepherd and (McGinnis) – 5:18
04. The princess (McGinnis) – 7:07
05. 63 million light years is a long way (Glassmeyer) – 7:33
06. Thank, James (DDYGG) – 3:46
07. Dodge’s Drye Young Glass of Ginnis (DDYGG) – 10:34
08. Good Guys, Bad Guys (Glassmeyer) – 10:19


Links:
NCM East Records:
www.ncmeast.com

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