Con “Indifferent Rivers Romance End” i Wreck And Reference si auto-sorpassano a destra per poi abbandonare la strada maestra. Che il duo di Sacramento fosse un’anomalia da tenere d’occhio era chiaro fin da quando recensimmo “No Youth”. Il successivo “Want” (2014) era brillantemente riuscito a fare di meglio (o peggio, dipende da cosa vi buttate dentro le orecchie) per cui non era affatto scontato pretendere di più. Al contrario “Indifferent Rivers Romance End”, terzo titolo griffato The Flenser, ci offre un sabba sonico irresistibile e un progetto in perpetua evoluzione. Pura scienza dell’incubo, il disco declina un sound che è “post” di ogni tendenza estrema. Dieci tracce dove la qualità della scrittura converge addirittura verso il psicodramma melodico di agonie sinfoniche quali Powders, The Clearing e Liver, erette sul paradigma di un’angoscia infinita, quasi paralizzante.
Le atmosfere e le soluzioni restano sempre varie e inclassificabili, perfette e complete rispetto all’esiguità dei mezzi utilizzati (una batteria e un campionatore Korg neanche di ultima generazione), interpolati da una voce capace di passare da stati di quieta paranoia e follia ad attacchi di brutale isteria. Laddove il cerimoniale dark di Flight But Not Metaphor si tramuta nel marziale allarme gutturale di Ascend (Nine Inch Nails e In The Nursery in salsa doom-grind), il contrasto tra l’ansiogena cupezza di Modern Asylum e il claustrofobico crescendo di Manifestos penetra doloroso nella corteccia celebrale dell’ascoltatore, inchiodato alla fine, senza scampo, sopra un raffinato tavolo della tortura dall’atroce e sadica alienazione di Languish e Unwant.
Voto: 8/10
Genere: Post Metal / Experimental Dark Ambient / Industrial-Noise
Musicisti:
Felix K. Skinner – lead vocals, samples,
Ignat Frege – drums, vocals
Brani:
01. Powders
02. Flight But Not Metaphor
03. Ascend
04. The Clearing
05. Liver
06. Modern Asylum
07. Manifestos
08. Bullwhips
09. Languish
10. Unwant
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