Questo disco – pubblicato dalla CAM Jazz nel settembre 2005 – viene da molto lontano, in particolare dal vecchio amore di Maria Pia De Vito per la cantautrice canadese Joni Mitchell e dalla familiarità che hanno da sempre con la forma canzone i tre musicisti che ne costituiscono la sezione ritmica, ovvero Danilo Rea, Enzo Pietropaoli ed Aldo Romano.
Concepito un pò di tempo fa, quindi, questo disco, nel senso che si ha l’impressione che Maria Pia De Vito avesse in mente cosa fare già da molto, e segnali in tal senso ne aveva dati.
Se, ad esempio, negli anni passati vi fosse capitato di far girare in sua presenza un cd del 1982 come Wild Things Run Fast, l’avreste certamente sentita cantare tutti, ma proprio tutti, i versi del brano d’apertura di quel disco, “Chinese Cafe”, e sareste rimasti forse colpiti dalla cosa (col senno di poi certamente no).
L’aver concepito un omaggio non solo con quelle che in altri ambiti sarebbero definite cover, ma accostando alle canzoni di Joni Mitchell composizioni originali che ben si conformano a quelle dimensioni musicali, era qualcosa di ben radicato nella De Vito, visto che quando il trombettista Dave Douglas presentò il suo cd Soul on Soul come un omaggio alla pianista Mary Lou Williams inserendo anche brani propri, Maria Pia disse che era quella la maniera in cui le sarebbe piaciuto realizzare un tributo musicale.
Se poi guardiamo ancora indietro nel tempo – una quindicina d’anni fa circa – il progetto dei new standards (sul quale Maria Pia De Vito e Rita Marcotulli lavorarono alacremente prima di dar vita a Nauplia) vedeva la rielaborazione di brani di ambito pop/rock, per cui se prima si era rivolto lo sguardo a musicisti come Sting e Gino Vannelli, arrivando fino a Frank Zappa, ci verrà semplice comprendere il perchè di un episodio musicale come So Right, così diverso dai precedenti ma così coerente con un percorso artistico divenuto ormai lungo e prestigioso.
E così, senza preoccuparsi più di tanto di stare ad eseguire canzoni, Maria Pia De Vito, Danilo Rea, Enzo Pietropaoli ed Aldo Romano – musicisti le cui lodi evitiamo di tessere ulteriormente in questa sede – (ri)propongono delle autentiche melodie riuscendo comunque a ritagliarsi dei momenti solistici/improvvisativi che portano senza ombra di dubbio queste canzoni sulla sponda del jazz.
Due brani ci paiono particolarmente significativi in questo lavoro.
“Woodstock”, si proprio quella canzone, quel brano-icona che ha accompagnato i movimenti giovanili nei primi anni Settanta e che qui viene letteralmente stravolto nel trattamento del tempo – lentissimo nella versione originale, serratissimo qui.
“Little Bird Blue”, composta da Maria Pia De Vito e Danilo Rea, canzone che mostra come, volendo, questi musicisti riescono anche a confezionare egregiamente canzoni, facendolo molto meglio di quanto non facciano molte avvenenti donnine straniere che cantano con vocine tutte uguali, venendo di volta in volta presentate come il fenomeno dell’anno, del secolo o del millennio – per poi svanire nel nulla nel giro di pochi anni.
Da segnalare anche “Amelia” e “A Case Of You” (per la loro “vicinanza” agli originali) nonchè quella personalissima digressione che la De Vito realizza con “Miskin”.
Musicisti:
Maria Pia De Vito, voce
Danilo Rea, pianoforte
Enzo Pietropaoli, double bass
Aldo Romano, batteria
Brani:
01. Amelia (Mitchell) – 5.27
02. All I Want (Mitchell) – 4.30
03. Little Blue Birds (De Vito / Rea) – 5.09
04. So Right (De Vito / Pietropaoli) – 5.19
05. God Must Be A Boogie Man (Mitchell) – 5.14
06. River (Mitchell) – 6.14
07. Harlem In Havana (Mitchell) – 4.38
08. Since Your Love Died (De Vito / Pietropaoli) – 3.01
09. Woodstock (Mitchell) – 5.41
10. Miskin (De Vito) – 4.51
11. A Case Of You (Mitchell) – 8.15
12. The Sweetest Medicine (De Vito / Rea / Pietropaoli / Romano) – 2.59
Link:
CAM Jazz: www.camjazz.com