¡30!

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Davvero poche e sulle dita di una mano le formazioni che possono vantare il traguardo dei trent’anni di attività sulla scena internazionale del jazz. Paolo Fresu è però personaggio dei traguardi e delle imprese fuori dal comune (come non ricordare quella dei “50 anni suonati”) e a fronte di innumerevoli collaborazioni, progetti, incisioni e concerti che continuano ad accavallarsi e a sovrapporsi è riuscito a tenere sempre viva, attuale e interessante questa sua straordinaria creatura. Una comitiva di cinque amici e brillanti professionisti che quantunque lontani geograficamente e occupati a tempo pieno da altri impegni non mancano mai di ritrovarsi per gli appuntamenti importanti. Trent’anni sono passati dalla nascita della band che nel 1985 esordiva sulla scena con “Ostinato”, album che a pensarci bene si fregiava di un titolo quasi preveggente della vitalità e della tenacia creativa del progetto di cui ancora oggi stiamo qui a raccontare.

 

“¡30!” è un disco esemplare delle tante facce e forme sonore che nel corso degli anni il quintetto ha saputo esprimere e veicolare attraverso una produzione discografica che, da par suo, ha avuto il raro pregio di accogliere, condividere e sviluppare il contributo creativo di ognuno dei suoi membri (ricordate i cinque album Blue Note, usciti tra il 2004 eil 2007, dove, a turno, ogni componente vedeva tutti i suoi spartiti suonati e interpretati dagli altri?). In parte ciò riaccade in misura variabile anche nella tracklist del nuovo album, nel senso che su dodici brani originali, Tino Tracanna, Roberto Cipelli, Attilio Zanchi ed Ettore Fioravanti ne firmano due a testa mentre Fresu “tiranneggia” giustamente con quattro. Uno funge invece da compromesso e da zona neutrale, essendo un riarrangiamento del celebre motivo operistico seicentesco When I Am Laid In Heart tratto dal “Dido And Aeneas” dell’inglese Henry Purcell.

 

Dal punto di vista timbrico e coloristico le composizioni si caratterizzano per una programmatica alternanza di delicata introspezione atmosferica e vibrante asserzione ritmica. L’iniziale Chiaro ha un incedere limpidamente armonico e un motivo chiave maledettamente accattivante, di quelli che si stampano fissi in mente e che puoi anche canticchiare. È il primo sublime sigillo di Fresu che si conferma cesellatore lirico di prim’ordine, capace di coniugare l’eternità del verbo davisiano con una goccia sottilmente chill out instillata dai rintocchi del piano e delle tastiere di Cipelli. Di lui segue a ruota il mood ricercato, espanso nel gioco dei silenzi, del contrappunto e della rarefazione delle note di Till The End mentre Perspective From The Train arremba sul ritmo e su un deciso aroma electric-jazz in punta di fusion, sparigliato dall’entrata e dall’uscita di tromba e sassofono nel momento in cui cessano di fondersi per volumizzare la linea melodica. Tracanna è l’autore e il conduttore al tenore di Trenta giorni, brano breve ma viscerale e intenso nel suo mood serenamente notturno.

 

Con Fresu al timone Trasparente rivela la sua duplice personalità espressiva, divisa tra una prima parte pacata e preziosamente struggente ed una seconda che abbraccia a sorpresa un ritmo quasi caraibico, decorato dalle percussioni e dai bagliori delle tastiere. Aquile di Fioravanti si riconosce invece nel filone della migliore tradizione italiana della ballad jazzistica, sottolineata dalla serica discorsività del soprano di Tracanna e del flicorno di Fresu. Quest’ultimo ritorna con la toccante poesia e rilassante intimità di Giallefoglie, altra ballad magistrale che va a tenere in buona compagnia la sensuale e sommessa malinconia di Words Of Wisdom di Zanchi e la quasi speculare Colibrì di Fioravanti. Al flicorno Fresu piazza un altro colpo vincente con il bel tema armonico di Scuro, giocosamente aperto e concluso da una starnazzante paperella e poi avvinghiato ad una crepuscolare cadenza ritmica che ammicca al tango argentino. Ancorati rispettivamente all’estetica del Davis elettrico e alla sincretica lezione jazz fusion dei Weather Report, Gufo (Tracanna) e GoGo B. (Zanchi) sono, infine, gli episodi più dinamici ma anche quelli un po’ più manieristici e deboli della raccolta. Sicuramente renderanno meglio durante i concerti perché si sa, il quintetto di Paolo Fresu è come una fenomenale bottiglia di champagne che rivela tutta l’effervescenza del suo pregiato perlage soprattutto quando agisce e si assapora dal vivo.

 

 

 

 

Voto: 7,5/10

Genere: Contemporary Jazz / Modern Jazz

 

 

Musicisti:

Paolo Fresu – trumpet, flugelhorn, electronics
Tino Tracanna – soprano sax, tenor sax
Roberto Cipelli – piano, electric piano, keyboards
Attilio Zanchi – double bass
Ettore Fioravanti – drums, percussion

 

 

Brani:

01. Chiaro
02. Till The End
03. Trenta giorni
04. Perspective From The Train
05. Trasparente
06. Aquile
07. Giallefoglie
08. Scuro
09. Gufo
10. When I Am Laid In Heart
11. Go Go B.
12. Words Of Wisdom
13. Colibrì
14. The Old Way [iTunes Bonus Track]

 

 

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