NOTE E POESIA: FABIO CONCATO sul palco del BLUESTONE

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“Era il tempo in cui cominciavo a sentire musica, ascoltavo un signore che aveva una voce cosi’ (…) e riempiva la stanza di note e di poesia”. Quel signore che cantava era Fabio Concato, questa la canzone a cui ho pensato entrando al Bluestone questa sera, vedendo quell’uomo sorridente che si aggirava per il locale affollato come un qualsiasi cliente, per poi raggiungere il microfono da dove deliziera’ il pubblico che ha riempito ogni angolo della sala. E quella canzone “Gigi” poi faceva cosi’: “e’ un bel lavoro fare musica sempre in giro, come adesso che sto a Napoli, se vedessi quanto affetto, non lo immagini, e’ una festa, e poi sentissi come cantano”… ci accorgiamo che la recensione Concato se l’e’ gia’ fatta da solo.

I soliti occhiali scuri, ben coperto per paura di malanni, e soprattutto il sorriso e l’ironia sono il mix vincente di uno dei piu’ intensi cantautori italiani. Perche’ chi sceglie di far musica con eleganza e discrezione, per chi sceglie di essere presente nel sociale ma meno o affatto sullo schermo, per chi sceglie di “non essere registrato” come ci dice, e’ una bella soddisfazione vedere tanta gente che e’ venuta ad ascoltarlo, forse perche’ quel signore ha accompagnato con le sue note e con le sue dolci e poetiche parole tanti viaggi ,magari in macchine scassate e con un mangianastri d’annata,tanta vita, ed ha saputo essere profondamente malinconico e scanzonato, impegnato e innamorato, un pò come tutti noi.

 “Un fiore e una stella” apre la serata seguito da “O bella bionda” (entrambe da Blu del ’96) nel suo stile inconfondibile di “giullare” garbato e cortese annuncia l’uscita del suo nuovo lavoro discografico a meta’ del 2010, dicendo che anche se non si vede piu’ tanto in giro non ha mai smesso di scrivere canzoni.

E non smentisce le sue origini cabarettistiche (lo ricordiamo nel ’74 ai suoi esordi milanesi con il gruppo i “Mormoranti”) intrattenendo il pubblico per piu’ di 10 minuti per i soliti problemi audio, e addirittura promettendo di farci ascoltare una nuova canzone … bhe’ dopo aver annunciato l’uscita del nuovo disco ci si aspettava tutti almeno un’anteprima ed invece intona la dolcissima “E ti ricordo ancora” (da Fabio Concato del 1984) e il pubblico lo segue nel canto dimostrando, non a torto, di non averlo mai dimenticato in tutti questi anni.

E ricordate poi quel brano famoso per la presenza, allora, di Jose Feliciano? Certo, e’ ” Mi innamoro davvero” (da Fabio Concato del 1999) che qui ci canta egregiamente anche da solo subito seguita da “Tienimi dentro te” (da Fabio Concato del 1984).

Ma anche per uno come Concato, che dimostra di aver scritto ogni suo brano col cuore oltre che per doti di bravura e tecnica, esistono delle creazioni musicali che ama piu’ di altre, piu’ “in linea col mio spirito” – dice – come questa ” Buona notte a te” (da Fabio Concato del 1999).

In “Canto” (da Fabio Concato, 1982) ieri come oggi, senza farsi turbare dallo stress della notorieta’, del mercato discografico, trasmette quella serenita’ quasi travolgente , una genuinita’ che non nega lo spessore musicale, un brano carico di swing grazie a bravissimi musicisti che da anni lo seguono nel suo percorso musicale, come l’applaudito assolo di piano di Ornella D’Urbano.

“E’ festa” (da In Viaggio, 1992) con quelle parole cosi’ chiare, sobrie, essenziali, familiari, che appartengono al mondo di tutti, che raccontano di amori semplici, intensi, amori che nascono, che crescono, della gioia di un sorriso, di uno sguardo o forse anche di un’illusione.

Prosegue con l’attesa ” Domenica Bestiale” (da Fabio Concato, 1982) , gli applausi sono quasi scontati dopo il coro caloroso, e quindi, “minacciando” di aver appena finito il primo tempo del concerto che probabilmente “durera’ fino alle 4 del mattino” – dice – ci fa ascoltare una canzone molto intensa come “Troppo vento” (da Scomporre e Ricomporre, 1994).

Ci ripropone il brano con il quale si era accaparrato l’attenzione dei critici e la possibilita’ di pubblicare un nuovo album ossia l’ironica e sempreverde , anche se scritta nel ’77 ,”A Dean Martin” e prosegue scanzonato con “Il caffettino caldo” (da In viaggio, 1992),”Sexy Tango”,”Guido Piano” e “Fiore di Maggio” (da Fabio Concato, 1984).

E mentre finge di salutare, o meglio di fare un break, intona la canzone dalla quale siamo partiti che’ qualcuno storpiandone il titolo come al solito l’aveva chiamata “Gino” e che in realta’ e’ “Gigi”(da Giannutri, 1990). “Ma in fondo non e’ mica la prima volta” – ci dice – “Domenica Bestiale” divento’ “Domenica, maledetta Domenica”, oppure “Fiore di Maggio” divento’ “Il gabbiano di Maggio” , “E ti ricordo ancora” muto’ in “Ti rimembro ancora”e il massimo davvero “Guido Piano” si trasformo’ in “Quinto piano”!

Ma i successi continuano con “Rosalina” (da Fabio Concato, 1984) ovviamente accompagnata da un caloroso battito di mani.

La serata si conclude con una piacevole malinconia, una canzone che non manca mai nel suo repertorio, una promessa fatta, “051222525” un numero che chissa’ quanti di voi avranno provato a fare in seguito, e che apparteneva alla vecchia sede bolognese di Telefono Azzurro e che ora forse appartiene a qualcun altro, per cui meglio non provare a richiamare!

Note e poesia questa sera al Bluestone, autore l’applauditissimo Fabio Concato, e se il jazz si legge “non e’ solo musica ma anche un modo di stare al mondo” noi di Soundcontest non potevamo perderci certo la filosofia e l’unicita’ di un cantautore cosi’.



Bluestone di NAPOLI, 13 ottobre 2009

Fabio Concato (voce e chitarra)
Larry Tomassini (chitarre)
Stefano Casali (basso)
Gabriele Palazzi (batteria)
Ornella D’Urbano (piano e tastiere)

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