Good Day For Cloud Fishing

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“Good Day For A Cloud Fishing”, nuovo album del sempre sorprendente clarinettista statunitense Ben Goldberg, s’innesta con sottile eleganza nella lunga tradizione e consuetudine che vede interagire tra loro jazz e letteratura. In questo specifico caso la suggestione musicale scaturisce da un originale esperimento basato sulla produzione e sulla presenza in sala d’incisione del poeta Dean Young, personaggio i cui versi hanno mosso e infiammato la fantasia creativa di Goldberg.

 

Coadiuvato dal trombettista Ron Miles e dal chitarrista Nels Cline (coppia che non abbisogna di presentazioni), il clarinettista ha quindi spinto in studio il poeta con la sua macchina da scrivere, stabilendo con esso un reciproco e affascinante dialogo creativo. In pratica ognuna delle dodici tracce originali (tutte firmate da Goldberg) è nata ispirata da altrettante composizioni scelte fra quelle già scritte e pubblicate da Young. Una selezione tenuta appositamente anonima da Goldberg al suo autore che, per ogni singolo brano musicale, attentamente ascoltato in cuffia a registrazione avvenuta, ha poi preso ispirazione per scrivere una nuova composizione in versi. Rivolte invece a solleticare la curiosità e l’immaginazione dell’ascoltatore (dandogli così evidenza dei rispettivi risultati prodotti), dodici cards incluse nell’album rivelano sul lato “Entry” la poesia originale di partenza scelta dal clarinettista e sul retro “Exit” quella nuova ideata dal poeta.

Da questa mutua circolarità d’ispirazione e suggestione ne consegue una musica d’ampio spettro stilistico, libera di attingere da un po’ ovunque sebbene molto più sbilanciata su modelli espressivi e prassi tecniche di stretta attualità. La scelta di prescindere da una tradizionale sezione ritmica non inficia affatto sulla valenza dinamica del repertorio. Al contrario, la saettante fluidità del fraseggio di Goldberg trova una sponda perfetta nelle guizzanti serpentine di tromba e chitarra elettrica ordite dai suoi partner. D’altronde Ron Miles e Nels Cline palesano con il leader un’intesa perfetta, già rodata in passato tra le fila dell’ensemble chiamato ad operare nell’ambizioso e più complesso “Morphic Machine” (2015), altro concept album poetico-letterario che tributava omaggio a “Summa Lyrica” di Allen Grossman.

 

Al mood cameristico, lirico e introspettivo del trittico iniziale (Demonic Possession Is 9/10ths The Law, Parthenogenesis e Phantom Pains) l’album alterna i toni più spediti e armonicamente dinoccolati di A Rhythmia (imperniata su aspri twang di chitarra à la Marc Ribot), le sfaccettature ora terse ora crepuscolari di Corpse Pose e la laminata sperimentalità dream-ambient di Ant-Head Sutures e Sub Club Punch Card. Il meglio è però in fondo alla scaletta, laddove il trio sfodera la sua mossa a sorpresa con Surprised Again By Rain, nove minuti che vedono una fragile e splendente melodia risucchiata da un surreale e sempre più asfissiante gorgo di rumore.

 

 

 

Voto: 7/10

Genere: Contemporary Avant Jazz / Creative Poetry-Music

 

 

Musicisti:

Ben Goldberg – Bb clarinet, contra-alto clarinet

Ron Miles – trumpet

Nels Cline – electric guitar

Dean Young – typewriter

 

 

Tracklist:

01. Demonic Possession Is 9/10ths the Law

02. Parthenogenesis

03. Phantom Pains

04. A Rhythmia

05. Corpse Pose

06. Because She Missed a Test, She Introduces Me to Her Boa

07. Reality

08. Sub Club Punch Card

09. Ant-Head Sutures

10. Someone Has to Be Lowered into the Whale Skull for the Ambergris

11. Surprised Again By Rain

12. An Ordinary Day Somewhere

 

 

Links:

Ben Goldberg

Pyroclastic Records