Appena conclusa l’XI edizione del festival a Lacco Ameno

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È appena calato il sipario sull’undicesima edizione di Piano e Jazz, il festival della musica di qualità di Lacco Ameno, sull’isola d’Ischia.

 

Dal 30 agosto al 3 settembre, cinque giorni di note ad altissimo livello, realizzati grazie alll’organizzazione sinergica tra Umbria Jazz ed il suo direttore artistico, Carlo Pagnotta, e Giancarlo Carriero, patron dell’Hotel Regina Isabella, insieme a Tony Conte.

La location dei concerti è stata l’auditorium Leonardo Carriero, un’accogliente sala dall’ottima acustica, arricchita dall’apporto scenografico di Bruno Garofalo: luci colorate ad abbellire le colonne, con allestimenti decorativi in legno e foto in bianco e nero dei grandi jazzisti che personalizzano efficacemente l’ambiente.

Apertura alla grande il 30 agosto con i Doctor 3: Danilo Rea al pianoforte, Enzo Pietropaoli al contrabbasso e Fabrizio Sferra alla batteria.

Si è trattato di una – ottima, n.d.r. – sostituzione last minute poiché, a causa di incidenti domestici, occorsi sfortunatamente ad Enrico Rava ed a Gino Paoli che erano originariamente previsti in cartellone con Rea, i due non hanno potuto esibirsi come annunciato.

I Doctor 3 hanno iniziato a suonare insieme nel 1997 e Pietropaoli ci spiega che, occasionalmente, una o due volte l’anno, si ritrovano per qualche concerto insieme: ci propongono un eterogeneo repertorio di brani della canzone classica, rock e pop, riletti efficacemente in chiave jazz. Ed aggiunge che questo è un gruppo che non morirà mai, perché sempre vivo ed emozionante come i brani che propongono e dei quali non ci svela i titoli, perché la sorpresa sia di maggior effetto.

Ci deliziano così con Grande Grande Grande di Mina, passando per Come Together dei Beatles; ed, ancora, ci regalano belle note Brazil con l’ammiccante Que Sera’ Sera’. Ed ecco quindi Moon River, dalla colonna sonora del film Colazione da Tiffany e poi Et Maintenant di Gilbert Becaud, dapprima dolce e poi sempre più cadenzata fino ad una esplosione di suoni finale.

E così, passando da Mascagni ad Elton John, senza tralasciare le divertenti Maramao Perché Sei Morto? e Cam Caminí, non dimenticano di tributare un applaudito e gradito omaggio alla canzone napoletana con Te Voglio Bene Assaje.

 

Il 31 agosto abbiamo l’occasione di applaudire il Sergio Cammariere Trio, la formazione intimistica con cui Cammariere ha mosso i primi passi come cantante, prima del successo sanremese del 2003, che lo consacrò al grande pubblico.

Una sala sold out, accoglie calorosamente Sergio Cammariere al pianoforte e voce, Amedeo Ariano alla batteria e Luca Bulgarelli al contrabbasso; questi ultimi sono definiti da Cammariere stesso come la sua “famiglia musicale”. L’affiatamento di questo trio è palpabile e si percepisce ad ogni nota, mentre scorrono i brani: la strumentale Thomas; la ritmata Sorella Mia, pezzo del 1996 con il quale Cammariere ricorda i 25 anni di sodalizio artistico con l’amico paroliere Roberto Kunstler. Poi arriva il tango di Spiagge Lontane, la dolcezza di Le Porte Del Sogno e la hit sanremese del 2008, L’Amore Non Si Spiega, dedicata da Cammariere all’amico Sergio Bardotti. Alternanza di dolcezza e ritmo con la triade che segue: Per Ricordarmi Di Te, Tempo Perduto e L’Assetto Dell’Airone. Toccante il piano solo, due i brani: Il Pane, Il Vino E La Visione, tratto dalla colonna sonora del film “L’Abbuffata” di Mimmo Calopresti e la soave Le Cose Diverse, un’emozionante e profonda dichiarazione d’amore. E mentre ci scateniamo con il vortice di note di Dalla Pace Del Mare Lontano, ecco Tutto Quello Che Un Uomo, seguita da una seconda versione del brano, cantato in coro all’unisono con il pubblico, che accoglie subito l’invito.

Doppio bis, mentre un entusiasta Sergio Cammariere, rilassato e contento, ci dice che “si sono veramente scialati” durante questa esibizione: dapprima la struggente Via Da Questo Mare, dedicata a Crotone – terra natia di Cammariere – poi il brio di Cantautore Piccolino tra gli scroscianti applausi.

 

Il 1 settembre è di scena il talentuoso Fabrizio Bosso Quartet: una formazione davvero vincente con Bosso alla tromba ed al flicorno, Julian Oliver Mazzariello al pianoforte, Jacopo Ferrazza al contrabbasso e Nicola Angelucci alla batteria.

Un folto pubblico, attento ed appassionato, apprezza e sottolinea con applausi le prodezze di questi ottimi musicisti, mentre si snodano i brani di una sopraffina scaletta: Do You Know What It Means di Louis Armstrong, la meravigliosa The Shadow Of Your Smile di Ella Fitzgerald, la coinvolgente Caravan di Duke Ellington e Mack The Knife di Bobby Darin. Non mancano i graditissimi brani originali, come Minor Mood, Woman’s Glance, Mapa, Black Spirit, scritte dallo stesso Bosso e Goodness Gracious del pianista Mazzariello. I virtuosismi di Bosso ci incantano, il tocco di Mazzariello ci emoziona, le prodezze di Ferrazza ed Angelucci ci conquistano, letteralmente.

Nel bis, l’ultima magia della serata, ci salutano con In A Sentimental Mood di Duke Ellington e John Coltrane, salutata dalla platea con una vera e propria ovazione.

 

Il 2 e 3 settembre chiusura in bellezza con i Funk Off, la marching band di Vicchio di Mugello, che conquista immediatamente il pubblico presente con la sua simpatia e con la sua musica.

Il gruppo ha appena festeggiato i vent’anni di attività artistica, celebrando l’evento sia con l’uscita del loro settimo album, “It’s OK”, sia con un concerto speciale, tenutosi lo scorso giugno nella loro città, con Karima come special guest e con la partecipazione speciale della band norvegese dei Bronnoysund Music Korp, che ha suonato alcuni brani dei Funk Off in una formazione da 35 elementi. Capitanati da Dario Cecchini – che è il leader del gruppo ed anche l’autore di tutti i loro brani – i Funk Off marciano sul Corso Rizzoli di Lacco Ameno: la loro esibizione è seguita da un nutrito e caloroso pubblico, che marcia, balla e risponde alle loro improvvisazioni in maniera attiva e coinvolgente. Anche i commercianti della zona mostrano il loro apprezzamento, offrendo loro delle pause di ristoro ed occasioni per vari brindisi con bollicine, man mano che si incede lungo il percorso.

Brani vecchi e nuovi del loro repertorio vengono salutati dal pubblico presente con applausi, partecipazione ed entusiasmo: Waking Up At UJ, Uh Yeah!, The Funking Been, Otto, It’s OK.

Un’edizione del festival davvero speciale, che ci lascia già in attesa della prossima…