“Destroy All Music” era il titolo-slogan di uno tra i piu’ cacofonici e apocalittici album dei Flying Luttenbachers, cardine programmatico di un golpe letale nei confronti della libera improvvisazione e dell’avant-noise rock senza precedenti nel panorama underground degli anni Novanta. Nel 1995, quando il disco apparve, la famigerata scena “now wave” chicagoana era giusto all’apice della sua popolarita’, ma i Flying Luttenbachers di Weasel Walter, barbaro batterista e polistrumentista (clarinetto, sassofono, basso, tastiere) avevano percorso solo meta’ della strada che li avrebbe condotti alla deturpante operazione di azzeramento e massacro delle logiche retrostanti alle piu’ anarcoidi avanguardie rock e free jazz. La fase topica della brutale missione giunge nel 1997, quando Chuck Falzone (chitarra), Bill Pisarri (basso, violino e clarinetto) e Weasel Walter (batteria, sassofono) costituiscono la terza incarnazione (la piu’ criminale e devastante di altre numerose a seguire) dei Flying Lutthenbachers. Intanto un breve riassunto delle puntate precedenti. Formati a Chicago nel tardo 1991, dal veterano sassofonista Hal Russel Luttenbacher, dal suo allievo Weasel Walter e da Chad Organ (sassofono tenore), i Flying Lutthenbachers esordiscono con il Live At WNUR 2-6-92 (pubblicato su cassetta e poi ristampato nel 1996 su CD dalla ugEXPLODE, label personale di Walter), seguito poi da due EP su 7”, 546 Seconds Of Noise (ugEXPLODE, 1992) e 1389 Seconds Of Noise (UgEXPLODE, 1993). Con la dipartita a miglior vita di Russell (nell’autunno del 1992), Weasel Walter diviene il leader-despota del progetto, libero d’iniziare cosi’ l’ascesa verso le vette dell’inudibile. Nel 1994 Walter assembla un quintetto con Ken Vandermark (clarinetto, sassofono), Chad Organ (sassofono), Jeb Bishop (basso, trombone) e Dylan Posa (chitarra), registrando e pubblicando Constructive Destruction, primo album ufficiale dei Flying Luttenbachers. Nel 1995, con Vandermark che figura solo in meta’ dei pezzi, esce il gia’ citato ed epifanico Destroy All Music. Weasel Walter spinge a questo punto il carrarmato fuori strada, congeda i vecchi compari e assolda Chuck Falzone insieme a Bill Pisarri. Nel 1996 Il trio spara fuori Revenge, l’album che inaugura il rapporto con la Skin Graft, l’etichetta di riferimento della Now Wave chicagoana. L’anno successivo la band giunge finalmente a quel mostruoso parto sonoro battezzato senza peli sulla lingua Gods Of Chaos (UgEXPLODE/Skin Graft, 1997). Con questo lavoro l’epica della distruzione del free jazz e dell’obliterazione del paradigma rock sorge da un baratro postnucleare in cui il rumore si entropizza dentro un magma di decibel e ipercineticita’. La parola d’ordine e’, in questo caso, free noise, ma il messaggio coinvolge dentro anche hardcore, grind-metal e musica industriale. Anche se in tanti hanno chiamato in aiuto modelli quali DNA, Chrome, Mars, Captain Beefheart, Napalm Death, Crisis, Boredoms, God Is My Co-Pilot, Albert Ayler, Borbetomagus e Naked City per spiegare Gods Of Chaos, c’e’ da dire che nella sua intensa brutalita’ il suono dell’album e’ qualcosa di molto piu’ originale, esistenziale e concettuale: discende infatti dall’improvvisazione ma accoglie gli schemi del progressive, s’inerpica con decisione su crinali krauti e metalloidi per poi fluttuare tra stellari galassie sunraniane. Si ascolti, infatti, la struttura e lo sviluppo in chiave di piccola suite dell’iniziale Pointed Stick Variations: rugginose luccicanze space-noise che cedono il posto a marziali pestaggi di batteria e monocordi riff di chitarra, poi il feedback che aumenta la sua intrusione e accompagna, nella foga di un ritmo ormai divenuto squadrato e tellurico, i lancinanti e convulsi fraseggi di un sax contralto. Gli altri brani (i titoli segnalati sono sei, ma in realta’ le tracce indicate dal lettore sono dodici), tutti strumentali, sono l’equivalente musicale di rabbiose manganellate sui timpani. Steeam Of Needles parte con logorante gioco di svisate chitarristiche e possenti scudisciate di batteria, aprendosi infine in un contorto e anarchico puzzle di piatti e piani percossi, puntillismi di basso elettrico e sfregi di chitarra radical free con sarabande rumoristiche di contorno. The Floatation Method e’ un altro rovinoso e snervante scherzo improvvisativo per percussioni, chirurgici assolo di chitarra e tridimensionali effetti di synth. Alien Autopsy e’ un collage di pungente grindcore mozzafiato, atroci lamenti da Gehenna e disordinate geometrie avant rock. Ancor piu’ difficile tener dietro a The Sun Is Bleeding, mastodontica suite di tredici minuti e supremo esperimento di death-free-jazz che centrifuga con incredibile virtuosismo John Zorn, Buckethead, Slayer, Albert Ayler e Frank Zappa. Atmosfere catastrofiche ma piu’ regolari compaiono nella seconda parte di Cryptosporidium, dove un’esteso prologo impro-prog-jazz prende le fattezze di una furente cavalcata speed metal. Capolavoro dell’eccesso e manifesto del “death-jazz”, Gods Of Chaos e’ la chiave di volta per comprendere la grandezza rivoluzionaria e l’ecletticita’ dei Flying Luttenbachers, l’album a cui Weasel Walter non riuscira’ piu’ a dare altri degni eredi nel proseguio della sua folle carriera di serial-killer della musica.
Links:
The Flying Luttenbachers: www.nowave.pair.com/luttenbachers/