Without A Net

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Un ritorno a casa dopo oltre quarant’anni di lontananza impiegati in incredibili avventure, di nuovo li’, tra gli aurei colonnati della Blue Note, adesso consacrati con un disco splendido e anche ben rappresentativo dello stato dell’arte raggiunto da Wayne Shorter insieme ai suoi formidabili collaboratori. Vicino alle ottanta primavere Shorter ha conservato la passione e la liberta’ necessarie a scrivere e a suonare il miglior jazz degno di tale nome: quello elegante e insieme naturale, tecnicamente debordante nelle forme esecutive ed espressive, soprattutto quello che alle piu’ evidenti proprieta’ ritmiche e armoniche non rinuncia ad associare e formulare prospettive innovative utili per inserirsi da protagonista nel dialettico e cruciale dibattito tra tradizione e sperimentazione.


 



In tal senso acquista un preciso significato anche il titolo di quest’opera, Without A Net, perche’ come testimoniano queste nove tracce dal vivo, Shorter e soci effettuano le loro acrobazie “senza rete”, merito anche di una frequentazione professionale ormai decennale, tale da aver reso questo quartetto uno dei canoni piu’ brillanti e stellari nell’epopea del jazz contemporaneo. Tratto da una serie di concerti europei del 2011, il repertorio di Without A Net offre numeri storici come Orbits (incisa con il Miles Davis Quintet nel 1966) e Plaza Real (ripescata in versione acustica dai gloriosi giorni con i Weather Report), sei nuove composizioni originali (tra cui si distinguono soprattutto Starry Night, (The Notes) Unidentified Flying Object e la suite “avant-chamber-jazz” Pegasus eseguita nel 2010 alla Walt Disney Hall di Los Angeles con il quintetto di fiati Imani Winds) piu’ l’immancabile  coniglio dal cilindro dato da Flying Down To Rio, motivo portante e titolo del “musical” che vide debuttare sul grande schermo, nel 1933, la coppia Fred Astaire / Ginger Rogers.


 



A questo avvincente programma Shorter aggiunge un senso di sviluppo melodico che fa dei suoi interventi in assolo (sia al tenore sia al soprano) degli autentici modelli architettonici in chiave musicale, scegliendo come sua abitudine un via originale tra il fraseggio circolare di tipo meditativo e la fiammante scintilla che conduce ad una imperiosa energia collettiva, alimentata dall’inappuntabile classe di Danilo Perez, dall’estrosa verve di John Patitucci e dalla propulsiva fantasia di Brian Blade. In definitiva un gioiello di album, uno di quelli destinati a durare nel tempo, con tutta la dovuta venerazione e ammirazione che l’ultimo Shorter sembra ancora in grado di attirare a se’.


 




Voto: 9/10


Genere: Modern -Avant Jazz


 


 




Musicisti:


Wayne Shorter – soprano sax, tenor sax


Danilo Perez – piano


John Patitucci – double bass


Brian Blade – drums


The Imani Winds


Valerie Coleman – flute # 6


Toyin Spellman-Diaz – oboe #6


Mariam Adam – clarinet  #6


Jeff Scott- french horn  #6


Monica Ellis – bassoon  #6


 


 


 


 




Brani:


01. Orbits


02. Starry Night


03. S.S. Golden Mean


04. Plaza Real


05. Myrrh


06. Pegasus


07. Flying Down To Rio;


08. Zero Gravity;


09. UFO ((The Notes) Unidentified Flying Object


 


 




Links:


Wayne Shorter: www.wayneshorter.com

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