Che classe Kurt Elling!

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E’ lunedì 16 luglio e un cielo, a tratti nuvoloso, ci dà il buongiorno in una Perugia finalmente lambita da un gradevole venticello.
Una passeggiata sul Corso Vannucci, ci consente di imbatterci in diversi artisti da strada, dal repertorio variegatissimo: si va dal coinvolgente country alla più intimista musica brasiliana, dal jazz puro al bel canto.
Ci fermiamo ad ascoltare alcuni brani del gitan jazz degli Accordi Disaccordi, che alternano momenti dall’atmosfera romantica, ad altri più ritmati.
Ci spostiamo verso gli Sticky Bones che conquistano con il loro accattivante swing, abbigliati opportunamente e simpaticamente in stile anni ’50.
Ed ecco incedere i Funk Off, che, tra un brano e l’altro, vengono intervistati oggi per un tg nazionale.
Breve pausa pranzo ed, alle 16,00 ci rechiamo ai Giardini Carducci, dove è on stage il gruppo degli Offset Quartet; italianissimi e finalisti del Conad Jazz Contest, propongono un piacevole repertorio, sospeso tra il jazz ed il soul.
Il Teatro Morlacchi, alle ore 17,00, ospita il progetto Lumina, dedicato alla luce.
L ‘operazione nasce da un’idea del trombettista sardo Paolo Fresu, che presenta i musicisti e ci introduce al concerto.
Fresu, che ha anche prodotto e diretto l’opera, ci parla dei dieci brani contenuti in un disco omonimo del progetto, uscito ad ottobre 2017, edito dalla casa discografica Tuk Music, che lui stesso  ha creato per promuovere la musica dei giovani talenti.
I musicisti sono: Emanuele Maniscalco alla batteria ed all’ harmonium, Marco Bardoscia al contrabbasso ed alla composizione, William Greco compositore e pianista.
Due donne sono state scelte da Fresu per raccontarci la luce: Carla Casarano alla voce e Leila Shirvani al violoncello.
Queste due donne vengono paragonate al raggio di luce che invade una stanza buia, quando si apre una porta e che “è suono ancor prima che sguardo e colore”.
I primi due brani sono eseguiti in quintetto; il terzo – di impronta  sperimentale – in quartetto ed il quarto in trio. Gli elementi della formazione si alternano sul palco, proponendo pezzi di diversa ispirazione, dal puro jazz allo sperimentalismo.
Non mancano eccellenti contributi, come quello di Lella Costa, che ha scritto il pezzo Luce, che chiude il concerto: Paolo Fresu raggiunge il gruppo e si esibisce con loro.
E si trattiene sul palco anche per il gradito bis, suonando tromba e flicorno.
Passando per i Giardini Carducci, non posso non soffermarmi sulla bravura di Rockin’ Dopsie Jr e dei suoi Zydeco Twisters.
Voce graffiante alla James Brown, il musicista di New Orleans si inpone all’attenzione del pubblico con un ricco e trascinante repertorio zydeco, che si traduce in affascinante connubio tra blues e musica tradizionale francese e creola.
Torniamo al Teatro Morlacchi, dove, alle 22,00, approda l’elegante voce di Kurt Elling.
Direttamente da Chicago, Elling si esibisce in una scaletta raffinata condita da una timbrica vocale calda ed avvolgente.
Ha vinto un Grammy ed è una delle più grandi voci jazz della scena internazionale.
Già apprezzatissimo dal pubblico di Umbria Jazz in precedenti edizioni del festival, sia invernale che estivo, ospita sul palco lo special guest Marquis Hill, star nascente della tromba, anche lui nativo di Chicago.
Ottimo l’ensemble che lo accompagna: Stu Mindeman al piano ed organo, John Mc Lean alla chitarra, Clark Sommers al contrabbasso ed Adonis Rose alla batteria.
Tra gli altri, Elling ci regala brani di Jacko Pastorious e di Carla Bley: quest’ultimo pezzo, dice, lo canta ogni sera perché “accende sempre una luce speciale”.
Felice ed emozionato di esibirsi in Italia ed essere presente nel programma di un festival per veri intenditori come Umbria Jazz, sottolinea spesso queste sue sensazioni, fino a culminare in un acclamato e suggestivo bis, accompagnato dalla sola tromba di Hill, durante il quale canta senza microfono: emozionantissimo!
Usciti dal teatro, ci accorgiamo che la pioggia ha fermato la musica by night, ancora prevista nel programma in Piazza IV novembre e nei Giardini Carducci.
Dunque ci ritiriamo, per riposare e sognare la prossima giornata di note che ci attende domani.