UMBRIA JAZZ 2011: da Hiromi a Jamal

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Arena Santa Giuliana, 10 luglio 2011

1  set Hiromi the project trio feat. Anthony Jackson and Steve Smith

2  set Ahmad Jamal

 

E’ stato il pianoforte il protagonista della serata del 10 luglio all’Arena Santa Giuliana di Perugia. Ad aprire il concerto la minuta giapponese Hiromi: energia e adrenalina nella sua piccola figura dall’aria sbarazzina, si e’ presentata sul palco con una delle sue eccentriche acconciature. Le sue dita corrono sulla tastiera mescolando elettronica e echi giapponesi, alternandosi tra il pianoforte e la tastiera, spaziando tra le incisioni vecchie come “Dancando no paraiso”, a quelle nuove come “Voice”; tra gli standard come “I got a rhythm” di Gershwin a la musica classica con la “Sonata per pianoforte N 8” di Beethoven. Le dita di Hiromi picchiano sui tasti bianchi con uno straordinario virtuosismo che sembra caratterizzare le giapponesi e riuscire a conquistare la platea di Umbria Jazz. Sicuramente piu’ ricca di pathos la sua performance rispetto a quello della sua collega Chihiro Yamanaka, Hiromi riesce a trasmettere qualche emozione, ma spesso tutto questo grandissimo e indiscutibile virtuosismo va a scapito di quel sano e ricco trasporto che dovrebbe trasmettere tutta la musica indipendentemente dal genere, dalla provenienza e dallo strumento usato.


Ottimo il dialogo con la sezione ritmica. La batteria di Steve Smith si incastra alla perfezione tra le note del pianoforte in un’intesa che funziona benissimo. Stessa cosa per il bassista Anthony Jackson; il suo strumento a sei corde e’ un motore solido e portante. Spesso i musicisti si lanciano occhiate di intesa e Hiromi, che sorride sempre e fa percepire nettamente il suo divertimento, fa capire che l’interplay e’ perfetto.

La minuta pianista dedica anche un brano in piano solo a quella persona che ha creduto in lei e che nel lontano 2002 la presento’ al pubblico italiano: Amhad Jamal.


Ed e’ proprio con Jamal che prosegue il secondo set dei concerti all’Arena, con il suo gruppo formato dall’ormai ventennale collaboratore James Cammack al contrabbasso, Herlin Riley alla batteria e Manolo Badrena alle percussioni; ma l’eccentrico percussionista aggiunge poco alla struttura finale del gruppo, anche perche’ tutta la carriera di Ahmad Jamal e’ stata caratterizzata dalla formula del trio: e’ un equilibrio perfetto e solido ormai da anni, un elemento in piu’ risulta essere superfluo se non quasi fastidioso. Chiaramente e’ il pianista a dirigere il concerto, ma nel suo stile sono tutti gli strumenti, a rotazione, leader in un perfetto bilanciamento dei suoni e delle parti. Il tocco di Jamal incanta ancora, anche se l’Arena non e’ decisamente fatta per ascoltare piccoli gruppi. Il tempo sembra non aver scalfito minimamente il pianista come invece e’ successo con altri musicisti; i suoi ottantuno anni sembrano non pesargli per niente anche se si sente che non e’ la sua serata, ma tanti anni di concerti e tanta esperienza non fanno scorgere al pubblico che il pianista ha fatto di meglio nella sua vita. Comunque il suo tocco e’ inconfondibile: sfiora la tastiera, le sue note sono ritmo e melodia allo stesso tempo. La platea e’ catturata dalla sua musica: si entusiasma per i suoi soli e per quelli dei suoi collaboratori, sogna su “”Wild is the wind eamp; Sing” e “Swaililihan” in un concerto di circa un’ora e mezzo che Jamal e il suo gruppo regalano alla platea di Umbria Jazz.

Guarda tutte le gallerie fotografiche (a cura di Francesco Truono): PAOLO ANGELI, FRANCESCO BEARZATTI, BERKLEE COLLEGE CLINICS, FLAVIO BOLTRO, ANAT COHEN, CHUCHO VALDES, MATTIA CIGALINI, HAMID DRAKE, B.B. KING, GILBERTO GIL, ROSARIO GIULIANI, AHMAD JAMAL, HIROMI, BRANDFORD MARSALIS, SERGIO MENDES, LIZA MINNELLI, GAVINO MURGIA, DANILO REA, CARLOS SANTANA, ANTONELLO SALIS, SIMONA SEVERINI, TINISSIMA QUARTET, TROMBONE SHORTY

e infine le immagini piu’ bizzare, allegre e “musicali” dalla citta’ del jazz: GIRINGIRO UNO….. DUE …. e TRE!

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