Lo riascolti e ancora non ci credi. Avresti giurato che avessero gia’ dato, i Walkabouts, e te li ritrovi adesso piu’ gloriosi, fieri e ambiziosi che mai. A guidarti attraverso quell’America di provincia che resiste solida a ogni crisi o cataclisma naturale. Che si distende oziosa e misteriosa tra praterie, deserti e monti sotto cieli irreali e sconfinati. Li’ dove sole e polvere crepano l’asfalto di interstatali perse all’orizzonte, passaggio obbligato di uomini e donne che fuggono o ritornano per fare i conti con il loro destino.
È questa America tragica e allucinata, ribelle e generosa che i Walkabouts cantano e suonano in Travels In The Dustland, titolo degno della migliore letteratura e cinematografia sul soggetto. Un album incredibile e portentoso, realizzato dopo sei anni di silenzio dall’ultimo Acetylene, con cui il gruppo di Seattle aveva lanciato un fragoroso segnale di creativo risveglio. Cio’ che adesso stupisce e’ invece la stoffa compositiva di una band straordinaria, capace di scrivere e arrangiare come poche altre sulla piazza dopo cosi’ tanti anni. Che si intreccino o si alternino per conto proprio sono sempre le voci di Chris Eckman e Carla Torgerson a tenere banco con quella loro vena interpretativa unica e poliedrica, capace di affondare nei registri piu’ crudi e inquietanti come in quelli piu’ visionari, malinconici e sentimentali.
Introdotto dallo spleen onirico e nostalgico di My Diviner (ballad elettroacustica dalle tinte sofficemente lisergiche, che sarebbe piaciuta tanto agli Opal quanto a Neil Young) il disco prosegue ed evolve in un irresistibile crescendo di fotogrammi sonori. Il ritmo diventa infatti subito vibrante e aspro con The Dustland, li’ dove pulviscolo e granelli di sabbia si insinuano tra le maestosita’ lisergiche di chitarre, archi e tastiere. Altri dettagli e accessori strumentali quali trombe, piano e violini sono distribuiti con successo ed estrema accortezza nei diversi brani, cosi’ da fornire un discorso armonico ampio e arioso. Le tinte acide e decisamente “paisley rock” di Every River Will Burn, No Rhyme, No Reason e Long Drive In A Slow Machine collidono con la classicita’ piu’ autentica del rock alternativo americano mentre tra le linee sofficemente meste, sospese e dilatate di They Are Not Like Us, Wild Sky Reverly e Horizon Fade serpeggiano magnifici colori folk e country-pop. Aggiungete il pathos “acid garage-rock” di Soul Thief, il tenore austero e limaccioso di Rainmaker Blues e soprattutto la grandiosita’ epica di Thin Of The Air (quasi un brano a’ la Nick Cave e Neko Case in chiave “swamp desert rock”) e avrete la misura di un gruppo tornato improvvisamente necessario e gigantesco.
Voto: 8,5/10
Genere: Indie Rock-Pop
Musicisti:
Chris Eckman – vocals, piano, guitar
Carla Torgerson – vocals, guitar
Paul Austin – guitar
Glenn Slater – keyboards, piano
Michael Wells – bass
Terri Moeller – drums
Brani:
01. My Diviner
02. The Dustlands
03. Soul Thief
04. They Are Not Like Us
05. Thin Of The Air
06. Rainmaker Blues
07. Every River Will Burn
08. No Rhyme, No Reason
09. Wild Sky Revelry
10. Long Drive In A Slow Machine
11. Horizon Fade
Links:
The Walkabouts: www.thewalkabouts.com
Glitterhouse Records: www.glitterhouse.com