The Versailles Sessions

0
7

L’importanza e la specificita’ odierna dell’opera di Murcof, moniker-acronimo sotto cui agisce il quasi quarantenne messicano Fernando Corona, travalica e anzi azzera del tutto le barriere che si frappongono tra linguaggi diversi come l’elettronica, la classica contemporanea, la minimal-techno e la club culture. Mantenendo come costante un taglio infallibilmente colto, Murcof riesce comunque a infondere in ogni suo progetto e prodotto sonoro una sensibilita’ e un colore emotivo sovente assenti nelle produzioni di altri autorevoli scultori di suoni. Ennesima riprova di cio’ e’ questo The Versailles Sessions che prende le mosse da una sonorizzazione per gli effetti luminosi e acquatici della fontana del Jardin du Roi nel regale sito di Versailles, un progetto aurale commissionato all’artista, nell’estate del 2007, dall’annuale festival di luci, suoni e acqua Le Grandes Eaux Nocturnes. Per Murcof l’allestimento ha significato anche un nuovo approccio compositivo (essenzialmente post-produttivo), imperniato sulle basi registrate da un piccolo ensemble di musica barocca e da una mezzosoprano, materiale tagliato e riassemblato da Corona con la classe e la creativita’ che gli sono proprie. Il clima e l’umore generale delle sei tracce cosi’ ricavate oscillano tra serpentine droniche, plumbei clangori paraindustriali e cicliche reiterazioni-sovrapposizioni di parti strumentali o vocali, dando alla fine l’impressione di avere a che fare con una sorta di Blade Runner barocco ancor piu’ inquietante, fosco e apocalittico. In tal senso l’iniziale Welcome To Versailles proietta l’ascoltatore in una dimensione oppressivamente decadente ma anche intergalattica, mentre in Louis XIV’s Demons gli intervalli di silenzio dilatano e amplificano in modo spettrale l’intensita’ timbrica degli stridori della viola da gamba e dei secchi contrappunti del clavicembalo. A Lesson For The Future, Farewell To The Old Days realizza invece un’osmosi estetica tra distanti ere temporali per mezzo di un flusso sonoro liquido ed estatico, che mescola purezza acustica e processi digitali. E se Spring In The Artificial Gardens incorpora con rara maestria la leggiadra eleganza barocca nella quieta tensione della “drone-ambient music” eccezionale e’ il gioco di contrasti innescato nella finale Lully’s “Turquerie” As Interpreted By And Advanced Script, li’ dove il tema allegro e madrigalesco di un flauto interagisce con sorde e covanti cadenze di macchina-motore, minimal beat e digital glitch. Suoni, effetti e rumori che aprono l’immaginazione a paesaggi (qui da definire propriamente “soundscapes”) e vissuti altrimenti improbabili, peculiari di un divenire storico che “fu” e che “potrebbe essere”, perche’ The Versailles Sessions e’ un disco auralmente perfetto e visivamente intrigante anche senza l’apparato scenografico per cui e’ nato, sinceramente consigliato e raccomandato a chi ancora non conosce Murcof e il suo multiforme talento.


 


 


 




Voto: 8/10


Genere: Electronica / Concrete Musique / Contemporary


 


 




Musicisti:


Murcof – electronics, keyboards, laptop


 


 


 




Brani:


01. Welcome To Versailles


02. Louis XIV’s Demons


03. A Lesson For The Future, Farewell To The Old Ways


04. Death Of A Forest


05. Spring In The Artificial Gardens


06. Lully’s “Turquerie” As Interpreted By An Advanced Script


 


 


 


 




Links:


Murcof: www.murcof.com


The Leaf Label: www.theleaflabel.com

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here