Ancora Inghilterra, ancora Londra. “English Graffiti”, terzo album dei Vaccines, sembra lo spot di un nuovo rinascimento brit-rock che avanza riesumando modelli e suoni del passato. Il quartetto londinese non sarà mai ricordato come un gruppo innovativo e fondamentale. Eppure dal frastuono mediatico che ne ha accompagnato l’esordio all’indomani di “What Did You Expect From The Vaccines?” (2011) molte cose sono cambiate. In meglio, dobbiamo dirlo e ammetterlo, se solo pesiamo quanto mette sulla bilancia il nuovo lavoro rispetto ai due precedenti. Lo zampino in cabina di regia di Dave Fridmann (produttore che ha legato la propria fama a nomi quali Flaming Lips, Mercury Rev, Low, Mogwai, Tame Impala e Sleater-Kinney) è stato come sempre determinante e mai scelta fu più indovinata. Il sound di “English Graffiti” stende quando corre e affascina quando rallenta. Inoltre c’è evidenza di organicità e linearità strutturale, anche nell’edizione “deluxe”, che amplia la scaletta con ulteriori tre brani in studio e quattro versioni acustiche di titoli presenti nella tracklist ufficiale.
Tranne che per alcuni colpi ben assestati, la vecchia produzione dei Vaccines non aveva granchè impressionato. Ora, al contrario, la mira del quartetto coglie numerosi centri nel bersaglio. Ad esempio, il poker iniziale è di quelli che meritano una bella pacca sulla spalla. Si va dal tiro punkish fumettistico di Handsome al glamour sci-fi di Dream Lover, dal synth-pop in salsa Duran Duran di Minimal Affection alla chitarrosa adrenalina in chiave Jam di 20/20. Proseguendo il disco entra sempre più sotto pelle con Denial e l’ottima I Want You So Bad, senza dimenticare la ramonesiana e sismica Radio Bikini. Premendo sul sentimentale, la svenevole (All Afternoon) In Love gira il contello nelle sacre stimmate di John Lennon mentre Maybe I Could Hold You esprime un convincente “soul spleen” 2.0. L’album poteva però finire meglio, dato che gli ultimi due pezzi, Give Me A Sign e la strumentale Undercover, suonano un po’ troppo anonimi e riempitivi. Tra gli extra merita più di tutti Miracle, brano catchy in cui si annida la graffiante ombra disco-pop dei Pet Shop Boys. Riascoltatelo più volte. Potrebbe essere il disco che non vi aspettavate di lodare e tenere per così tanto tempo nel lettore.
Voto: 7/10
Genere: Pop-Rock / Alternative Rock
Musicisti:
Justin Young – vocals, guitar
Freddie Cowan – guitar
Arni Arnason – bass
Pete Robertson – drums
Brani:
01. Handsome
02. Dream Lover
03. Minimal Affection
04. 20/20
05. (All Afternoon) In Love
06. Denial
07. Want You So Bad
08. Radio Bikini
09. Maybe I Could Hold You
10. Give Me A Sign
11. Undercover
12. English Graffiti (deluxe version)
13. Stranger (deluxe version)
14. Miracle (deluxe version)
15. Handsome Reimagined (deluxe version)
16. Dream Lover Reimagined (deluxe version)
17. 20/20 Reimagined (deluxe version)
18. Give Me A Sign Reimagined (deluxe version)
Links: