Torna il Trane’s groove di Carla Marciano, dopo oltre quattro anni dal precedente Change Of Mood e ad esattamente dieci dal suo esordio discografico. Il quale proprio Trane’s Groove si intitolava e – fa bene a sancirlo Maurizio Franco nelle liner notes di questo immaginifico Stream Of Consciousness – “fece si’ che il jazz italiano aggiungesse, ad una generazione sempre piu’ ricca di figure femminili, non solo pianiste e cantanti, ma anche una sassofonista di livello internazionale” (sebbene credo non vada tralasciata una citazione per l’ultraventenennale, intenso percorso di un’altra altossassofonista di valore, la milanese, ma veronese d’adozione, Cristina Mazza).
L’album fu pubblicato per un’etichetta sussidiaria della mitica Black Saint di Bonandrini, il quale, poi, fece uscire, nel 2005, il successivo A Strange Day e nel 2007 il gia’ citato Change Of Mood proprio per la label sinonima dell’avanguardia di Chicago, per il marchio discografico che ha dato alle stampe, a partire dagli anni Settanta, album gia’ consegnati alla storia del jazz di, citando solo alcuni nomi, Muhal Richard Abrams e Oliver Lake, Leroy Jenkins e Anthony Braxton, dello String Trio di New York e di George Lewis. Cioe’ di grandi protagonisti di quel jazz di matrice nera radicale e visionario che ha saputo aprire a nuovi orizzonti proprio quella lezione coltraniana cosi’ centrale nella poetica della Marciano. Ed e’ perciò fortemente significativo che i titoli della sassofonista campana siano stati editi in un catalogo di tale prestigio e valore.
Poi Bonandrini, nel 2009, si e’ ritirato dalla sua attivita’ di discografico. ‘E quindi, per forza di cose, – ci spiega l’artista salernitana – e’ finita anche la mia bellissima e duratura collaborazione con la Black Saint. Anche se i loro tre cataloghi sono stati acquistati dalla Cam, non vengono pero’ piu’ prodotti nuovi dischi per quelle etichette, ma solo ristampe. Ragion per cui c’e’ voluto del tempo prima che io incontrassi le persone giuste con le quali poter iniziare una nuova collaborazione. Adesso, credo proprio di averle incontrate. ‘
Ed eccoli qui, i risultati, ancora una volta di altissimo livello qualitativo, contenuti in questo cd immesso sul mercato discografico il 30 aprile 2012 e che reca come numero di catalogo la sigla AFMCD153.
E che riesce, con una sensibilita’ artistica profonda, ad evolvere ulteriormente una cifra stilistica che e’ gia’ di per se’particolarissima, sospesa com’e’ fra gli abissi di una spiritualita’ che fa del suo aperto riferimento all’autore di A Love Supreme qualcosa di completamente estraneo a un certo coltranismo di maniera eternamente presente sulla scena jazzistica non solo nazionale; e la lucida consapevolezza delle ‘directions in music’ che la musicista struttura e fa evolvere in continuazione, in un confronto apertissimo con la contemporaneita’.
E’ con il contralto e con l’in genere poco frequentato sopranino – quindi con due sassofoni n o n coltraniani – che l’artista salernitana si avventura in assoli, compone un s o u n d, evoca atmosfere, disegna volute tematiche, che intercettano in modo impressionante, quasi da contatto simbiotico, l’ e s s e n z a, il m o o d, dell’irraggiungibile maestro statunitense. E’ il Coltrane ’63-’65, soprattutto quello di lp come Live At Birdland e dei postumi Sunship e Transitions, ad intridere l’anima, a sostanziare il calore (sarebbe bello renderne disponibile anche il supporto in vinile) di questo ‘Stream of consciousness’. Non per niente, come avverte l’Autrice nelle note allegate nel libretto, registrato “live in studio, ossia suonando tutti insieme in un unico ambiente. Per una musica diretta e senza compromessi”. Che perfino anche nella bella immagine e grafica di copertina, fedele all’arancio impulse!, sembra volerci riportare a quell’America immediatamente post-kennedyana traumatizzata prima e scossa da una vera e propria guerra civile poi, da cui scaturi’ un’espressione jazzistica senza precedenti. Che lacerò le coscienze, indusse a un modo nuovo di rapportarsi alla musica e alla vita. Suoni che apparivano aggressivi e nevrotizzanti solo a chi non voleva coglierne il grido, lo struggimento, una dolcezza tanto infinita quanto visionaria, ‘uncaged’. Ecco. E’ quel feeling, e’ quel connubio inestricabile di arte e umanita’, di individuale e di ‘politicò, che Carla Marciano riesce a far suoi, esibendo una maestria e una potenza volumetrica, tecnica, sonora, da cui e’ impossibile non lasciarsi suggestionare. Con un gesto che solo apparentemente e’ mimetico e che invece e’ semmai ricostitutivo, nella misura in cui sembra porsi come la rivendicazione di un’ipotesi evolutiva che il jazz poteva realizzare ma che di fatto ha lasciato cadere. O che anzi al contrario non doveva essere lasciata cadere e che infatti rivive, di nuovo urgente e attuale (e, s’intende, ricontestualizzata nel presente), nella sua musica.
E questo ci conduce dritti all’altro capo del discorso. Il fatto, cioe’, che il jazz di Carla Marciano avanzi, album dopo album, e che si faccia sempre piu’ lungimirante. Questo ‘Stream of consciousness’ insegue, fin dal titolo, splendido, quegli ‘ideali’ di cui si argomentava prima. Eppure “temi, strutture armoniche ed arrangiamenti prestabiliti” – l’espressione e’ ancora della stessa Marciano – si amalgamano con una pregnanza che e’ anche superamento di un’alternativa come quella tra bop o modale o free , che preesisteva negli album precedenti e che qui trova sbocco in originali e piu’ avanzate combinazioni armoniche, timbriche, tematiche. O come quella tra standards o originali, nel senso che se, come gia’ nel precedente Change Of Mood, il materiale compositivo e’ qui tutto originale e sempre piu’ poeticamente caratterizzato, e’ anche vero che ora la musica scorre – unòstream’ appunto – con una naturalezza (e una maturita’ al tempo stesso) che mette in pratica l’idea che l’arrangiamento (insomma, la creativita’, il vero interplay) e’ la composizione. Come dimostra l’incredibile ‘appropriazione’del canto natalizio God Rest Ye Merry, Gentleman, che, al sopranino, apre l’album, in una trasfigurazione emotiva e ritmica (uno shuffle ieratico e ipnotico) che da solo varrebbe ricerca e acquisto dell’album, se non fosse per l’equilibratissimo, vasto ‘tritticò che lo intitola, per Inside, che ne e’ la perla , e, di nuovo al sopranino, per la Handshake che lo suggella.
Alessandro La Corte, a proposito di arrangiamenti, li firma insieme alla Marciano e, al pianoforte, e’ l’autentico alter ego della leader, nonche’ egli stesso’rivelazione’ di prim’ordine. Ma e’ tutta la band, completata dallo straordinario Aldo Vigorito al contrabbasso e dall’ottimo drumming di Gaetano Fasano, insieme da tanti anni, a stabilire un’empatia con le intenzioni della Marciano praticamente assoluta, condividendole e sostanziandole.
Musicisti:
Carla Marciano – alto sax, sopranino sax
Alessandro La Corte – piano
Aldo Vigorito – double bass
Gaetano Fasano – drums
Brani:
01. God Rest Ye Merry, Gentlemen/Stream of Consciousness
02. Preceding/Inner Blast (Introduction/Part I)
03. Consequence (Part II)
04. Turning Point (Part III)
05. Inside
06. Handshake
Link:
Carla Marciano: www.carlamarciano.it
Alfa Musica: www.alfamusic.com