Italiani d’America

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Ecco gli Spaghetti Jensen. Il Country Rock Americano tutto Italiano.

Sono italiani. Sono di Modena. Sono Americani nell’anima e nelle corde. Sono internazionali nel modo di stare al mondo. Il new-country che erroneamente affidiamo alle pellicole del moderno western da saloon americano o dalle praterie di Hazzard, vive e fa numeri interessanti anche grazie al progetto Spaghetti Jensen che ci regalano un terzo disco dal titolo “Men at Work”.

Sound Contest li intervista e cerca di rubare qualche piccolo ingrediente segreto tra le righe di una musica che diventa prima di tutto stile di vita e di vivere.

 

 

Dopo aver ascoltato questo lavoro una domanda prima di tutte: l’ITALIA o il resto del mondo?

Partiamo dall’Italia e poi vediamo; la naturale collocazione della nostra musica è fuori dai confini nazionali, Europa continentale e USA ovviamente, noi ci proviamo, vediamo cosa succede.

 

Un tempo l’America era il sogno da raggiungere e quello proibito da inseguire. La vostra America? La cantate per esorcizzare qualcosa?

Noi non cantiamo l’America, cantiamo quello che ci succede e quello che ci piace fare tutti i giorni. Poi le radici delle nostra musica sono in America, e la Country music ci ha permesso di andare fino in fondo nella riscoperta delle origini musicali di quello che abbiamo sempre ascoltato e che ci è sempre piaciuto.

 

Come i Rockabilly anche il Country è diventato prima uno stile di vita e poi anche un genere musicale. Voi come vivete?

La migliore risposta che possiamo dare a questa domanda è il nuovo video sul singolo “The Boys in The Band”, girato a casa di Roberto, il cantante, con i nostri amici che hanno partecipato alle riprese giusto perché erano lì a pranzo; la Jeep, il cappello e gli stivali ci accompagnano tutti i giorni nella vita quotidiana e non sono un costume di scena.

 

Un disco oggi significa poco. Prima era un punto di arrivo. Oggi un punto di partenza. Voi puntate dritto a…?

La risposta è scontata ma a noi piace suonare, piace stare su un palco, andare in giro con gli strumenti, fare il sound check, per noi fare un disco significa avere l’occasione per andare in giro a suonare, e puntiamo a fare questo, in maniera sempre più seria e professionale.

Facendo metafore: se l’indie rock vive nei centri sociali, il Jazz nei salotti culturali, la canzone d’autore nei teatri di strada o di città, gli Spaghetti Jensen dove li troviamo?

La Country music in America è quello che avrebbe potuto essere qui da noi il liscio se si fosse evoluto in termini di sonorità e contaminazioni, però lo spirito è comunque un po’ quello, per cui l’ambiente ideale è la festa di paese, con la gente balla, beve una birretta e si mangia una bella grigliata di carne.

Poi ci sono i festival, ce n’è qualcuno bello anche in Italia.

 

Che poi: perchè Spaghetti Jensen? Una citazione raffinata o un malinconico sguardo alle radici?

Niente di tutto questo…una cantonata di un nostro amico non proprio a suo agio con l’inglese…voleva dire Spaghetti Junction, i tipici incroci delle highway americane, ma gli è uscito Spaghetti Jensen….suonava bene e abbiamo deciso di tenerlo!

 

Lonnie Ratliff, Nashville e quella scuola nota in tutto il mondo e in tutte le epoche. Da dove nasce questo incontro?

Lonnie ha avuto modo di sentire il nostro primo lavoro del 2012 – You can do it – su Reverbnation, gli è piaciuto, ci ha scritto una mail e abbiamo iniziato a collaborare, ci scambiamo le idee, noi gli mandiamo qualche bozza registrata col telefono in sala prove – giusto un riff, una strofa e un ritornello – e lui si fa ispirare e ci scrive il testo. Ci piace molto lavorare insieme, lui è un vulcano, sforna liriche in continuazione, e quando anche noi siamo ispirati le canzoni escono come noccioline, è emozionante.

 

E dopo un simile incontro, secondo voi: è possibile ripercorrere quel gusto e quei suoni producendo un genere simile qui in Italia per mano di Italiani?

In Italia non sono molti i conoscitori del genere, anche fra gli addetti ai lavori, difficilmente qualcuno si è cimentato fino ad ora con queste atmosfere e queste sonorità. Come in tutte le cose anche qui è fondamentale la cura dei dettagli, sono i dettagli che fanno la differenza e che creano le atmosfere giuste: i suoni di chitarra, il rullante, la particolare posizione della voce nel mix. Dobbiamo imparare tutto e fare tutto noi, per cui non è facile ed è un lavoro molto lungo e dispendioso, però non ci fermiamo, ci piace e andiamo avanti fin che qualcuno non ci rompe le chitarre in testa!

 

E se la risposta è NO…allora gli Spaghetti Jensen come hanno fatto i conti con un simile limite?

Il limite più grande è la lingua, la pronuncia, gli accenti, lo slang… siamo latini e si sente, la sfida è quella di trovare il giusto mix fra le cose, cercando di prendere ispirazione senza scimmiottare.

Come detto il lavoro è lungo e difficile, ma non ci fermiamo.