SOSTIENE BOLLANI su RAI 3

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Non puo’ che far piacere che ogni tanto, mamma Rai, si ricordi che esiste anche la buona musica, oltre le canzonette da sottoscala e certi personaggi ed interpreti su cui sarebbe meglio stendere un pietoso velo. Ma, si sa, il jazz – come d’altronde il teatro – e’ un genere di nicchia o, come dicono alcuni, di elite, e fa ascolti ridotti, quindi una trasmissione come Sostiene Bollani non puo’ che andare su Rai 3 – con tutto il rispetto per la terza rete della Rai che e’, nei fatti, prima in termini qualita’ e serieta’ dei palinsesti – e non prima di mezzanotte o giu’ di li. Se puo’ essere di consolazione al buon Bollani, ci sono state – precedenti illustri – diverse trasmissioni, passate poi alla storia della televisione, che hanno subito la stessa sorte; ad esempio quasi tutte quelle di Renzo Arbore, passate in seconda o terza serata. Cosi’ un telespettatore, che abbia anche un pò di cervello nella scatola cranica, deve tediarsi per ore tra una miss e qualche commentatore sportivo piu’ o meno demente, aspettando assonnato che si arrivi a una certa ora.

Stefano Bollani e’ un ottimo divulgatore e comunicatore, sa usare la parola bene quasi come il piano e sfrutta tutte le sue doti di simpatia, oltre alle sue indiscusse capacita’ artistiche, per accattivarsi le simpatie del pubblico. La trasmissione, connotata nella prima puntata da qualche lieve sbavatura e da qualche incertezza giustificabile dalla necessita’ di rodare gli ingranaggi della formula, e’ abbastanza fluida, una sorta di guida all’ascolto che si pone proprio l’obiettivo di raccontare, in modo lieve, certi elementi della storia della musica in generale, e del jazz in particolare, con qualche riferimento alla musica classica e sinfonica. Nella prima puntata, Stefano Bollani e’ stato accompagnato dai musicisti danesi del suo Danish Trio, Jesper Bodilsen al contrabbasso e Morten Lund alla batteria e da una simpatica Caterina Guzzanti nel ruolo di presentatrice-interlocutrice-spalla. Molto interessanti anche gli ospiti; una brava Irene Grandi che – purtroppo solo di tanto in tanto, e non si capisce perche’ – ci sorprende dedicandosi al blues ed al jazz e mostrando cosi’ di essere quell’artista completa e di classe che non appare cosi’ compiutamente quando si dedica ad altri generi musicali, certamente piu’ redditizi in termini economici; poi un ottimo Gabriele Mirabassi al clarinetto, uno di quei musicisti di grandissimo rilievo, che gravitano nel mondo del jazz nostrano, che non ha, a nostro avviso, la dose di notorieta’ che meriterebbe a causa, forse, della sua eccessiva modestia.


Stefano Bollani non e’ nuovo alle trasmissioni televisive, in passato si e’ a volte presentato – pur sempre con le mani su un pianoforte – anche nel ruolo di mattatore, nella parte del comico o dell’imitatore o nel proporre la parodia di una canzone o di un cantante. Questo “a causa” o “per merito” del suo carattere, e chi lo conosce sa bene che Stefano e’ fatto proprio cosi, anche nella vita privata. Ma proprio questo suo modo di presentarsi in TV gli ha talvolta attirato, talvolta, le critiche di alcuni colleghi che ritengono che il suo atteggiamento scanzonato tolga in qualche modo “serieta’” al concetto di musica jazz ed alla figura di musicista.

A giudicare dall’esito della prima puntata di Sostiene Bollani si puo’ affermare che la formula della trasmissione e’ sul giusto binario, con un equilibrio tra una buona valenza didascalica e un giusto contenuto di simpatia tale da essere bene accettata anche da un pubblico non specialista, che magari non e’ grandissimo intenditore di jazz ma e’ attratto e vuole avvicinarsi a questo genere musicale. Non deve essere questo, d’altronde, lo scopo della televisione generalista?

Sostiene Bollani, Rai 3, poco prima della mezzanotte.

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