Pristine

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Molti indizi svelano gli elementi fondamentali della personalita’ di colei di cui sto per parlare e le peculiarita’ del suo lavoro. Nome: Cettina Donato (semplicita’!). Nome del gruppo: Quin Tett (ironia!). Titolo del Cd: Pristine, primitivo, purezza immacolata (impegno!). Ironia, semplicita’ ed impegno, gli stessi che si possono ritrovare, in piena sintonia con l’atmosfera, anche nei tratti grafici della copertina.


La giovane e talentuosa pianista e compositrice siciliana esordisce nell’affollatissimo panorama del jazz e dei jazzisti in Italia sfruttando, quali punti di forza, proprio questi elementi, la semplicita’ e l’ironia, della sua personalita’, dai caratteri solari e gioviali come quelli della sua Sicilia, e la presenza palpabile dei sentimenti profondi e primordiali che stringono ancora fortemente i siciliani con la loro terra nativa, che  proietta – con fantasia, discrezione e gusto – nello stile del suo jazz.


Gioca, quindi, con ingredienti potenzialmente forti, che dosa con equilibrio ed attenzione, senza sopraffare altri aspetti ben piu’ qualificanti. In alcune sue composizioni originali – buona parte del contenuto del Cd – la Donato sfiora alcuni elementi di folklore, lasciando appena intuire tratti mediterranei e sapori mediorientali, ma muove poi la gran parte della suo percorso musicale, con inaspettata disinvoltura, sugli scoscesi territori del blues, dello swing e del bop tradizionali nordamericani, si misura a viso aperto con i classici del grande jazz d’oltreoceano e con i suoi mostri sacri e ne esce a testa alta, sorprendendo poi per la laicita’, oltre che per l’eccellente spontaneita’ e fluidita’, del suo fraseggio.
La presenza del pianoforte, con cui la Donato guida il gruppo, e’ costante ma dosata per lasciare il giusto spazio al “Quin Tett”, agli ospiti d’eccezione ed al contributo dei loro strumenti, con in testa i sax tenore e soprano di Jerry Popolo, che affiancano quello tenore dell’ottimo titolare Dario Mano, il contrabbasso a cui Paride Furzi si alterna con Gabriele Pesaresi, la batteria che David Lo Cascio lascia a volte alle bacchette di Roberto Desiderio, e la tromba ed il flicorno di Daniele Zappala’.



Di rito, in un disco d’esordio, misurarsi con qualche standard del jazz, oltre che proporre brani originali, ma – potremmo dire – addirittura avventuroso scontrarsi con un gigante del blues come la Summertime di Gershwin, a dir pocoinflazionata” di arrangiamenti e variazioni nelle sue innumerevoli versioni, correndo seri rischi di apparire scontati; ma la Donato ed il suo Quin Tett riescono a superare brillantemente la prova grazie alla buona dose di fantasia nell’arrangiamento e di originalita’ nell’interpretazione.


Godibilissimi gli assaggi di blues di Conchita Blues e di Stromboli, brani originali ancora contrassegnati dall’ironia, il primo nel titolo ed il secondo nel fraseggio. Prove di armonia con Waltz Time, un originale

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