New York Days

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Tornare indietro per proiettarsi sempre in avanti. Questo l’assunto che, malgrado suoni retorico, rende al meglio l’idea dell’arte musicale di Enrico Rava e l’essenza del suo ultimo New York Days. Gia’ nel titolo, il grande trombettista friulano vi concepisce una sorta di “de’ja’ vu” personale e artistico, quei giorni favolosi e memorabili vissuti nella Grande Mela, tra la fine degli anni Sessanta e per oltre la meta’ dei Settanta, apprendendo e crescendo fra giganti che lo ebbero discepolo, collega ma soprattutto amico per la vita. Poi una sorta di diario estetico ed emozionale di cinquant’anni di onorato servizio, provvisto dalla presenza di alcuni brani e cavalli di battaglia ripescati da fondamentali album e progetti della sua carriera: Blancasnow da The Pilgrim And The Stars del 1973, Lulu’ e Outsider da Ah del 1981, Thank You, Come Again da Opening Night del 1982 , Lady Orlando da Electric Five del 1994, Certi Angoli Segreti dall’omonimo album del 1998. Infine, un quintetto eurotransatlantico in ricordo e a guisa dei vecchi tempi, formato da due autorevolissimi senatori (il leader e Paul Motian) e tre giovani campioni dell’afroamericana odierna (Stefano Bollani, Mark Turner e Larry Grenadier). Un organico che gira e funziona a meraviglia sia su motivi liricamente intensi e poetici sia su temi dalle linee piu’ oblique e irregolari. Rava accompagna e interviene con l’attitudine e lo spirito dei grandi, da “primus inter pares”, ma la voce elegante, luminosa e crepuscolare della sua tromba emerge sempre inconfondibile dal contesto, modella volute d’aria fascinose, confidenziali e notturne, stimola e aggiorna un classicismo swing che sorregge con calore e fluidita’ anche i momenti piu’ liberi e modernamente scomposti (vedi le due Improvisations). Con il suo stile poliedrico, che richiama la grande tradizione West Coast, la vibrante spiritualita’ di Coltrane e la purezza espressiva di Warne Marsh, Turner e’ una voce di dialogo e controcanto indovinatissima, mentre Bollani isola e accumula le note dalle zone di silenzio, per un suono mutevole e policromo, essenziale ma denso, privo di sfarzi e forzature. Grenadier e Motian danno invece vita a una sezione ritmica interessantissima, perche’ oltre a stendere tappeti d’accompagnamento ovattati e filigranati, squarciano sovente i tessuti armonici con guizzo elastico e geometrica fantasia. Le riletture dei vecchi brani di repertorio (soprattutto la coppia originariamente proposta con il quintetto elettrico) risultano pregni di una trainante serenita’ e di una dilatata forza a meta’ tra il sentimentale e l’esistenziale, mentre Count Dracula, Interiors e Luna Urbana sollecitano le corde di una frebbrile visceralita’ e di una notturna ansieta’. Tutti dettagli e sfumature che fanno di New York Days un album sublime ed eccelso, oltre che un eccezionale lungo piano sequenza di classe e creativita’ da parte di un artista che settant’anni sembra proprio non dimostrarli.


 


 




Voto: 8/10


Genere: Modern Jazz


 


 




Musicisti:


Enrico Rava – trumpet


Mark Turner – tenor sax


Stefano Bollani – piano


Larry Grenadier – doublebass


Paul Motian – drums


 


 


 




Brani:


01. Lulu’


02. Improvisation I


03. Outsider


04. Certi Angoli Segreti


05. Interiors


06. Thank You, Come Again


07. Count Dracula


08. Luna Urbana


09. Improvisation II


10. Lady Orlando


11. Blancasnow


 


 




Links:


ECM Records: www.ecmrecords.com

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