Mister Pop

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Trent’anni di carriera alle spalle e non sentirne il peso. Un culto, un mito della scena lo-fi pop-rock e new wave neozelandese (nello specifico quella legata al “Dunedin Sound”), i The Clean dei fratelli Kilgour hanno seminato e dissodato terreni fertili e vergini per poi vedersi scippare il raccolto da altri. Loro, tuttavia, non hanno mai palesato nessun rancore e dolore, tirando avanti (insieme, divisi e poi riuniti), con quella coerenza e modestia che e’ la qualita’ dei piu’ grandi. Album conciso e dal gusto deciso, Mister Pop li vede ancora freschi e pimpanti, geniali distillatori di armonie iridescenti e catatoniche, intrise di quei suoni e umori d’antan che ancora causano benefici groppi alla gola. L’organo sempre in bella e forte evidenza sottolinea e dilata temi ritmici e motivi chitarristici di grande presa, illuminati e suggestionati da un scrittura pop-rock che definire enciclopedica e’ ancora poco. E dunque si inizia con Loog, uno strumentale dalla grama onirica e liquida, dove tra sensuali vocalizzi femminili e caledoscopiche trame di organo sembra di avere a che fare con un pezzo degli Air. Are you Really On Drugs e’ dream pop stranito da una chitarra acida, un esperimento che mette insieme Church e Velvet Underground. La bellissima In The Dremlife U Need A Rubber Soul evoca da par suo i migliori Died Pretty (prestate attenzione alle linee lisergiche e garage-neosixties della chitarra di David Kilgour) mentre il tenore psichedelico lievita in modo ammirevole in Asleep In The Tunnel e Back In The Day, quest’ultimo un numero psych-pop che strizza l’occhio (e anche forte) ai Soft Boys di Robyn Hitchcock. Con la successiva Moonjumper (altro brano strumentale) tornano a circolare gli influssi velvettiani piu’ sperimentali, incastonati in un vortice di archi e viole orientaleggianti in chiave Lady’s Godiva Operation e di kraute nevrosi percussive a’ la Faust, mentre Factory Man volteggia, soffice leggera, tra chitarre byrdsiane e cantilene vocali lo-fi pop, di nuovo a meta’ strada tra il registro di Lou Reed e quello di Robyn Hitchcock. Non finisce qui, perche’ poco piu’ avanti arriva la spigliata cadenza electro-pop di Tensile, un riuscito compromesso tra primi Stereolab e Yo La Tengo con parti vocali vocoderizzate. L’epilogo ha invece i toni languidi, visionari e liturgici di All Those Notes, un brano che David Kilgour interpreta con lo stesso abbandono di un Julian Cope in preda ad allucinazioni mistiche e celestiali. Conturbante e affascinante, Mister Pop e’ davvero un gran bel sentire, una piccola perla musicale dalla luminosita’ pop-rock a basso consumo energetico, destinata percio’ a brillare e a durare nel tempo.


 


 




Voto: 7,5/10


Genere: Psych Pop / Lo-Fi Rock


 


 




Musicisti:


David Kilgour – vocals, guitar, percussion, keyboards


Hamish Kilgour – drums, guitar, vocals


Robert Scott – vocals, bass, keyboards


 


 


 


 




Brani:


01. Loog


02. Are You Really On Drugs


03. In The Dreamlife U Need A Rubber Soul


04. Asleep In The Tunnel


05. Back In The Day


06. Moonjumper


07. Factory Man


08. Simple Fix


09. Tensile


10. All Those Notes


 




Links:


The Clean: www.myspace.com/theclean


Mor Music: www.morrmusic.com

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