Sono ormai molti i musicisti italiani che incidono per l’integerrima etichetta di Leo Feigin e che, dunque, forniscono la netta convinzione di una lobby di esponenti dell’improvvisazione e del jazz piu’ radicali sempre piu’ attiva nella nostra Penisola. I nuovi e ultimi acquisti del prestigioso catagolo della label britannica rispondono ai nomi di Arrigo Cappelletti, Andrea Massaria e Nicola Stranieri, coadiuvati in Metamorphosis dall’esperienza e dalla sempre stupefacente viola di Mat Maneri.
Il veterano pianista e compositore lombardo e’, in verita’, la reale sorpresa del disco e del progetto. Docente, acuto saggista ed esegeta della storia del piano jazz – suo, ad esempio, il bel libro monografico “Paul Bley: la logica del caso” (Edizioni LEPOS, Palermo, 2004), tradotto e ripubblicato anche in inglese, con l’ausilio di Greg Burk, l’anno scorso – per il suo pianismo e approccio allo spartito, Arrigo Cappelletti e’ stato sovente associato a forme sonore e pratiche improvvisative dal lirismo piuttosto marcato e pronunciato, senza contare il fatto che sin dagli anni Ottanta e’ stato tra i maggiori fautori dell’incontro tra jazz, tango argentino e fado portoghese, due tradizioni musicali in cui vanta una grande esperienza sia sul campo sia sul piano strettamente artistico e culturale.
Piu’ avezzo a sintassi e linguaggi basilarmente improvvisativi e’, invece, il giovane chitarrista triestino Andrea Massaria, sulla breccia dalla fine degli anni Novanta con un buon numero di dischi a proprio nome e collaborazioni di peso con bei nomi del panorama nazionale e internazionale. Il suo stile, libero e creativo, non si fonda ne’ su deformanti esperimenti sonori ne’ su approcci poco ortodossi alla Derek Bailey o alla Fred Frith. Al contrario, sul suo strumento coabitano e si avvicendano influenze e modelli, passati e attuali, che hanno inciso sulla storia e sulla tecnica piu’ classica della chitarra nel jazz (Wes Montgomery, Jim Hall, John Abercrombie e Kurt Rosenwinkel, tanto per fornire degli esempi lampanti).
Autori, in parti uguali, di tutti i brani originali del disco (tre ciascuno, con l’eccezione del cofirmato Anti-clockwise e delle due cover presenti, ossia Batterie di Carla Bley e Vexations di Eric Satie) Cappelletti e a Massaria (gia’ confrontatisi, come duo, nell’album Intermittenze del 2009) sono, in un certo qual modo, i fari e i punti di riferimento di Metamorphosis. Un disco che pone in campo il dinamismo di accenti cameristici e linee microtonali, abilmente intessuti e modellati da uno specialista quale Mat Maneri, al cui puntillismo ondivago, straniante e a tratti fricativo fanno eco, nell’iniziale Anti-clockwise e nella successiva Hendrix, il fraseggio nervoso del piano e quello piu’ aperto ma tonalmente acuto della chitarra elettrica. A questo tipo di sonorita’ si affiancano strami ritmicamente frastagliati, flussi melodici pregni di umori lisergici (Dancin’) e indovinati accavallamenti stilistici (vedi le nuances be-bop e le diramazioni free che si avvicendano in Batterie e From V To V). Diretta e accessibile solo a tratti (nella vivace formula, anche un po’ ironica, di Free Monk e nella frizzante trama di Free Waltz), questa e’ musica creativa di grana finissima che necessita ripetuti ascolti per essere apprezzata, sebbene nella sua logica siano immediatamente tangibili, in tutta la loro imperiosa spettacolarita’, l’unione d’intenti e il formidabile tasso tecnico dei suoi artefici.
Voto: 7,5/10
Genere: Impro Jazz / Creative Music
Musicisti:
Arrigo Cappelletti – piano
Andrea Massaria – guitar
Mat Maneri – viola
Nicola Stranieri – drums
Brani:
01. Anti-clockwise
02. Hendrix
03. Dancin’
04. Batterie
05. Vexations
06. Free Monk
07. From V. To V.
08. Vox Dei, Pietre che cantano
09. Free Waltz
Links:
Arrigo Cappelletti: www.arrigocappelletti.it
Andrea Massaria: www.andreamassaria.com
Nicola Stranieri: www.nicolastranieri.it
Leo Records: www.leorecords.com