Per chi si trova a corto di ritmo e swing, oppure desidera colorare certe giornate grigie, un ascolto di “Porti di mare” è più che raccomandato. Ritmo e swing sono specialità nelle corde di Marco Castelli, sassofonista e compositore veneziano che con quest’ultimo lavoro pubblicato dalla benemerita Caligola non solo dirige un quintetto coi fiocchi (il brillante Alfonso Santimone al piano, Edu Ebling al contrabbasso, Andrea Ruggeri e Mauro Beggio su batteria e percussioni) ma stila anche un personale diario di bordo circa i numerosi approdi effettuati con la sua musica in giro per il mondo. La concezione estetica di Castelli, come pure le sue influenze e passioni, si rivelano in otto brani all’insegna della più frizzante ed elegante commistione di stili e ritmi che il linguaggio del jazz ha da sempre il potere (e la rara capacità) di metabolizzare.
Una cosa che subito piace di questo disco è il fatto che parte in modo sprint, con l’energia e la melodia avvincenti di un brano come Zanzibar: latin jazz, scale arabeggianti e poliritmi africani arrangiati e suonati di fino, pregni di verve e generosi di spunti individuali, che danno all’istante l’idea di una formazione solida e telepatica. Il tenore di Castelli svaria e conduce il gioco con estrema disinvoltura, sfruttando tutti i toni e registri applicabili al caso, mentre Santimone procede alla vertiginosa esplorazione e conquista di ogni tasto del proprio strumento. Da par loro, il contrabbasso e la doppia sezione percussiva mantengono, qui come altrove, il brio necessario a sostenere un repertorio percentualmente molto dinamico e godibile, se si considera anche l’eterogeneità stilistica dell’album.
New Orleans Medley (che fonde Creepy Feeling di Jelly Roll Morton con Jockey Full Of Bourbon di Tom Waits), Dakar, Scorribanda e Xela (brani originali firmati dal leader come quello d’apertura) sottolineano oltre alla funzione danzabile del ritmo una meticolosa attenzione di Castelli e soci su elementi descrittivi ed espressivi quali cantabilità, lirismo ed eleganza formale. Elementi in questo caso per nulla pleonastici e olegrafici, visto che l’ispirazione e la suggestione di Castelli puntano direttamente alle sonorità e alle tradizioni musicali di Africa, Caraibi e America latina, quest’ultima omaggiata con l’esotico pathos di El Ciego (del messicano Armando Manzareno) e Alfonsina y el Mar (dell’argentino Ariel Ramirez). Ed è sempre in chiave argentina e sudamericana che Castelli rivisita e arrangia l’aria operistica di Mercè dilette amiche, tratta da ” I vespri siciliani” di Giuseppe Verdi. Un modo splendido per concludere un album che potremmo benissimo accostare a una crociera musicale per i mari e le lande di tre continenti.
Voto: 7/10
Genere: Modern Jazz / Latin Jazz
Musicisti:
Marco Castelli – soprano sax, tenor sax
Alfonso Santimone – piano
Edu Hebling – double bass
Mauro Beggio – drums
Andrea Ruggeri – drums, percussion
Brani:
01. Zanzibar
02. New Orleans Medley: Creepy Feeling , Jokey Full Of Bourbon
03. Scorribanda
04. Alfonsina y el Mar
05. Dakar
06. Xela
07. El Ciego
08. Mercè dilette amiche [I vespri siciliani] (G. Verdi)
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