Ma quant’è bella la semplicità?

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Semplicità. Ecco la parola d’ordine che sta alla base del fascino di questa nuova voce della canzone d’autore nostrana. Diego Esposito fa un esordio che intitola “È più comodo se dormi da me” con un titolo preso in prestito da una frase dell’inciso della bellissima “Le parole quando vanno da sé”. E l’ascolto si fa di un bello sfacciato nel vedere come le bellissime melodie regnano in una semplicità a tratti disarmante, una bellissima canzone pop leggera che non cerca novità, trasgressioni, invenzioni…acqua e sapone questa musica che dalla sua vanta anche una scrittura e arrangiamenti davvero vincenti. Su tutti “Toscana” ha letteralmente rapito i miei ascolti. Ma non vi svelo altro e sono sfacciato nell’invito ad agguantare questo disco dai suoni semplici, reali, acustici, con melodie pulite che restano alla mente non solo per essere fischiettate ma anche per restituire un’emozione…pulita anche questa!!!

 

 

Noi che da Napoli partiamo…non possiamo che sottolineare le tue origini. O quanto meno quelle della tua famiglia. Ma Napoli non è rimasta nella tua musica?

Penso di essere stato molto influenzato dalle armonie napoletane, anche perché quando ero piccolo mio padre ascoltava spesso canzoni classiche napoletane.

 

Diego Esposito (parlando in terza persona un po’ come ti diverti a fare nel brano “Una canzone”) secondo te è più cantante o più cantautore? Annoso problema lontano di generazioni…

Parlando in terza persona Diego Esposito è un cantautore, perché ha la necessità di dire quello che pensa e non soltanto quella di cantare.

 

Dalle note di stampa ma anche e soprattutto dall’ascolto di questo lavoro c’è molta genuinità. “…come quando con un sorriso si chiedeva il pane al vicino”. Con la musica almeno vuoi tornare a quel tempo lì? In qualche modo senti di appartenergli?

Mi piacciono le persone semplici, odio le infrastrutture perché complicano le cose, alla fine siamo tutti uguali, tutti abbiamo dei pregi e dei difetti, mi sembra assurdo doversi porre in modo articolato, per far vedere un lato di noi che non esiste.

 

Nel tuo recente passato c’è anche X-FACTOR 2015. Perché i talent? Cosa rappresentano oggi i Talent?

I talent rappresentano un “trampolino” o quanto meno una vetrina, purtroppo o per fortuna fanno parte del nostro presente. Possono essere una scorciatoia per il successo però alla fine servono delle basi solide per durare nel tempo e non bruciarsi.

 

“Fisica quantistica”: è lecito indicarlo come l’unico vero “fuori pista” di questo disco che mantiene sempre un certo piglio? 

Secondo me non è un “fuori pista”, mi piace scrivere cose diverse fra loro, la sonorità di questo brano non è poi così distante dagli altri. Vi anticipo che nel prossimo disco ci saranno molti “fuori pista” 🙂

 

In ultimo tu citi Dalla e Damien Rice. Io dico anche Daniele Silvestri… (e il riferimento al brano appena citato è quanto mai esplicito). Tu che rispondi?

Ti dico che hai completamente ragione, Daniele Silvestri è sicuramente stato un ascolto fondamentale, mi piace molto il suo modo di incastrare le parole, è unico nel suo genere. L’ho sempre stimato e preso come esempio.