Fantasy Empire

0
4

Dentro “Fantasy Empire”, sesto album della premiata ditta Lightning Bolt, la novità più eclatante non è lo stupro ipercinetico sul corpo del rock ma come esso suona mentre viene perpetrato. Ancor più efferato e possente, grazie a una qualità d’incisione mai prima espressa a livelli così professionali. In vent’anni di attività il duo di Providence non aveva mai messo piede in uno studio di registrazione degno di tale nome, tant’è vero che in diverse interviste finora rilasciate Gibson e Chippendale hanno candidamente ammesso di essersi trovati un po’ disorientati e impacciati, all’inizio delle session per il nuovo disco, nel dover suonare in ambienti separati senza potersi vedere.

 

Il cambio di etichetta e l’ausilio di un equipaggiamento hi-fi sono pertanto bastati a dare il lifting a una ricetta sonora che sebbene abbia fatto epoca, rischiava seriamente di puzzare di muffa come un prodotto scaduto. Ora, invece, la possibilità di captare meglio l’isterica voce telefonica e le acrobatiche scudisciate di Brian Chippendale insieme agli effetti e ai riff pindarici di Brian Gibson sulla sua fantomatica chitarra-basso a cinque corde (tre di basso e due di banjo accordate come un violoncello a intervalli di quinta) provoca nell’ascoltatore una nuova sensazione di estasi e incredulità.

Diversi titoli di “Fantasy Empire” erano già noti e inclusi nel repertorio proposto dai Lightning Bolt nelle loro mitiche e incredibili “live performance” (immancabilmente tenute al livello del pavimento, in location spesso insolite e sempre a diretto contatto con il pubblico). La migliore qualità audio però li resuscita e trasforma, lasciando trasparire anche l’anima assassina di una pazzoide musicalità. Dopo tutto i Lightning Bolt sono e restano i clown del rumore, i serial killer simpatici e funambolici del rock estremo. Molti titoli, anche di questo disco, attestano la loro insana ironia, lì dove il caos centrifugato dei colpi di piatti e batteria svela lo show di un olimpionico del ritmo con la maschera di un wrestler extraterrestre oppure la cacofonia chirurgica e surreale di un nerd alle prese con uno strumento a corde. E perciò le nove tracce di “Fantasy Empire” vanno prese per ciò che sono: slam dance condotte oltre ogni limite di rumore e volume, anarcoidi segnali di squilibrio e nonsense nel segno di Chrome, Boredoms, Ruins, primi Metallica e Discharge, apoteosi di ciò che sarebbe stato il genere speed metal o l’hardcore se fosse stato suonato e cantato (?) da esagitati figli dei fiori con la fissa per il free jazz o per il progressive.

 

Pertanto “Fantasy Empire” è un finto mezzo capolavoro, scrigno di pezzi che suonano già come dei classici irrinunciabili (vedi Metal East, Over The River And Through The Woods, Dream Genie e Runaway Train), schizofrenico teorema di un salutare disfattismo rock di cui i Lightning Bolt restano campioni incontrastati.

 

Voto: 7,5/10

Genere: Speed Noise-Rock / Psycho-Metal

 

 

Musicisti:

Brian Gibson – bass guitar

Brian Chippendale – drums, vocals

 

 

Brani:

01. The Metal East

02. Over The River And Through The Woods

03. Horsepower

04. King Of My World

05. Mythmaster

06. Runaway Train

07. Leave The Lantern Lit

08. Dream Genie

09. Snow White (& The 7 Dwarves Fans)

 

 

Links:

Lightning Bolt

Thrill Jockey Records