Daniele Sepe e’ sempre uguale a se stesso nel suo essere sempre diverso. Ogni disco del sassofonista napoletano mostra un deciso cambiamento di rotta rispetto al precedente, ma i caratteri comuni all’artista sono sempre gli stessi: ironia, militanza, curiosita’ e ricerca. Insomma Daniele Sepe appartiene a quella ristretta cerchia di uomini di cultura che proprio non sopporta di “annoiarsi”, di adagiarsi su conoscenze pregresse e ormai raggiunte, e il cui sguardo e’ rivolto sempre avanti.
Nell’ultimo progetto “Kronomakia” riprende e porta alle estreme conseguenze il vecchio pallino per la musica antica, gia’ presente in precedenti produzioni. E la cronomachia del titolo, la guerra contro il tempo, puo’ dare adito a diverse interpretazioni. Quella che mi e’ venuta subito alla mente e’ la lotta (una fatica) per racchiudere in un pezzo, in una canzone di pochi minuti, 1000 anni di storia della musica. La pugna e’ stata combattuta da tantissimi musicisti, i componenti della sua Rote Jazz Fraktion accanto all’Ensemble Micrologus, da sempre attento interprete della musica medioevale, che battaglia dopo battaglia, pezzo dopo pezzo, si sono trovati a vincere decisamente la guerra. Al punto da arrivare a sbeffeggiare l’ideale avversario con due composizioni in chiusura di disco di cui non posso non riportare la presentazione che ne viene fatta nelle note di copertina. La prima e’ “Vivimus”, cosi’ descritta: “canzone da ballare fortuitamente trovata tra i manoscritti della Biblioteca dei Travoltini in Napoli, durante la lavorazione di questo cd. Questa danza era uso eseguirla in coppie il sabato notte, con delle figure coreutiche in cui mani e piedi si dimenavano furiosamente. Oscure le origini dell’autore, probabilmente uno pseudonimo, Biggissio da Novajorka”. Si tratta nientemeno che della versione in latino di “Stayin’ alive” dei Bee Gees. A seguire “Norwagiae Lignum”: “alcuni studiosi sostengono che sia alla base della forma-canzone contemporanea e che abbia ispirato un famoso brano di un importante gruppo Britannico”. E’ “Norwegian Wood” dei Beatles.
A proposito di note di copertina, a Daniele Sepe dobbiamo, poi, un interessante e quanto mai azzeccato “escamotage” per incrementare le vendite dei propri dischi. Quello di pensare non solo alla musica, ma anche alle parole. Le note di copertina dei suoi CD meritano sempre almeno quanto le note musicali. Per questo vi esorto ad “acquistare” il disco anziche’ procurarvelo in modi “alternativi”. Vi perdereste meta’ del divertimento. In questo caso un piccolo trattato di storia della musica e degli strumenti musicali dal X secolo ai giorni nostri, nonche’ le “istruzioni” per ascoltare il disco in maniera consapevole, a firma di Daniele Sepe e Stefano Valanzuolo.
Le commistioni di stili, forme ed epoche alla base delle composizioni, dal saltarello a gjiga irlandese di “Salterello III” fino alla cantata medievale “Vite perdite CB 124”, trasformata nel funky di “Vite perdite”, sono ardite e possenti. L’accostamento di strumenti moderni ai loro progenitori medievali, la chitarra elettrica all’oud, la tromba alla buccina, e cosi’ via, non toglie organicita’ alle composizioni, ma crea un suono del tutto nuovo e interessante. Merito soprattutto della qualita’ degli arrangiamenti e dell’amalgama che il direttore Daniele Sepe e’ riuscito a creare tra due ensemble cosi’ diversi tra loro.
Musicisti:
ENSEMBLE MICROLOGUS
Patrizia Bovi, canto, arpa gotica, castagnette, buccina
Simone Sorini, canto, chitarra latina, liuto
Adolfo Broegg, oud, buccina
Goffredo Degli Esposti, flauto traverso, flauto doppio, kaval, cialamello, zufolo e tamburo, cornamusa, ciaramella
Gabriele Russo, viella, lira calabrese, cornamusa, buccina
Gabriele Miracle, salterio a percussione, tamburello, tammorra, darbukka, bendir, riqq, castagnette
ROTE JAZZ FRAKTION
Auli Kokko, voce, percussioni Umberto Iuorio – Voce recitante
Daniele Sepe, sax tenore, sax soprano curvo e diritto, clarinetto turco in sol, chalumeaux, gralla,flageolet
Gianfranco Campagnoli, tromba
Roberto Schiano, trombone
Franco Giacoia, chitarra elettrica, chitarra fretless
Piero De Asmundis, piano acustico, piano Rhodes, Prophet, Honher clavinet Lello Petrarca – Basso elettrico, Rhodes, Microkorg Massimo Cecchetti, basso elettrico
Roberto D’Aquino, basso elettrico
Aldo Vigorito, contrabasso
Roberto Lagoa, congas, bongos, tamburello, shaker, cabasa
Marzuk Meijri, darbuka, daf, ney
Claudio Marino, batteria
Lello De Fenza, batteria
Brani:
01. Saltarello III
02. Gran Miragre (Que Poral Non Devess Om’)
03. Vite Perdite CB 124
04. Vite Perdite
05. Suite Galiziana 1
06. Suite Galiziana 2
07. La Manfredina
08. La Rotta
09. Tempus Transit Gelidum
10. Ut Solis Radium (Stella Splendens)
11. Madre De Deus
12. Vivimus (Stayin’ Alive)
13. Norwegiae Lignum (Norvegian Wood)
Links:
Daniele Sepe: www.danielesepe.com
Ensemble Micrologus: www.micrologus.it
Il Manifesto Musica: http://musica.ilmanifesto.it