Achim Kaufmann e’ un giovane pianista tedesco, ora di base ad Amsterdam, che negli ultimi anni ha impresso un segno davvero profondo nel panorama dell’impro nordeuropea. I suoi ultimi due lavori, Gueuledeloup [Red Toucan 2002] e Double Exposure [Leo Records 2000], sono un chiaro modello di un modo nuovo di fare “jazz impro da camera”. Lasciato alle spalle l’intuito, un’immediata capacita’ creativa, una tecnica affinata con anni di studio, cio’ che conta e’ la session ossia quella lunga seduta, quasi psicoterapeutica, nella quale il proprio pensiero si traduce in musica, lasciata correre fluida, estemporanea, senza interposizioni, in solitudine. Lo strumento, e in questo caso anche la sua cassa armonica, sono ricettacolo e al tempo stesso cassa di amplificazione del percorso che porta l’artista-uomo alla composizione. Knives e’ cosi’ un lavoro che analizza un modo di fare improvvisazione pianistica, il cui metodo e’ derivato, in gran parte, da una profonda lettura di Steve Lacy. Il legame e’ evidente, non solo perche’ Lacy e’ stato maestro di Kaufmann. Nella tecnica di Kaufmann c’e’ una profonda attenzione/attrazione per l’elemento percussivo e per il silenzio, la pausa, la sospensione, elementi usati dal pianista come “gesti” integrati nell’improvvisazione. Lo strumento e’ esplorato fuori e dentro, in particolare nei suoi registri piu’ bassi. I diciotto pezzi di Knives sono secondo le parole dello stesso Kaufmann “coltelli”, di differenti tipi. Sono tutti piuttosto brevi e hanno evidenti nessi tra loro. Nell’insieme restituiscono un vasto spettro dell’anima del pianista.
L’ascolto lascia infine intuire una gestualita’ in chiara continuita’ con tracce e segni dell’arte visiva. Non a caso in copertina e nel libretto sono riprodotte due fotografie che mostrano tele della pittrice e poeta canadese Gabriele Guenther, moglie di Kaufmann, e non a caso i titoli di molte tracks rimandano a figure, parole, immagini. La confluenza di pittura, poesia e musica e’ forte, bella, intensa, tagliente.
Musicisti:
Achim Kaufmann, solo piano, composizione
Brani:
01. the last vestiges – 2.36
02. a dreg of red – 3.06
03. your smile a stone, shattering my breath – 2.34
04. dips and proclivities – 2.20
05. more than a simple shoreline – 2.47
06. landscape faux-na