Il Trio di BRAD MEHLDAU incanta al Napoli Teatro Festival

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Quando abbiamo visto Brad Mehldau seduto al pianoforte, immerso nella scena di Don Pasquale [l’opera di Gaetano Donizetti, non il pescivendolo sotto casa], abbiamo avuto una sorta di visione, o – meglio – di deja-vu, e siamo stati per un pò a chiederci dove avessimo gia’ visto l’immagine di un uomo intento nella sua attivita’ creativa, immerso in uno spazio a sua volta contenuto in uno spazio piu’ grande. E piano piano ha preso forma il San Girolamo nello Studio, dipinto da Antonello da Messina nel 1400 (quasi 1500).
Quella macchina da scena – a dir poco decontestualizzante e presente sul palco per l’imminente rappresentazione dell’opera citata – deve aver colpito Mehldau (e non certo per la sua bellezza) anche se, probabilmente, deve averlo anche dopo un pò tranquillizzato in quanto quel volume, quell’emergenza, metteva un punto fisso nello spazio altrimenti eccessivamente ampio della bellissima Arena Flegrea sita all’interno della Mostra d’Oltremare di Napoli. E cosi’, visto il vigente divieto di effettuare foto, vi mostriamo il quadro del santo (in vece del ritratto del pianista), specchiato, per darvi almeno l’idea di quanto si percepiva visivamente.
Venendo alla musica (che e’ quella che piu’ ci interessa), cercare di dire qualcosa di nuovo ed al contempo interessante su Brad Mehldau risulta alquanto difficile, e questo perche’ il 39enne musicista americano procede imperterrito – e lo fa da circa 15 anni – nell’evoluzione di un linguaggio pianistico che parte da un materiale derivante in buona parte dal repertorio degli standards per ridisegnarlo sia nella forma che nel contenuto, lavorando anche su brani di derivazione pop e rock (Beatles, Nick Drake, Radiohead, etc.).
La formazione ascoltata era il suo trio stabile, con il contrabassista Larry Granadier (storico partner di Mehldau sin dalle primissime registrazioni effettuate per la Warner Bros.) e con il batterista Jeff Ballard che, avendo da qualche anno sostituito il catalano Jorge Rossy, ha il merito – con i suoi accattivanti controtempo – di spingere il pianista verso dimensioni piu’ ardite.
Lo stesso variare continuamente repertorio costituisce per la formazione un ulteriore stimolo nell’esplorazione di nuove forme musicali. E di questo, il Mehldau ascoltato, sembra giorvarsene particolarmente, visto il suo graduale passaggio da un pianismo introspettivo ad uno dal marcato espressionismo. Della padronanza strumentale di Mehldau e dell’indipendenza delle due mani che dialogano invertendosi sovente i ruoli, si e’ gia’ parlato in altre sedi.
Tra i brani ascoltati si ricordano in particolare la parkeriana “Visa”, eseguita a tempo medio, e “Something Good”, la bellissima canzone della coppia Rodgers/Hammerstein tratta dal musical The Sound Of Music.
Da notare con grande piacere l’attenzione quasi religiosa che un numeroso pubblico (di circa 2000 spettatori) ha rivolto ad una musica che chiedeva soltanto di essere ascoltata e che ha dato lustro al gia’ intenso cartellone del Napoli Teatro Festival.


BRAD MEHLDAU TRIO
Brad Mehldau, piano
Larry Granadier, batteria
Jeff Ballard, batteria


Napoli, Arena Flegrea, 08 luglio 2009

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