Icaro Solo

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Quello di Luca Aquino e’ un percorso artistico che colpisce e sorprende per vari motivi. In poco piu’ di due anni, infatti, il giovane trombettista beneventano ha bruciato le tappe consegnandoci due album pregevoli (Sopra le nuvole e Lunaria) e un disco (Amam, ascritto al progetto “The Skopje Connection”, con i macedoni Dzijan Emin e Georgi Sareski) che l’hanno catapultato ai vertici della scena jazzistica italiana ed europea, con la massima e concorde benedizione di pubblico e critica. Aquino pero’ ringrazia e sfuma. A fronte di tali e tanti riconoscimenti potrebbe anche campare di rendita, sfruttare ancora la formula dei progetti finora proposti (che’ tanto ci delizierebbe uguale), infiltrarsi nel giro delle grandi collaborazioni e dei grandi nomi, a cominciare da Paolo Fresu, che con stima l’ha visto maturare e crescere nei suoi corsi e seminari nuoresi.


 



E invece no, lui, Aquino, e’ uno che ama altri compagni, altri itinerari, altri stimoli. Uno che prende e parte alla volta dell’Est, per suonare sia in grandi happening festivalieri (che li’ esistono da anni e noi neanche ce l’immaginiamo) sia in estemporanee jam session con musicisti gitani del posto, “musicisti pazzeschi! Che suonano veramente senza paranoie, paraculate, paracaduti e paure. Suonano e zitti. E si divertono”.


 



E cosi’, per divertirsi veramente Aquino ha pensato di stare e suonare in compagnia di se stesso, registrandosi nel riverberato candore di una chiesetta tra le tante belle e meravigliose sparse nel centro storico della sua amata Benevento. Unici strumenti la tromba, la voce, una piccola consolle elettronica, microfoni panoramici e la volumetria dello spazio consacrato dove echi, riverberi e rumori incidentali (interni ed esterni) svolgono il ruolo di partner attivo del musicista. Icaro Solo e’, infatti, una performance solistica per modo di dire, un po’ eretica ed eterodosossa nel momento in cui l’ambiente e lo spazio interagiscono con la curiosita’ instantanea di Aquino, divenendo sorgente e materia improvvisativa in perfetta sinergia con quelle che sono le nuances timbriche e le strutture melodiche del trombettista.


 



Aquino non e’ ne’ un portavoce del jazz classico tradizionalmente inteso, ne’ un passivo ripetitore di schemi free e canoni sperimentali. Nel suo approccio allo strumento si possono intravedere le stesse urgenze e tecniche che animano avventurieri quali Alex Dòrner, Greg Kelley, Arve Henriksen o Erik Truffaz. Il suo e’ un lavoro autopsico e fisico, che partendo dal respiro e dal soffio scava e restituisce l’essenza piu’ materica dell’ottone. In tal modo puo’ spiegarsi quel frequente effetto sonoro inquinato, impuro, granuloso e distorto che costituisce il quid peculiare di formidabili risultati qui intitolati Riverberi, Trapano Duet e Trampano e cera (coppia di esperimenti dove il rumore della trivella elettrica funge non solo da partner para-ritmico ma anche da interlocutore principale per un estemporaneo dialogo tra la dualita’ pratico-manuale e quella artistico-intellettuale dell’uomo), Piume Check (dove il loop si radica in senso spirale e circolare nelle screpolate velature melodiche del fraseggio), Icaro (sorta di “glitch-jazz” intarsiato negli effetti digitali e nel sottile fondale sonoro di un campanello) 100 Mts Into The Church (altra melodia spuria sconvolta da passi in corsa, sonagli e oggetti mossi-percossi) e la straniante Non perdere il filo, pezzo in cui la tromba si accavalla e moltiplica elettronicamente in un mesmerico girotondo polifonico.


 



Icaro Solo e’ forse l’opera che piu’ delle precedenti aiuta l’ascoltatore a svelare e a comprendere il vero sentire musicale di Luca Aquino, la sua volonta’ di aderire e contribuire a un discorso di largo respiro gia’ da anni in atto oltre i confini nazionali, il suo gusto scapigliato di mettersi in gioco e alla prova con tutto cio’ che di buono e inconsueto infesta i nostri timpani da vent’anni a questa parte. Un disco audace, labirintico ed epico come il personaggio mitologio da cui trae titolo, con l’unica differenza che qui l’uomo vola in alto e fugge dai cliche’ senza pericolo di cadere.


 


 




Voto: 8/10


Genere: Avant Jazz / Impro / Electroacoustic


 


 




Musicisti:


 


Luca Aquino – trumpet, live loops, vocals, electronics, acoustic effects


 


 




Brani:


01. Riverberi


02. Trapano Duet


03. Labirinto


04. La zattera rossa


05. Piume Check


06. Icaro


07. Fabio e Mattia


08. B/n


09. 100 Mts. Into The Church


10. Trapano e cera


11. Non perdere il filo


12. Sol


13. Wax Drill


 




Links:


Luca Aquino: www.lucaaquino.com

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