Grrr…

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Al numero 66 di Bishop Allen Drive Justin Rice e Christian Rudder ammazzavano il tempo scaraventando mobili e suppellettili dal loro piccolo appartamento situato nella dotta Harvard. Da sei anni ad oggi, Rice e Rudder ci buttano invece addosso canzoncine e melodie pop con la stessa ruspante goliardia e ironia di quando erano matricole universitarie. Adesso il covo delle loro mascalzonate e’ Brooklyn, una piazza musicale notoriamente sovraffollata, senza pieta’ ed esclusioni di colpi, che i Bishop Allen riescono a vivere e gestire con uno spirito ilare e scanzonato, smarrito da gran parte dell’intellighenzia “alternative” del posto. E infatti, quella della coppia sembra un’arte tutta fondata sul lato piu’ fresco, quotidiano e leggero del canone indie pop, senza nulla togliere al fattore compositivo e creativo (aspetto in cui i Bishop Allen hanno dimostrato di eccellere con incontinente prolificita’ nei dodici leggendari EP pubblicati mensilmente lungo il corso dell’anno 2006) e a quello tecnico-interpretativo. A una prima toccata d’orecchio Grrr… sembrerebbe una faccenda “indie pop-rock” di normale amministrazione, facile a perdersi e a confondersi tra i tanti titoli del genere accumulatisi in questi ultimi anni nel capace hard disk della nostra memoria. E invece, gia’ dalla seconda volta che gli presti ascolto ti sorprendi e compiaci di essertelo fatto amico, di saper riconoscere e canticchiare i suoi irrresistibili motivetti mentre ti radi la barba al mattino o mentre sei intrappolato nel traffico cittadino nel disperato tentativo di portarti verso casa dopo il lavoro. Sono i miracoli del pop, dei tre-quattro accordi che messi insieme, aggiunti o tolti nel modo giusto, ti conducono verso epifanie improvvise, associazioni di suoni a nomi, cataclismi di emozioni. E allora inizi a divertirti, a misurati nei paragoni. Dimmer e’ una vignetta Kinks di primo pelo, The Lion And The Teacup un frizzante e appiccicoso duetto tra Beck e gli Eels, South China Moon e Dirt On Your New Shoes vischiosi esercizi di finto lo-fi pop tanto cari a Pavement e Swell, The Ancient Commonsense Of Things una frizzante e ficcante sinfonietta come te l’arrangerebbero i Magnetic Fields, True Or False una marcetta in stile folk-jug-brass che farebbe l’invidia dei Belle And Sebastian, Tiger Tiger una sontuosa, stranita e vertiginosa partitura orchestrale lasciata ancora inedita nel cassetto da Conor Oberst aka Bright Eyes, Don’t Hide Away un’infantile filastrocca su organo e batteria dei Fiery Furnaces e Shanghaied un cabarettistico sketch pop di lega They Might Be Giants. Chiamatelo colpo di genio, plagio o accidentale coincidenza, sta di fatto che in Grrr… i Bishop Allen recitano se stessi nella messa in scena di quanto di meglio e’ capitato alla storia dell’indie pop-rock contemporaneo, brillantemente unici ed ineguagliabili, schivando ironicamente ogni severo giudizio con il secolare monito “chi e’ senza peccato scagli la prima pietra”.


 


 


 




Voto: 7/10


Genere: Indie Pop-Rock / Songwriting


 


 




Musicisti:


Justin Rice – vocals, guitar, piano, keyboards


Christian Rudder – vocals, bass, banjo, guitar, electronics


Michael Tapper – drums


Darbie Nowatka – vocals


Bryce Goggin – organ


Daniel Hart – strings


Jon Natchez – horns


Kelly Pratt – horns


 


 




Brani:


01. Dimmer


02. The Lion And The Teacup


03. South China Moon


04. Dirt On Your New Shoes


05. Oklahoma


06. The Ancient Commonsense Of Things


07. True Or False


08: Rooftop Brawl


09. Shanghaied


10. Don’t Hide Away


11. Cue The Elephants


12. The Magpie


13. Tiger, Tiger


 


 




Links:


Bishop Allen: www.myspace.com/bishopallen


Dead Oceans Records: www.deadoceans.com

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