Golden Valley is Now

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I detrattori (ma probabilmente anche gli estimatori) concorderanno sulla staticità di schema spesso offerto dalla fusion contemporanea e sull’importanza (se non la necessità) del lavoro circa il superamento di modello; il che di fatto non si è riscontrato raramente, quantunque molti alfieri del filone preferiscano vivere di rendite ed allori (altrui).

Non annunciato come tale, ma fortemente contributivo al tema in oggetto, il prodotto discografico di una non risaputa ma già stagionata partnership, che al ruolo solistico vanta l’altamente celebrato tastierista Craig Taborn, curiosamente non coinvolto in fase compositiva, condivisa invece tra gli animatori delle sezioni ritmico-elettroniche, Reid Anderson e Dave King, peraltro i medesimi dell’originale trio Bad Plus, di stanza nella Minneapolis comprendente la Golden Valley del titolo, area della frequentazione ben più che trentennale tra i co-protagonisti dell’operazione.

GOLDEN VALLEY IS NOW "Highway 1000" and "The end of the world" from Idée Fixe on Vimeo.

Rispetto alla nota formazione appare però nuova o comunque diversamente orientata la progettualità del trio in oggetto: elaborato “entro una sensibilità pop” senza affatto disconoscere le sintassi jazz – insomma, gli ingredienti-cardine su cui si fonda la fusion più comunemente intesa (ed a cagione di ciò, spesso mal-intesa) – Golden Valley is Now al discusso filone appronta un contributo non scontato, assestante staffilate d’ironia nell’accettazione, da parte dei musicisti, di “robotizzarsi” un po’, in una studiata quanto relativamente incruenta spersonalizzazione,  generando un sound sintetico, certamente non tanto viscerale o sanguigno quanto invece  “di testa”, pervaso dal sinuoso bordone ritmico prodotto da basso ed elettroniche e dal metallescente drumming, a cornice e supporto dei vitrei disegni e dagli smaltati colori delle tastiere, conferenti una sorta di fluorescenza ad un interplay plastico, segnato da connotazioni cibernetiche (come un tempo si sarebbe detto), con non poche strizzate d’occhio (ed orecchio) al filone nel passaggio tra anni ’80 e ’90, pur tendendo progettualmente a rialzarne lo standard creativo.

Sospendendo il giudizio se davvero si abbia a che fare con la dichiarata “dichiarazione d’amore per la forma-canzone”, di certo si potrà rilevare con apprezzamento la risultante, relativamente inattesa nelle morfologie d’esito, della presente triangolazione di talenti: calibrata e senza strafare nell’effettismo, ma virulenta e di sostenute energie, la musicalità qui esposta palesa forti attenzioni per la dimensione armonica, in cui dinamicamente convivono strutturazione e nitore.

 

Musicisti:

Reid Anderson, basso elettrico, elettroniche
Dave King, batteria, batteria elettronica
Craig Taborn, synth, piano elettrico, pianoforte

 

Brani:

01.  City Diamond (Reid Anderson)
02.  Sparklers and Snakes (Dave King)
03.  Song One (Reid Anderson)
04. This is Nothing (Reid Anderson)
05.  High Waist Drifter (Dave King)
06.  Polar Heroes (Reid Anderson)
07.  You Might Live Here (Reid Anderson)
08.  Solar Barges (Dave King)
09.  Hwy 1000 (Reid Anderson)
10.  The End of the World (Reid Anderson)

 

Link:

Intakt Records