E siamo arrivati a tre! Sto parlando del bel libro di Egidio Colombo “GENOVA in JAZZ / fra storia e cronaca” edizioni Louisiana Jazz Club Museum, che si aggiunge ad altre due storie metropolitane del jazz. Infatti fra il 2004 e il 2005 sono usciti in Italia tre libri che parlano della nascita e dell’evoluzione del jazz in tre citta’ italiane, Bari, Genova e Napoli. Molto interessante ed emblematica la coincidenza temporale. Il fatto che contemporaneamente in tre citta’, guarda caso tutte e tre citta’ di mare, si sia sentita l’esigenza di scrivere le proprie storie riguardanti la musica jazz e’ sintomatico e intrigante. Forse e’ arrivato il momento di mettere ordine in tutto il grande patrimonio storico jazzistico che ogni citta’ italiana, sia essa piu’ o meno grande, custodisce nella propria storia. Assolutamente intrigante poi il veder nascere una rete sottile e rapinosa di relazioni culturali fra le varie realta’ urbane italiane, rete che porta acqua al mulino della conoscenza aumentando in maniera positiva il crescere di ulteriori stratificazioni storiche che fanno migliorare in continuazione la qualita’ della vita e la comprensione di fenomeni storici e artistici di grande spessore e di grande qualita’.
La prima notizia che salta agli occhi leggendo questo libro e’ che il jazz in Italia e’ arrivato molto prima di quanto generalmente si possa pensare. Molti credono che la fine della seconda guerra mondiale potrebbe essere benissimo la data ufficiale dell’ingresso della cultura jazzistica in Italia, ma cosi’ non e’. Bisogna tornare molti anni indietro nel tempo. Per l’esattezza, all’aprile del 1922 anno in cui si tenne a Genova un convegno internazionale al quale parteciparono delegati di 34 nazioni per discutere sulla ricostruzione dell’economia mondiale, non dimentichiamo che la Grande Guerra era terminata da pochi anni. In quel mese infatti, per festeggiare l’avvenimento, oltre a molti altri accadimenti di tipo culturale e di intrattenimento, ci fu a Genova l’esibizione della Pe’lican Jazz Band, una band parigina che annoverava fra i suoi componenti diversi musicisti jazz afroamericani per cui, come scrive Egidio Colombo, “…la musica prodotta da questa orchestra dovette agire da potente stimolo per i musicisti genovesi, tanto che gia’ alla fine dello stesso anno, si ha notizia di orchestrine stile sincopato nelle quali si distinguevano il trombonista Potito Simone, il trombettista Giovanni Miglio e il sassofonista-clarinettista Domenico Mancini…“.
Gia’ dalle prime pagine di questo libro ci accorgiamo che il mare e’ stato un potente legame fra l’America e l’Italia per quanto riguarda la venuta in Italia della musica jazz. I grandi transatlantici che facevano la spola fra il vecchio continente e il nuovo mondo hanno avuto un ruolo di primo piano nella diffusione della cultura jazzistica. Uno dei primi musicisti genovesi ad interessarsi di jazz fu il mitico Pippo Barzizza che appena diplomatosi in conservatorio entro’ a far parte della Orchestra Di Piramo che nel 1924 si chiamo’ Di Piramo’s Jazz Band.
Continuando nella lettura di questo gradevolissimo ed estremamente documentato libro ci passano davanti oltre ottant’anni di storia d’Italia letti attraverso gli episodi musicali che si sono appalesati a Genova per tutto il secolo scorso e che continuano ad evidenziarsi all’oggi.
Se volessimo qui elencare tutti i musicisti presenti nel libro di Egidio Colombo riempiremmo pagine e pagine. E’ assolutamente impressionante la ricchezza di iniziative, concerti, nascite di scuole jazzistiche che Genova ha prodotto nel secolo scorso e che continua a produrre!
La caratteristica comune a tutte quelle citta’ nelle quali e’ spuntata la feconda pianta della musica afroamericana e’ la passione totale che ha animato e che continua ad animare i protagonisti di questa stagione che non ha termine. La passione, questa molla potentissima che e’ capace veramente di smuovere le montagne!
Una delle caratteristiche di questo libro e’ la grande ricchezza di fotografie che documentano, ognuna piu’ di mille parole, la cultura musicale di questa citta’ straordinaria. Nelle fotografie e, ovviamente nella storia, si notano sempre gruppi musicali formati da giovani, addirittura giovanissimi, con la presenza all’interno di queste band di pantere grigie che sono la cinghia di trasmissione fra la storia delle origini e gli avvenimenti futuribili.
Chi sta scrivendo si e’ trovato davanti un problema pressocche’ irrisolvibile, citare tutti i musicisti genovesi che sono presenti su questo libro. Se avessi fatto cio’ non sarebbe bastato quest’articolo ad indicarli tutti, fatto questo che la dice lunga sulla prolificita’ assoluta di questo nostro magnifico e complesso episodio urbano. Mi limitero’ quindi a citare un solo protagonista di questa bella storia, perche’ oltre ad essere presente nella storia del jazz genovese e’ stato presente anche in quella di Napoli e in quella di Bari. Sto parlando del magnifico trombettista foggiano Franco Tolomei, ahime’ scomparso qualche anno fa, che ha collaborato con le realta’ jazzistiche di queste tre citta’, oltre che con molte altre realta’. Le vie attraverso le quali si propaga la cultura musicale sono spesso le piu’ misteriose e le piu’ sconosciute, segno questo che il jazz ormai fa parte del DNA dell’uomo moderno.
Mi piace concludere questa recensione con le parole di Guido Festinese: “Ci conforta il fatto che il prezioso, a volte misconosciuto, lavoro di tanti appassionati, come noi della vecchia guardia, abbia contribuito a preparare il terreno sul quale sono cresciute generazioni di jazzisti che hanno saputo fare di Genova una delle capitali del jazz europeo“.
Parole sacrosante che condivido totalmente e che sono tranquillamente applicabili a tutte le altre realta’ metropolitane italiane dove il jazz e’ nato e si e’ evoluto, oltre che per la sua forza straordinaria, anche per la passione assoluta di appassionati che non dovremmo dimenticare mai.
Consiglio caldamente questo libro a quanti siano interessati alla grande e variegata storia del jazz in Italia.
Prefazione di Giorgio Lombardi, introduzione di Adriano Mazzoletti, conclusione di Guido Festinese. pgg.182, € 15,00.