Lotto Infinito

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Nulla finisce per caso in un disco di Enzo Avitabile. Tantomeno testi, musica e arrangiamenti. Il nuovo album “Lotto infinito” riparte dallo splendore imponente di “Black Tarantella” e dalla consacrazione internazionale di “Music Life”, film sull’artista partenopeo diretto dal premio Oscar Jonathan Demme. Concepito in modo minuzioso e ponderato in quattro lunghi anni, “Lotto infinito” conferma una volta per tutte la profondità intellettuale e la sensibilità pragmatica dell’uomo Avitabile. L’ottica musicale resta sempre la stessa: convogliare generi, stili e linguaggi diversi, da ogni angolo del globo, verso un luogo, Napoli, eterno porto franco di contrasti, valori e culture. Una città che stavolta viene raccontata e analizzata soprattutto dal versante settentrionale delle sue periferie selvaggiamente urbanizzate e martoriate.

 

Nulla finisce per caso in un disco di Enzo Avitabile, a partire dal titolo scelto per questa nuova fatica: “Ho deciso fin dal primo momento che Lotto Infinito sarebbe stato il titolo del nuovo album. Il lotto è un piccolo rione, un insieme di case popolari. I lotti infiniti sono frammenti di universo, porzioni di realtà individuali ma allo stesso tempo unite tra loro. Superfici di piccoli mondi del mondo, del cielo, dell’umanità, dello spirito, della storia, l’uno, i tanti, il tutto, il niente, il passato, presente e futuro. È un canto di speranza che nasce dalla periferia di Napoli … Ho deciso di realizzare questo lavoro partendo dalla mia periferia per poi abbracciare quelle che sono le periferie di tutto il mondo” – e ancora – “Il mio sguardo è sulle periferie esistenziali, quelle zone popolari come Scampia e Capodichino, Secondigliano e Marianella, dove sono nato e dove vivo, quella Napoli meno appariscente, quella che non si vede dal mare, quella gente che non ha niente da quando apre gli occhi ogni mattina e combatte tutta la giornata. In un periodo passavo spesso da Ponticelli, un altro quartiere di grande povertà e alta disoccupazione, dove c’è questo Lotto Zero, tanti alti palazzoni grigi fatti per la 167, un’area fortemente degradata. Qualcuno aveva modificato lo zero facendolo diventare il doppio occhiello di infinito, così è nata l’idea di questi Lotti Infiniti, frammenti dell’universo, porzioni di realtà individuali ma unite fra loro” *.

 

La multietnica polifonia di Napoli Nord cavalca subito il ritmo di una tammurriata jazzata, offrendo nel testo una fotografia cruda, sincera e appassionata della situazione in cui versano a quella latitudine le labirintiche aree periferiche. Altre città nella città. Stati d’animo quotidiani di chi ha nulla, campa, trema e spera. È l’incipit già formidabile di un viaggio umano ed esistenziale che si snoda attraverso ulteriori tredici titoli e momenti impreziositi da un ventaglio di ospiti e collaborazioni senza eguali in nessun disco precedente dell’artista. Così nella seguente De Profundis sale in cattedra il magico duetto con la voce di Giorgia, a ricamare un lento di ascendente emozione dedicato alle mille luci e ombre nel ventre di Scampia. Avitabile ha la bella abitudine di trarre dall’osservazione quotidiana i suoi messaggi, siano essi taglienti, polemici oppure pieni di fede come “Quando la felicità non la vedi cercala dentro”, ispirata ad una frase trovata su una colonna della sua Marianella. Guidato dagli accordi languidi di una chitarra acustica e dalle note di un’ancia il mood del disco si raccoglie ulteriormente nell’intimismo poetico e compassionevole di Attraverso l’acqua, brano cantato insieme a Francesco De Gregori per raccontare Lampedusa e le migliaia di migranti che all’isola affidano il loro destino.

“Lotto infinito” è un disco complesso, articolato ed eterogeneo, meno immediato di “Black Tarantella” ma certo più ambizioso. Il filo tematico dei testi si disperde urgente e attento per ogni dove mentre sonorità e ritmi escono dal cilindro quasi a sorpresa. Vedi il groove latino-caraibico, intriso anche di Africa e Giamaica, della fantastica San Ghetto Martire interpretata con Alessandro Mannarino. L’obiettivo punta ancora sulle vele di Scampia, ma per raccontare il suo Carnevale e “il miracolo” dell’associazione Gridas caparbiamente voluta dal suo fondatore, l’artista-muralista Felice Pignataro. Toccante e persa tra arpeggi di flamenco, Bianca (dedicata alla giovane cantautrice aversana Bianca D’Aponte, prematuramente scomparsa a 23 anni) trova alleata la sincera sensibilità di Renato Zero mentre Amm”a amm”a incita al cambiamento e fonde in un turbine di energia il botta e risposta “rap” tra Avitabile e Caparezza.

 

L’album trova un altro picco creativo nella litania laica di Abbi pietà di noi, invocazione segnata dal battito della tammorra e dal fraseggio di un oboe orientaleggiante, in cui il cantautore elenca i luoghi “appicciati” e devastati della Terra dei Fuochi, incontrando qui le voci delle gemelle siamesi Angela e Marianna Fontana, protagoniste del film “Indivisibili” di cui il brano è anche colonna sonora. In altre due tracce (Comm’ ‘a ‘na e Verità sarà) lo ascoltiamo dialogare rispettivamente con il musicista senegalese-mauritano Daby Touré e con la giovane cantante franco-marocchina Hindi Zahra. Ennesima conferma di quanto sia sempre felice il sodalizio di Avitabile con le tradizioni africane e le culture affacciate sul Mediterraneo.

 

Dritti al cuore giungono anche i versi di Jastemma d’amore, imprescindibile testimonianza della proficua collaborazione con il regista-attore di teatro sperimentale Pippo Delbono. Poi in coda due piccole gemme: Nisciuno sape, interpretata insieme alla straordinaria Elena Ledda con l’accompagnamento della cinematica tromba di Paolo Fresu, e Lotto infinito, dove alberga il breve ma altamente simbolico cameo della grande Giovanna Marini. Un brano tra i più lirici e struggenti del disco, in cui Avitabile ben impersona il senso di disperazione e il desiderio di rinascita di un giovane “intrappolato”, suo malgrado, nel fatidico “ground zero” morale e sociale del proprio lotto. Lì dove Lello Arena, nella conclusiva Addo sò nato io, ci ricorda che “u dolore è normale, è comm’ o viento” e “la gioia è vietata, è comm ‘a droga”.

 

Nulla finisce per caso in questo disco, tantomeno il folto numero di ottimi musicisti che ruotano e si avvicendano traccia dopo traccia. Come le parole di queste canzoni tessere preziose e basilari per la riuscita di un mosaico espressivo che Enzo Avitabile, tra i più attuali portavoci musicali di Napoli nel mondo, ci consegna per riflettere, sperare e saper ascoltare.

 

* Estratti da interviste rilasciate rispettivamente al portale “mydreams.it” e al quotidiano on-line “Il Manifesto”

 

Voto: 8/10

Genere: World / Pop / Folk / Black Music

 

 

Musicisti:

Enzo Avitabile – voce, saxello, sax tenore, al ghaita, arpina, pianoforte, tastiere

Linley Marthe, Gianpaolo Palmieri – basso

Roger Biwandu, Mario Rapa – batteria

Bassekou Kouyaté – ngoni

Gianluca Di Fenza – chitarra acustica

Massimo Fuschetto – oboe

Diego Carboni – tastiere

Antonio Bocchino – sax alto

Carmine Pascarella – tromba

Marco Pescosolido – violoncello

Emidio Ausiello – tammorra

Tartit – voce

Bottari di Portico

 

Brani:

 

01. Napoli nord

02. De profundis [feat. Giorgia]

03. Quando la felicità non la vedi cercala dentro

04. Attraverso l’acqua [feat. Francesco De Gregori]

05. San Ghetto martire [feat. Alessandro Mannarino]

06. Bianca [feat. Renato Zero]

07. Amm”a amm”a [feat. Caparezza]

08. Abbi pietà di noi [feat. Angela & Marianna Fontana]

09. Comm’ ‘a ‘na [feat. Daby Touré]

10. Jastemma d’amore [feat. Pippo Delbono]

11. Nisciuno sape [feat. Elena Ledda & Paolo Fresu]

12. Lotto infinito [feat. Giovanna Marini]

13. Verità sarà [feat. Hindi Zahra]

14. Addo sò nato io [Lello Arena]

 

 

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