Con il quarto album da leader (il secondo per la Red Records) Pietro Condorelli si conferma, oltre che ottimo musicista, grande arrangiatore e “direttore d’orchestra”.
Rispetto al precedente Quasimodo, nella cui scia Easy si pone, Condorelli prova ad espandere l’impianto sonoro. Se gia’ in quello il chitarrista aveva dovuto risolvere non pochi problemi di amalgama considerando l’organico non “facile” (ritmica con piano e chitarra piu’ la tromba di Fabrizio Bosso), qui Condorelli si complica ancora di piu’ la vita. A quel quintetto aggiunge due sassofoni e un trombone e per la seconda volta riesce nell’impresa.
Musicista ormai maturo, ci regala un disco in cui l’attenzione per l’impasto sonoro, per il suono d’insieme e’ prioritaria. Un disco in cui tutto sembra apparentemente “facile” (vedi titolo dell’album), in cui tutto sembra funzionare alla perfezione e in cui l’interplay tra i musicisti raggiunge vette parecchio alte. La realizzazione di questa “apparente” facilita’ sta tutta nell’abilita’ del leader, nel sapersi porre in secondo piano rispetto alle esigenze del gruppo. Che e’ poi la caratteristica che rende un leader tale… un disco, insomma, che dietro la sua “leggerezza” e scorrevolezza, nasconde un intenso lavoro nelle retrovie.
A capo di una piccola orchestra, Condorelli puo’ approdare in territori sonori finora sconosciuti grazie al quartetto di fiati cui fa da contraltare il quartetto ritmico di base. Si rivela in questa ricerca piu’ che mai prezioso il ruolo di trait d’union del pianista Francesco Nastro. Onere ovviamente diviso a meta’ con il chitarrista.
Composizioni originali si alternano con pezzi moderni non propriamente standards, in cui il primo assolo e’ volutamente affidato ogni volta ad un musicista diverso. Cio’ che lega i brani e’ la ricerca di una preminente cantabilita’ contrapposta ad un’accurata ricerca ritmica. E la ricerca della melodia e di una maggiore capacita’ di esprimere in maniera immediata le proprie emozioni e’ uno degli obiettivi (difficile da mettere in pratica per un “cerebrale” come il nostro) che in questo disco appare pienamente raggiunto. Composizioni come “Del Sasser” di Sam Jones o l’originale “M. L. Samba”, arrangiata da Filippo D’Allio ed omaggio alla sfortunata barca italiana Mascalzone Latino, “cantano” irresistibilmente senza perdere nulla della loro vivacita’ e vigore ritmico. Merito anche dell’ottima vena dei due sax Jerry Popolo e Daniele Scannapieco. Bello il duetto di quest’ultimo con la batteria di Pietro Iodice, ottimamente seguito dal trombone di Roberto Schiano, in “Red Apple Jam”. I due brani centrali, “Fenjang” e “Y todavia la quiero”, sono appannaggio del chitarrista Condorelli, oltre che del Condorelli arrangiatore, che, convincente e travolgente, emerge su tutti, grazie anche ad un maestoso Pietro Cincaglini, che con linee di basso sempre fluide e precise valorizza gli assoli del leader e non solo.
Chiude il disco ancora una composizione originale, Ask me why, un ammiccante blues che ci trasporta nell’America piu’ nera, e su cui Fabrizio Bosso pone la sua impronta indelebile facendo gemere e cantare piu’ che mai la sua anima negra.
Musicisti:
Fabrizio Bosso – tromba eamp; flicorno
Daniele Scannapieco – sax tenore eamp; alto
Jerry Popolo – sax tenore eamp; alto
Roberto Schiano – trombone
Pietro Condorelli – chitarra
Francesco Nastro – piano
Pietro Ciancaglini – contrabbasso
Pietro Iodice – batteria
Brani:
01. Full House (Wes Montgomery) 4:26
02. Del Sasser (Sam Jones) 4:52
03. Search For A New Land (Lee Morgan) 2:09
04. M. L. Samba (P. Condorelli) 8:02
05. Finjang (P. Condorelli) 8:24
06. Y Todavia La Quiero (Joe Henderson) 5:01
07. Red Apple Jam (P. Condorelli) 6:01
08. Bedouin (Duke Pearsons) 10:54
09. Ask Me Why (P. Condorelli) 10:41
Arrangiamenti P. Condorelli eccetto “Full House” e “M. L. Samba” di Filippo D’Allio
Links:
Red Records: www.redrec.net
I.R.D.: www.ird.it