Convince l’omaggio a Bernard Herrmann

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Un contrabbasso in solitudine, una cavata profonda, magistrale. Suggestione, poesia. E’ l’incipit del terzo brano, il concerto e’ al suo culmine. Aldo Vigorito – e’ suo il remo del nocchiero – sembra voler traghettare la musica oltre un sentiero, indicare un’altura. Arriva una pausa. Poi la leader Carla Marciano al sassofono contralto, Alessandro La Corte al pianoforte acustico e solo in questo caso anche ad una tastiera elettrica in funzione orchestrale (capiremo fra pochissimo il perche’) e Gaetano Fasano – va rimarcato: si tratta di uno dei quartetti piu’ longevi e straordinariamente affiatati del jazz italiano in circolazione – si lanciano nella rilettura tanto impervia quanto entusiasmante di “Vertigo”, la partitura orchestrale che il grande Bernard Hermann scrisse come colonna sonora del film di Alfred Hitchcok che in Italia conosciamo col titolo “La donna che visse due volte”.

Il quartetto e’ impegnato su un doppio fronte: restituire all’ascoltatore, con devota fedeltà, il turgore, il tenebroso struggimento e s’intende la complessità del magistero sonoro hermanniano – ed è proprio ad Alessandro che va ascritto il merito di questo arrangiamento – ma al tempo stesso creare spazi improvvisativi originali, un’osmosi fra quel mondo sonoro, di ascendenze addirittura wagneriane, e quello cosi’ potente e identitario che Carla, un vero simbolo del jazz mondiale al femminile, ha costruito in questi anni.

A partire da quel “Trane’s groove”, il fulminante debutto discografico del 2002, col quale indicava, fin dal titolo, un legame non di maniera o solo stilistico ma al contrario viscerale, tellurico, intensamente consapevole, con la grande stagione del jazz afroamericano degli anni Sessanta, con le utopie e la profonda spiritualita’ ‘ascensionale’ di Coltrane.

Dallo scrosciante applauso che ha accolto la conclusione del brano – il concerto, organizzato dalla Regione Campania, concludeva una minirassegna che aveva avuto inizio la sera precedente con il quartetto di Antonio Onorato (ma in una prima diffusione le date erano state invertite!) – si deve concludere che il quartetto ha avuto ragione su entrambi i fronti.

Non c’e’ allora che da attendere, fortunatamente ancora per poco, l’uscita, prevista per il prossimo 6 settembre sulla prestigiosa etichetta Challenge, del suo nuovo, quinto lavoro discografico “Psychosis – Homage to Bernard Hernmann” che conterra’ questo ed altri brani dedicati al compositore scomparso nel 1975.

E non solo: in un brano aggiuntivo, ci sara’ un tributo ad un ulteriore maestro, stavolta contemporaneo, della musica per cinema statunitense: John Williams, il motivo prescelto Hedwig’s theme che tanto ha caratterizzato la versione cinematografica della saga di Harry Potter.

Ed e’ proprio con la suggestiva, sorprendente, e’ il caso di dire magica, esecuzione di questo trascinante arrangiamento – eseguito al sopranino, l’altra ‘ancia’ della sassofonista salernitana – che la Marciano si è presentata al pubblico dell’Antiquarium di Palinuro. In un concerto dunque, che è riuscito a comunicare sin dalle prime battute un senso di novità, di conquista di ulteriore maturità e libertà espressiva.

Nondimeno tratti dai precedenti lavori discografici gli altri brani in scaletta: l’intensa ballad Inside, tratta da “Stream of consciousness” in cui la sassofonista ha inserito nel finale una lunghissima cadenza eseguita in totale solitudine, un vero brano nel brano, molto apprezzato dal pubblico; Dance on mind, una danza bop che apriva “A strange day”, il secondo album del 2005, e in cui la sassofonista e il batterista, in duo, si sono ritagliati un vero e proprio “interstellar space”.

E ancora Unaware – stavolta tratto da “Change of mood”, il terzo cd del 2007 – in cui la protagonista si e’ lanciata nell’assolo forse piu’ impetuoso della serata: grappoli di note, sovracuti, una potenza ipnotica e un’intensità sonora che hanno incantato gli ascoltatori.

Tutto qui? Nient’affatto. Perché, al termine dei brani in scaletta, Carla, Alessandro, Aldo e Gaetano hanno voluto suggellare una serata pienamente riuscita offrendo al pubblico un generoso, doppio bis.

Con i brani God rest ye merry, gentleman, ancora tratto da “Stream of consciousness”, un brano tradizionale ancora arrangiato da Alessandro, che ha visto il ritorno della leader al sopranino e infine Far away, anch’essa tratta da “A strange day”, forse la ballad piu’ intensa composta da Carla.

 

 

CARLA MARCIANO QUARTET
Palinuro, Antiquarium, 31 luglio 2019

Carla Marciano, sax contralto
Alessandro La Corte, pianoforte, tastiere
Aldo Vigorito, contrabbasso
Gaetano Fasano, batteria