Siamo alla seconda stagione della saga del Capitone, sull’onda del successo della prima, che è valsa come presentazione del condottiero Capitan Capitone, al secolo Daniele Sepe, alla guida di un’improbabile ciurma di scombinatissimi marinai in giro tra i mari, se non proprio di tutto il mondo, quantomeno dei più diversi generi musicali, partendo proprio dal golfo di Napoli. Ancora dunque un concept-album, un poemetto musicale, che ben si presta alla narrazione a episodi della trama, surreale e paradossale e, quindi perfettamente appropriata al profilo del Capitone.
Ogni brano dei venti che formano il disco Capitan Capitone e i Parenti della Sposa, narra dunque un capitolo del poemetto.
Nel primo brano, Ah Bello!, il Capitone e la sua ciurma vivono della quotidiana beatitudine fatta di gozzoviglie e divertimenti da scapoli. Alla fine di quello che finisce per essere un vero e proprio addio al celibato, il Capitano annuncia a tutti un’inattesa novità: tra un mese si sposerà.
In E’ Preciso Muito Amor, un pezzo di musica brasiliana di Chico Da Silva, la ciurma festeggia a suo modo, al ritmo di samba, l’annuncio del Capitone ma la sposa è di rango sociale ben diverso da quello del pirata avventuriero e gli uomini non mancano di mettere prontamente in guardia il condottiero dei pericoli insiti nella capricciosità delle donne.
Anzi, a pensarci meglio, in Battiamo Le Mani, la ciurma esprime, si, felicità per i regali che gireranno ma si rende anche conto delle profonde differenze sociali e di non essere all’altezza del rango della sposa. L’atmosfera e quella semplicità, quasi infantile, tipica della festa popolare d’altri tempi.
E’ quasi giunta la fatidica ora. In Lost in Miano, si incontra uno stile inquadrabile tra l’”hard rock” e il “metal”: uno dei membri dell’equipaggio si è smarrito nella periferia per aver seguito il navigatore (satellitare!) ma è in costante contatto telefonico col Capitano e insiste strenuamente nello sconsigliare il suo capo dal suo dissennato proposito nuziale. Le telefonate si susseguiranno in tutto il percorso del disco: riuscirà il nostro eroe a raggiungere il luogo della cerimonia?
In Marcia Nuziale il grande passo è compiuto e si brinda. E’ l’ora dei festeggiamenti.
Sushi & Friarielli, racconta del pranzo nuziale e del suo articolato menù, che dovrà accontentare i gusti “rustici” dei pirati e quelli “raffinati” dei parenti della sposa. Per sottolineare i contrasti il tutto si svolge in salsa latino-caraibica con qualche sprazzo di minuetto. Nel disco, si susseguono omaggi e citazioni a generi musicali, a illustri colleghi predecessori e contemporanei, e questo brano è proprio un ottimo esempio di stile spiccatamente “arboriano”.
Stella ‘e Mare, racconta della nostalgia del Capitone per il suo primo amore, Megaride. E’ un bellissimo pezzo di jazz napoletano, cantato da un ottimo Gnut, in cui è doveroso citare Stefano Bollani al pianoforte, Aldo Vigorito al contrabbasso e un raffinatissimo tappeto di fiati. Il brano ricorda il jazz siciliano della migliore stagione di Ivan Segreto. E’ senz’altro un “groove” estremamente interessante che varrebbe la pena di approfondire e sviluppare ampiamente.
In Bitch, (!), il dolore dell’ex fidanzato somiglia molto più alla rabbia. Il pezzo, ancora un rock duro “d’altri tempi”, è decisamente vietato ai minori che conoscono l’inglese, a meno che non si voglia insegnare loro anche un ricco vocabolario di parolacce…
In Ti Amerò Più Forte, Megaride, anch’essa innamorata del Capitano, denuncia quante e quali difficoltà incontrerà l’amore tra i due sposi, così diversi tra loro. La canzone ha un ottimo costrutto di musica e testo con base ritmica fatta di piano, archi, fiati, cori, sax, di sapore anni ’60.
Nel decimo brano, il pranzo è iniziato ma il pirata smarrito continua ad aggirarsi per Miano e, seguendo pedissequamente le indicazioni del navigatore, come spesso accade a tutti noi, non riesce a trovare la strada e incappa in ulteriori complicazioni con l’autorità.
In La Canzone Del padre, il padre della sposa si dispera per la scelta scellerata della figlia, per aver deciso di imparentarsi e, quindi, di coinvolgere anche lui e tutta la sua famiglia, con un pirata scellerato e suonatore di sax. Il suocero del Capitone teme addirittura – e non sbaglia – che i parenti dello sposo abbiano intenzione di approfittare dell’assenza da casa di tutta la famiglia per derubarlo. Qui la scena inizia in atmosfera cantautoriale la presto si fa neomelodica, le citazioni sono rivolte a diversi illustri colleghi cantanti – “divina” la chicca dedicata a Enzo Avitabile – e alla parlesia, lo “slang” dei tempi che furono di musicisti e gente di mal’affare ma spesso ancor oggi in uso tra lo scherzoso e il serio.
Il Valzer Dei Telefonini, è a dir poco geniale: racconta di come gli invitati passino la maggior parte del tempo a smanettare su telefonini e smartphone. Niente di più azzeccato!
Non bisogna dimenticare che la ciurma del Capitone è formata da pirati e che l’incontro con i parenti ricchi della sposa è un’occasione a dir poco irresistibile: il sospetto del padre della sposa è fondato. In Ma Che Felicità, si racconta di come, mentre gli invitati “ricchi” e quelli “poveri” si denigrano a vicenda, parte della ciurma, con la complicità nientepopodimeno che di Al Bano Carrisi, che canta e offre il suo “primitivo” per distrarre gli invitati, sia andata a rubare in casa del padre della sposa.
In El Cangrego Peluso, i pirati raccontano di come effettuano l’esproprio proletario in casa del padre della sposa con la complicità della donna stessa che, ormai rinnegata, è pienamente coinvolta nei loschi affari del Capitano. Gli omaggi sono alla tradizione celtica e al flamenco.
Nel quindicesimo brano torna l’invitato smarrito i Miano; a cerimonia ormai quasi conclusa, è convinto di aver finalmente trovato la strada.
Camerieri, racconta il punto di vista del pasticciere, salentino – un cameo di Daniele De Michele, in arte “Don Pasta” – e degli altri camerieri, che impazziscono tra le richieste dei parenti dello sposo e della sposa. I camerieri si vendicano inserendo una sorpresa nella torta e anche qui, per non farsi capire dagli invitati, rappano con grandi inserti in parlesia.
Mal ‘E Funk, è un grande funky omaggio alla musica di James Senese e della sua Napoli Centrale, illustre collega saxofonista del Capitano Sepe. A fare male non è il “funk” ma la pancia, per gli spiacevoli effetti della vendetta a sorpresa dei camerieri e del pasticciere.
Nel diciottesimo brano, l’invitato smarrito in Miano è aspramente redarguito dal Capitano, al quale non importa se non ha partecipato alla cerimonia, ma che pretende il regalo, “la busta”: ma il pirata è stato guidato dal navigatore (satellitare!) in un’altra festa di sconosciuti, e non sa come tornare indietro…
Il Saluto Degli Sposi, rivela che il vero scopo degli sposi, quello di arraffare dei soldi, e che hanno intenzione di scappare senza pagare nessuno dei musicisti.
In La Saltarella Del Capitone, gli sposi fuggono via col bottino e uno sberleffo.
Insomma un disco in cui non mancano certo ironia e paradosso, umorismo e allegria, ma neppure cura artistica e qualità musicale, è ampiamente evidente che ogni nota e ogni parola è stata limata e pesata per occupare il posto in cui si trova. Leggendo l’utilissimo librettino interno, che contiene titoli, spiegazioni, testi, e traduzioni, tutto diventa più chiaro (e semplice). Resta qualche refuso grafico nel package, di cui comunque il grafico è stato graziosamente ringraziato in anticipo “nero su bianco”.
Non so se vi è venuto il desiderio di ascoltare questo disco, nel caso, ridete pure liberamente, a volontà, ma almeno, per dignità, cercate di trattenere le lacrime e il resto…
Al disco hanno partecipato ben 69 musicisti per 52 minuti di musica:
1) Dario Sansone – voce
2) Andrea Tartaglia – voce
3) Marcello Coleman – voce
4) Roberto Colella – voce
5) Tommaso Primo – voce
6) Sara Sgueglia – voce
7) Robertinho Bastos – voce
8) Claudio “Gnut” Domestico – voce
9) Alessio Sollo – voce
10) Shaone – voce
11) Speaker Cenzou – voce
12) Pepp-Oh – voce
13) Mariano “Grifo” – voce
14) Gino Fastidio
15) Daniele “Don Pasta” de Michele – voce
16) Enzo Gragnaniello – “Bell”
17) Adriano Marino “Mandriano” – patente e libretto
18) Nero Nelson – voce
19) Stefano Piro – voce
20) Marianna Fiorillo – voce
21) Gabriella Cascella – voce
22) Salvatore Lampitelli – voce
23) Enrichetta Stellato – voce
24) Raffaele Giglio – voce
25) Paolo Licastro – voce
26) Enrico Del Gaudio – voce
27) Francesco Grosso – voce
28) Federico Palomba – voce
29) Alessandro Morlando – chitarra, chitarra elettrica
30) Gianluca Capurro – chitarra elettrica
31) Franco Giacoia – chitarra elettrica
32) Giuseppe Spinelli – chitarra
33) Lorenzo Campese – piano, hammond, tastiere
34) Stefano Bollani – pianoforte
35) Luca Casbarro – fisarmonica e zampogna
36) Davide Afzal – basso
37) Dario Franco – basso
38) Davide Costagliola – basso
39) Sergio Di Leo – basso, piriti (forse volevano dire pirati? Mah!) e voce
40) Luigi Castiello – basso
41) Aldo Vigorito – contrabasso
42) Marcello Smigliante Gentile – mandolino
43) Alessandro De Carolis – flauto
44) Umberto D’angelo – oboe
45) Gaetano Falzarano – clarinetto
46) Antonello Capone – fagotto
47) Giuseppe Giroffi – sax baritono
48) Gianfranco Campagnoli – tromba e flicorno
49) Alessandro Tedesco – trombone
50) Fabio Malfi – batteria
51) Mario Insenga – batteria
52) Alessandro Perrone – batteria
53) Enzo Pinelli – batteria
54) Claudio Marino – batteria
55) Antonio Esposito – batteria
56) Pasquale Bardaro – percussioni orchestrali
57) Antonello Iannotta – tamburello e vettovaglie
58) Martina De Falco – nacchere, scetavajasse e triccabballacche
59) Massimo Ferrante – marranzano
60) Antonio Iuliano – rebolo e voce
61) Martina Lombardi – tamborim e voce
62) Toni Coos Marshall – pandeiro e cori
63) Nello Arzanese – chitarra e cori
64) Foffo Fuser – cuica
65) Gianluca Presta – surdo
66) Dario De Simone – repiqe de mao e reco reco
67) Rino Gargiulo – caixa
68) Pasquale Del Solio – cavaquinho e cori
69) Il Capitano Daniele Sepe suonò: sax tenore, flauto, ocarina, flauto dolce, flauto a coulisse, chitarra, chitarra elettrica, tastiere e cantò
Brani:
1) Ah Bello!
2) E’ Preciso Muito Amor
3) Battiamo Le Mani
4) Lost in Miano
5) Marcia Nuziale
6) Sushi & Friarielli
7) Stella ‘E Mare
8) Bitch
9) Ti Amerò Più Forte
10) Lost in Miano
11) La Canzone Del padre
12) Valzer Dei Telefonini
13) Ma Che Felicità
14) El Cangrego Peluso
15) Lost in Miano
16) Camerieri
17) Mal ‘E Funk
18) Lost in Miano
19) Il Saluto Degli Sposi
20) La Saltarella Del Capitone
P.S. Graditissima anche l’occasione per approfondire le sottili differenze tra rebolo, repique de mao, ecc.