Bani Ahead

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Da Napoli a New York, passando per Canterbury, Il Cairo e i Balcani. Questo il quadro musicale e culturale esplorato (e rivoltato) in Bani Ahead, terzo album dei partenopei Slivovitz. In dieci anni di attivita’ e anche sulla scorta di frequenti concerti all’estero, il progetto ha fatto passi da gigante, pervenendo ad una maturita’ esecutiva e compositiva di sorprendente originalita’ e incisivita’. Bene ha fatto la newyorkese MoonJune a investire su questa proposta dandole la meritata promozione e visibilita’ a livello internazionale, perche’ la band agisce in una zona franca dove stili, generi e influenze d’ogni latitudine s’incrociano e amalgamano con reciproca soddisfazione, mandando a quel paese etichette e convenzioni.


 


 



Composto da otto tracce originali (firmate principalmente dal chitarrista Marcello Giannini o dal sassofonista Pietro Santagelo), Bani Ahead si ancora a sintassi electric jazz e arrangiamenti in chiave progressive per scandagliare abissi eccitanti e contrapposti: contemporanee morfologie avant e post-rock, brillanti parafras ethnic folk, trasfigurazioni blues e diorami psych pop.


 



In questo iridescente mosaico di suoni e suggestioni ogni composizione sembra studiata per sollecitare e veicolare significati multipli, come l’esemplare Egiziaca, che miscela scale arabe e klezmer con echeggianti linee nordeuropee e davisiane per poi sterzare in direzione di un croccante blues-prog-rock. Violino e fiati, ritmi frazionati e incalzanti, si avvitano alla ruvida visceralita’ di riff chitarristici e giri di armonica nell’ottima Cleopatra Through, pregna anche di richiami all’originalissima ricetta heavy-prog dei mitici High Tide di Tony Hill e Simon House. Agile, evocativa e cantabile, Fat, sfodera invece un’accattivante melodia all’interno di magistrali alternanze e sovrapposizioni strumentali. Sensualmente ricercata e jazzata nella prima parte, O2-09 muta inaspettatamente il suo registro in una schizofrenica cavalcata free rock e avant blues, volano di spericolate e sincopate evoluzioni Downtown. Dalle atmosfere introspettive di Opus Focus si transita alle balcaniche e gitane fondamenta della title track, trampolino di lancio per folate rockeggianti, impennate impro-jazz e avvinazzate fanfare a’ la No Smoking Band di Emir Kusturica. Detto cio’ ingurgitate Bani Ahead tutto d’un fiato e lasciatevi andare a una sana sbornia di Slivovitz.


 


 


 




Voto: 8/10


Genere: Electric Jazz-Rock / Avant Prog-Folk


 


 




Musicisti:


Ciro Riccardi – trumpet


Pietro Santagelo – soprano sax, tenor sax


Marcello Giannini – guitar


Riccardo Villari – violin


Derek Di Perri – harmonica


Domenico Angarano – bass


Salvatore Rainone – drums


 


 




Brani:


01. Egiziaca


02. Cleopatra Through


03. Fat


04. Vascello


05. 02-09


06. Opus Focus


07. Bani Ahead


08. Pocho


 


 


 




Links:


MoonJune Records: www.moonjune.com


Slivovitz: www.slivovitz.net

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