Improvvisazioni libere per un ensemble composto da violino, sassofono/clarinetto basso, trombone e contrabbasso acustico: le composizioni di questo lavoro – il cui titolo Babardah sembra richiamare alla memoria un personaggio fiabesco- si risolvono attorno a tessiture instabili, che lasciano maggiore spazio ai toni scuri e irrisolti. Il disco segue un andamento discontinuo, a tratti complicato. Si apre con sprizzate anarcoidi e diviene via via piu’ coerente, acquistando infine un sapore del tutto adatto ai musicisti coinvolti. Tale mancanza di continuita’ conferisce lla registrazione la giusta immediatezza, il che, seppur con ritardo, aiuta l’ascoltatore ad entrare nel clima dell’improvvisazione. Il violino di Mike Khoury, con i suoi modi di chiara ispirazione gitana, penetra tutti i componimenti con una notevole dose di lirismo. Lirismo assolutamente controbilanciato dallo spessore del sassofonista Piotr Michalowski e della trombonista (eccelsa!) Sarah Weaver. Accompagna, quasi allegro, il contrabbassista James Ilgenfritz, che non sembra seguire le linee di basso, ma da quelle partire per inseguire i fiati.
Interpretazione di notevole interesse i cui protagonisti saranno senza dubbi da tenere d’occhio.
Musicisti:
James Ilgenfritz – contrabbasso
Mike Khoury – violino
Piotr Michalowski – sopranino, sassofono baritono e soprano, clarinetto basso
Sarah Weaver – trombone
Brani:
01. Peliczaple – 3.54
02. Nyicnyac – 3.15
03. Rathi – 6.51
04. Krvilak – 2.23
05. Tauton – 11.28
06. Rostador – 6.49
07. Raparossi – 5.57
08. Giuggio – 7.23
09. Galumfuja – 4.00