Livro Dos Dias

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Un vecchio proverbio brasiliano recita: “Casa onde entra il sol nåo entra o médico” ovvero “nella casa dove entra il sole non entra il medico”. Ed è sacrosanto confrontare quanto le dinamiche dell’umore siano strettamente legate al gradiente di luminosità solare che inonda gli spazi che abitiamo.

È sacrosanto pure trovare le similitudini e gli equilibri che legano la cultura brasiliana alla luce e un modo interessante per farlo è dare un’occhiata alle opere del pittore dalle rappresentazioni formali e cromatiche Enrico Santos.

Oh, non che tutti i brasiliani prediligano il gioco della luce nelle loro creazioni, vedi infatti Romero Britto (pittore anch’esso).

Ora, apparte le svisate pittoriche che mai fanno male, dobbiamo parlare di Tati Valle, l’artista che ha generato le mie passeggiate inferenziali nel mondo della pittura brasiliana.

Tati Valle classe ’80 e qualcosa, nata a…. che ha partecipato a….bla bla bla. Non ci interessa!

Tati Valle ha fatto un disco ed è di questo che dobbiamo parlare.

Tati Valle ha fatto un gran buon disco e bisogna che le venga riconosciuta una maturità artistica non indifferente!

 

 

I riferimenti di “Livro dos dias” letteralmente “diario “di bordo”, sono complessi ed interessanti e pongono aspre obiezioni al tentativo di inscriverlo in un confine stilistico particolare.

Pare inverosimile, ma con il lavoro che Tati Valle ha compiuto assieme ad Ivan D’Antonio e, anche grazie collaborazione di Bruno Marcozzi, Gustav Lundgren e Luca D’Alberto, si arriva a poter parlare di “disco totale”.

Totale perché fornisce una panoramica adeguata del potenziale della contaminazione brasiliana. Perché questo è un disco sì derivativo, ma anche di rottura con un certo immaginario folkloristico. Una feretra dove molte delle frecce sono intinte di pericolosa modernità, pur non dimenticando l’impresa di avvicinamento al jazz che la musica dei verde-oro compie ormai da decenni.

Ecco dunque spuntare tra le dissonanze un Caetano Veloso d’annata, Gilberto Gil e altri facili riferimenti presi con maestria e rielaborati a dovere.

Quello che però colpisce è l’inclinazione all’alt-pop, perché Tati Valli ha disegnato uno sfondo dai contorni acidi, di quelli tipici d’una certa attitudine 90’s, ingrediente che impreziosisce ancor di più il disco.

 

 

“Livros dos Dias” esce per Protosound Records / Edel / Cramps, ed è così che mi piace veder lavorare le label indipendenti. Qualità, nient’altro che qualità!

Esiste però un modo per far si che la cara Tati si bruci in fretta: quella via dell’oblio passa attraverso improponibili featuring con personaggi artisticamente sterili sui quali non mi pronuncio… E allora il mio anatema benefico è: “che gli errori compiuti in passato non ostacolino il cammino di Tati Valle verso un’accettazione della critica e del pubblico italiano e internazionaleeeee!”.

Ultimo appunto, sarò sincero. Quando impareremo a capire che la grafica di un disco è importante come ogni singolo brano, solo allora produrremo oggetti dal valore indiscutibile resistenti all’inesorabile trascorrere del tempo. Ergo, ritirare la prima stampa e cambiare la cover.

 

 

 

Musicisti:
Tati Valle – voce e chitarra classica
Bruno Marcozzi – batteria
Ivan D’Antonio – basso, synth, elettronica
Luca D’Alberto – viola elettrica su Nuovo Mundo
Marcello Manuli – basso
Raphael Valle – percussioni
Jorjero – tromba
Gustav Lundgren – chitarra 7 corde e cavaquinho
Marco Bassi – piano
Michele Ginestre – trombone

 

Brani:
01. Ultimo Samba
02. Camaleao
03. Novo Mundo
04. Arrepeio
05. Samba da Quinta – Feira
06. Diante de Voce
07. Voz e Violao
08. Slowmotion Bossa Nova

 

Links:
Tati Valle
Protosound Records