FUNK OFF: Funky made in Vicchio

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Niente
nasce per caso, magari inizia per caso, ma le sue coordinate sono gia’
scolpite in un solco mentale custodito gelosamente da un’anima
passionale: al secolo Dario Cecchini, band leader del Funk Off.



01. Funky made in Vicchio
02. Un puzzle di 15 pezzi + 2
03. Intervista a Dario Cecchini
04. ‘Una banda cosi” e altri dischi…
05. Le 50 VERITA’ di Dario Cecchini

 

Niente nasce per caso, magari inizia per caso, ma le sue coordinate sono gia’ scolpite in un solco mentale custodito gelosamente da un’anima passionale: al secolo Dario Cecchini, band leader del Funk Off.


 

Funk Off: Marching band

Genere musicale: Funky

Matrice: Rhythm’n’blues

Arrangiamento: Jazzistico


 

La Funkoff arriva dritta dritta da formazioni importanti per la sua ideazione come la Nothing Secret, o la Duke of Abruzzi, Big Band del C.A.M, scuola di musica di Firenze da cui sono passati tutti i componenti della Band, che affianca a questo la Ballroom Dance Band, una vera e propria orchestra da ballo, probabilmente il diretto precedente del progetto Funkoff.

Parallelamente si sente parlare della DoSusBand. L’acid jazz e’ la piattaforma di sperimentazione dei componenti dove il bassista in particolare, oggi piattista della band, approfondisce il ruolo del basso cosi’ come lo sente suonare sull’onda di genere che scoppia in Inghilterra alla fine degli anni ottanta. In questa come nelle altre band citate una buona parte di componenti della Funk Off si cimentava in giochi di note che anticipavano la direzione Funky/soul che avrebbe preso il progetto: i Bassi, fratelli e cugini, Andrea Pasi, Paolo Bini, Tiziano Panchetti. Figura ancora la Dizzy Dive, formazione blues, mentre campeggia su tutti la Vicchio Folk Band, alias la Banda del paese, ovvero l’humus musicale che ha legato questi 15 musicisti, portandoli a decostruire e trasformare una realta’ culturale provinciale in un progetto musicale originale e di alto livello.


 

Ma c’e’ un altro elemento che esercita un’irresistibile fascinazione sui Funk Off, fatta di foto a due colori un pò sbiadite, con volti rugosi e sorridenti di anni ormai distanti, quello che oggi rappresenta l’anima di una cultura mai dimenticata, tanto e’ radicata nella memoria e nei gusti degli uomini che hanno fatto questa storia: il Jazz Club of Vicchio. Negli anni ’50 era un gruppo di ascolto di cui facevano parte il padre e lo zio di Cecchini. Rifondato e riadattato nel 1997 dal sassofonista Nicola Cipriani, oggi assessore alla cultura del Comune di Vicchio, adesso e’ un’associazione culturale che organizza eventi musicali legati al jazz, alla musica etnica, collabora con le varie amministrazioni comunali per organizzare eventi fra cui una seguitissima stagione di prosa. Anche stavolta svolgono parte attiva almeno 9 Funk Off.


 

È proprio grazie a Cipriani che la Band comincia ad avere le sue prime “scritture”, con telefonate fatte durante pomeriggi di studio agli organizzatori di feste e commemorazioni varie, fino al Carnevale di Viareggio. Prima vetrina importante per la visibilita’ nazionale, visto l’alto richiamo turistico della manifestazione, il Carnevale segna la prima tacca in salita per i Funk Off: reinvitati per tre anni a tutti i corsi, pagati e insigniti del riconoscimento di Cavalieri del Carnevale di Viareggio nel 2010.

Ma il vero “colpaccio” Cipriani lo compie mandando un cd ad un dj milanese, che dopo averli sentiti vuole passarlo in radio. Il caso vuole che questo dj faccia sentire il cd dei Funk Off a Fabio Stucchi, manager milanese il quale si innamora del progetto e propone la Band a Umbria Jazz insieme ai Quintorigo, allora nella sua scuderia.

Per i Funk Off, e’ la svolta!


 

Il motivo di tanto successo dunque non sta solo in un’intuizione felice che cavalca l’onda del gusto del momento, ma nella rielaborazione di una cultura radicata che si e’ aperta ad un genere trascinante lasciandosi riempire dall’energia del Funky e del Soul. Abbinata alla vincente idea del movimento, recuperando lo stile della vecchia banda di paese che si muove per le strade, si rinnova utilizzando il ballo, con coreografie pensate e provate per ore. Insomma una vibrazione culturale che ha avuto una ricaduta sociale importante legandosi al vecchio Jazz club nella cui sede si sono esibiti artisti di grande prestigio: Joe Zawinul, Kenny Wehler, John Abercrombie, Mal Waldron, James Carter, Uri Caine, Stefano Bollani, Enrico Rava, Paolo Fresu, gli Area, Stefano Di Battista ecc. ecc.

 

Nel 2001 esce il primo disco autoprodotto, Uh yeah, registrato in uno studio allestito nel teatro Giotto a Vicchio, sede ufficiale delle prove dei Funk Off. Seguono altre 3 produzioni discografiche: Little bit, Jazz on e Una banda cosi’.


 

Dalla voce di Dario Cecchini (sax baritono, flauto, direzione musicale), afflato, scintilla e origine, una breve introduzione ai Funk Off:

“L’idea dei Funk Off mi venne nella seconda meta’ degli anni 90. In quegli anni, oltre a suonare, insegnavo nella scuola del CAM di Firenze e proprio all’interno della scuola mi fu chiesto da Alessandro Di Puccio, direttore all’epoca come oggi, di mettere su una formazione di Big Band classica. L’idea pero’ era che non suonasse brani del repertorio jazzistico, piuttosto che tentasse di fondere il jazz con gli altri rami della black music, soprattutto funk e soul, mirata al ballo e al ritmo. Fu cosi’ che cominciai a sperimentare un pò di idee nell’arrangiamento, nel ritmo e successivamente nella composizione, che poi ho portato nei Funk Off. Inoltre in quegli anni suonavo in formazioni di altissimo livello, ma che spesso sentivo non si concedessero completamente alla musica come partecipazione e emozione. Da qui l’idea della Marchin’ Band che unisse alla musica il movimento, per enfatizzare la partecipazione emotiva e quindi riempire quel vuoto che sentivo. Ovvio che per fare una cosa del genere avevo bisogno di fare tante prove e per questo pensai a tutti ragazzi di Vicchio, il mio paese, con i quali gia’ collaboravo e nei quali vedevo grosse potenzialita’ sia musicali che umane, essendo tutti noi molto amici.

Fin dall’inizio pensavo ad un progetto con musica mia e quindi avevo gia’ scritto 6/7 brani ma aggiunsi anche tre covers: “I shot the sheriff” di Bob Marley, “House Party” di Fred Wesley e “Have a good time” dei Brand New Heavies.

Iniziammo a provare a Marzo del 1998 e il debutto fu proprio a Vicchio, il nostro paese, in occasione della festa patronale, San Giovanni il 24 Giugno.

Poi vennero diverse date nei mesi successivi grazie a Nicola Cipriani, all’epoca contraltista e oggi baritonista della band, che contatto’ un sacco di comuni e di feste per farci suonare.

Ho creduto fin dall’inizio nelle potenzialita’ della band ma devo dire che questa mia fiducia era condivisa da tutti gli altri.

Alla fine di un concerto marciante a Borgo San Lorenzo, nei giorni precedenti il Natale 1998, sotto la neve, in cui cantavamo e suonavamo come fosse una splendida giornata di sole, dissi a tutti che credevo ciecamente nel progetto, che avrei voluto fare un disco e che chiedevo una disponibilita’ e un impegno ancora maggiore. Tutti furono entusiasti. Ad oggi abbiamo registrato 4 dischi, stiamo preparando il quinto, girato un po’ tutto il mondo e abbiamo ancora intenzione di andare avanti.”


 

Infine, attenzione alla Funkyfamily, uno spazio esclusivo per i Funk Off e i loro amici cui si accede con una chiavetta usb disponibile a partire da UJ 2011 Orvieto. Nell’intervista i dettagli.

Vai alla photogallery di Francesco Truono

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