Lascia perdere, Johnny

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I luoghi in cui la vicenda si svolge – la periferia di Caserta – l’epoca – la seconda meta’ degli anni ’70’ – e la scelta dei personaggi e dei protagonisti, sono indizi di forti coinvolgimenti personali in una storia dalle connotazioni fortemente auto-biografiche.
Il nome del protagonista, Faustino Ciaramella, ricorda troppo quello del compositore e chitarrista degli Avion Travel Fausto Mesolella – che ne ha firmato la colonna sonora, aggiudicandosi per essa, recentemente, il ciack d’oro 2008 – che, proprio in quegli anni ed in quei luoghi, era un ragazzo di buone speranze.
Nelle musiche, composte per il film dallo stesso Mesolella, persiste quel vago stile western che ha contraddistinto le sue recenti interpretazioni, e che ben si addice alla somiglianza del paesaggio della campagna casertana di quegli anni ad una landa sconfinata del west.
Di fatto, le vicende sembrano precorrere la formazione, avvenuta in tempi successivi, della Piccola Orchestra Avion Travel, una sorta di proseguimento ideale di quella che, nel film, e’ la Piccola Orchestra Riverberi.
I personaggi che gravitano attorno al giovane Faustino sono tutti piuttosto singolari e malinconici. Coloro a cui lui chiede aiuto per affrontare la sua post-adolescenza – il maestro Falasco, un bidello-trombettista fallito e ubriacone, e l’indebitato impresario Raffaele Niro, che raccattano attorno a se musicisti improvvisati e soubrette improbabili per organizzare banali feste di campagna – sono gia’ afflitti da problemi piu’ grossi di loro e quasi neppure sufficienti a se stessi.
L’episodio in cui Fausto, durante un naufragio, cade di notte in un mare in cui non sa nuotare e da cui viene fortunosamente salvato da Annamaria – quasi un “Angelo Custode” per cui nutre una simpatia “speciale” – rappresenta ottimamente le confusioni e le contraddizioni sue, del contesto sociale in cui vive quel momento della sua vita, della sua confusa visione del futuro e del suo bisogno di sostegno, di un salvagente in mezzo al mare.
Lo spaccato di vita quotidiana racconta una periferia rurale, colorata da un’atmosfera surreale, rassegnata ed immobile, animata da persone dedite quasi unicamente al lavoro, le uniche che possono accontentarsi delle semplici, ingenue ed approssimative esibizioni organizzate da Niro per Falasco e per la sua banda. Tutte le scene rappresentano comunque lo specchio di una realta’ in cui, particolarmente chi ha vissuto quegli anni in una provincia del sud Italia, non stentera’ ad immedesimarsi.
Assieme alle musiche inedite della colonna sonora di Mesolella, c’e’ la piacevole occasione di ascoltare le re-intrerpretazioni in chiave anni ’70 di Arrivederci, di Umberto Bindi, e di Amore Fermati, di Fred Buongusto, affiancate da Peppe Servillo alla sua ottima prova di recitazione. Una nota particolare dev’essere riservata, infatti, al multiforme talento artistico dei fratelli Servillo; il gia’ citato Peppe, nei panni del crooner Gerardo Comino, ribattezzato artisticamente nel film Jerry Como, e l’eccellente Toni Servillo, nei panni del maestro-bidello Falasco.
Ma non sono da meno il giovane attore Antimo Merolillo nei panni di Faustino Ciaramella, un ragazzo dall’aria sufficientemente attonita e rassegnata per essere perfetto nella sua parte, il regista Fabrizio Bentivoglio, che impersona nel film il pianista Augusto Riverberi cui sa dare il giusto atteggiamento malinconico, vissuto e dispensatore di esperienza, del grande artista che, sebbene sulla via del tramonto, e’ un bel pò avanti a tutti gli altri in termini di qualita’ artistiche. Sara’ proprio lui, milanese d’hoc, che, non ricordando mai il nome di Fausto, lo soprannominera’ “Johnny” e che, quando apprendera’ che Fausto vorrebbe veramente fare della musica la sua professione, stemperandolo nel misero contesto in cui e’ inserito e nella propria grigia visione del futuro, lo esortera’ a lasciar perdere…
Ottime anche le interpretazioni di Ernesto Mahieux, nei panni dello sfuggente impresario Niro che, assieme a Falasco, stima Faustino-Johnny riconoscendo le sue potenzialita’ e che gli regalera’ una prestigiosa chitarra; di Lina Sastri, che impersona Vincenza, la madre di Fausto; e di Valeria Golino, l’amica Annamaria, parrucchiera-manicurista di giorno e presentatrice di sera.
La regia di Bentivoglio rende perfettamente l’atmosfera ironica e malinconica che si sovrappone alle difficolta’ cui va incontro un giovane partito dal sud che, pur accettando di passare dalla gavetta, non ha mezzi da investire per promuovere il proprio talento artistico, e riesce ad incanalarsi per la giusta strada solo se ha la fortuna di trovare qualcuno che creda in lui e lo aiuti.


Cast:


Faustino Ciaramella: Antimo Merolillo
Maestro Falasco: Toni Servillo
Raffaele Niro: Ernesto Mahieux
Augusto Riverberi: Fabrizio Bentivoglio
Vincenza: Lina Sastri
Annamaria: Valeria Golino


Regia: Fabrizio Bentivoglio
Sceneggiatura: Fabrizio Bentivoglio
Fotografia: Luca Bigazzi
Musiche: Fausto Mesolella
Montaggio: Esmeralda Calabria

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