Accelerando

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Accelerando e’ un titolo perfettamente calzante al sensazionale percorso svolto da Vijay Iyer nell’ultimo decennio. Una maturazione artistica e una produzione discografica vertiginosamente in crescendo, quelle del quarantenne pianista e compositore newyorkese di origine indiana, acclamato all’unanimita’ da critica e pubblico per l’alto tasso tecnico infuso in Historicity (ACT, 2009) e la fantastica sintassi pianistica e interpretativa posta in essere in Solo (ACT, 2010).


 



Un personaggio singolare Iyer, intellettualmente rigoso e caratterialmente amabile. Qualita’ che unitamente a un originale dualismo di tradizione e innovazione traslano in ogni suo disco o progetto, nessuno mai uguale al precedente, tanto che viene da chiedersi se sia lo stesso musicista quello che vi sta al centro. L’anno scorso ci ha sorpreso nuovamente con Tirtha, album dove le radici della musica carnatica e hindustana erano messe a reagire con il linguaggio dell’afromericana. Adesso e’ la volta di Accelerando, altro incredibile colpo di reni creativo del pianista, incisione che rimette in moto la visione estetica e la formazione in trio di Historicity ma in cui confluisce e ritorna anche parte del programma e degli autori scelti per dar vita alla perfomance individuale di Solo.


 



Volendo, poi, fare qualche breve osservazione riguardo al suo attuale trio con il contrabbassista Stephan Crump (partner di Iyer dai tempi di Panoptic Modes) e il validissimo batterista Marcus Gilmore (al suo fianco solo a partire da Reimagining del 2005), lo si puo’ definire un motore piu’ sofisticato e rivolto a esplorare in senso contemporaneo il classico organico piano-trio rispetto al travolgente esperimento ritmico ed espressivo svolto dal pianista in seno al progetto Fieldwork, trio di diversa struttura con le ance di Steve Lehman e la batteria di Elliot Humberto Kavee, basato su un repertorio esclusivamente originale e su uno spirito contributivo assolutamente democratico e paritetico.


 



Chi scrive puo’ arrogarsi, senza tema di smentita, il merito di aver intuito, discusso e illustrato  l’originalita’ di Iyer in tempi non sospetti, piu’ esattamente dal periodo in cui il pianista muoveva i primi passi nei Note Factory di Roscoe Mitchell, suonava nei gruppi di Steve Coleman, dava vita ai Fieldwork e sposava il neorealismo hip hop di Mike Ladd. Nel proseguio il livello tecnico e le ambizioni compositive del pianista sono cresciute a dismisura, e se negli ultimi anni il suo interesse per l’elettronica sembra essere stato accantonato al contrario la sua dimensione totalmente acustica mostra segnali e risultati piu’ che spettacolari.


 



Stando alle dichiarazioni di Iyer temi di fondo di Accelerando sono il ritmo e la danza, ragion per cui tra le cover e gli standard qui presentati trovano posto l’ellingtoniana The Village Of The Virgins (tratta dall’opera per danza The River che il Duca scrisse per Alvin Alley e che fu presentata per la prima volta nel giugno del 1970 al Lincoln Center’s di New York), quel complesso capolavoro in miniatura su figure cromatiche ascendenti e poi discendenti che e’ Wildflower di Herbie Nichols, Human Nature di Michael Jackson (presente anche nel repertorio di Solo), The Star Of A Story della funk-disco band multinazionale Heatwave (brano firmato da Rod Temperton, autore, tra l’altro, anche di Thriller e di un altro paio di capolavori inclusi nell’omonimo ed epocale album di Michael Jackson) e soprattutto un’audace interpretazione di Mmmhmm, brano tra hip hop ed elettronica sperimentale scritto e licenziato dal noto produttore, DJ e performer Flying Lotus su etichetta Warp un paio d’anni fa.


 



Altri vertici del disco sono poi gli arrangiamenti di Little Pocket Size Demons di Henry Treadgill e le intricate architetture ritmico-armoniche di un tris di originali di Iyer in brillante successione tra loro, vale a dire Lude, Accelerando e Actions Speak, tracce in cui affiorano chiare le influenze di Thelonious Monk e Randy Weston nel pianismo del leader, tecnicamente strepitoso nella sua rapida eleganza e puntillistica precisione metrica. Altrettanto impressionante e’ ascoltare come Crump e Gilmore agiscano in questo contesto: leggeri e agili come un colibri’, solidi e affidabili come un caterpillar. Propulsivo, raffinato e iperattuale dal punto di vista espressivo e concettuale, quello di Accelerendo e’ un discorso strepitoso e avvincente, un nuovo importante tassello nella gloriosa tradizione del piano-trio e un punto di riferimento per l’afroamericana degli anni a seguire.


 


 


 


 


 




Voto: 8,5/10


Genere: Contemporary Jazz


 


 




Musicisti:


Vijay Iyer – piano


Stephan Crump – double bass


Marcus Gilmore – drums


 


 


 




Brani:


01. Bode


02. Optimism


03. The Star Of A Story


04. Human Nature [Trio Extended Version]


05. Wildflower


06. Mmmhmm


07. Little Pocket Size Demons


08. Lude


09. Accelerando


10. Actions Speak


11. The Village Of The Virgins


 


 




Links:


Vijay Iyer: www.vijay-iyer.com


ACT Music: www.actmusic.com

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