United Front + GPS, Vol. 1: Rare Metals

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Lanciata e varata nel 2009 con l’album Spirit Moves, la Dave Douglas Brass Ecstasy e’ il progetto tramite cui il versatile trombettista e compositore statunitense intercetta il magistero di Lester Bowie condotto da questi nell’ambito della sua fenomenale Brass Fantasy. Non a caso tre elementi di quella felice e straordinaria esperienza – Vincent Chancey, Luis Bonilla e Marcus Rojas – sono adesso accanto a Douglas, in un quintetto completato dal magnifico batterista Nasheet Waits. Con esso il vulcanico Douglas si sgancia dall’impianto elettroacustico e orchestrale che aveva contraddistinto le sue ultime formazioni e produzioni per accedere alla miniera aurea della piu’ pura tradizione acustica dalla porta della contemporaneita’.


 



La coppia di registrazioni qui prese in esame, l’album dal vivo United Front e quello in studio Rare Metals, rappresentano insieme la declinazione del madore jazzistico New Orleans (catturato in tutto il suo frizzante e divertente spirito swingante) nell’ottica douglasiana di originali commistioni be bop, blues, ragtime, dixieland e soul-funky. Dal punto di vista compositivo, formale e strutturale Douglas innesta infatti un po’ ovunque citazioni e rimandi sia alla classicita’ che all’attualita’ di quanti si sono lasciati influenzare dal jazz degli albori, veicolato sia dalle brass e marching band che dagli interpreti e caposcuola piu’ illustri dell’epoca (Louis Armstrong, Sidney Bechet, Jack Teargarden, Thomas “Fats” Waller, Joe “King” Oliver, Ferdinand “Jelly Roll” Morton, ecc.).


 



In tal senzo la lezione di Lester Bowie resta imprescindibile e inimitabile (se solo pensiamo che nel repertorio della Brass Fantasy giunse a includere rivisitazioni incredibili di hit presi in prestito da Michael Jackson, Spice Girls, Marilyn Manson, Sade, Whitney Houston e Bobby McFerrin), cosicche’ Douglas guarda principalmente allo stile e al format strumentale tipico di quell’era fondamentale come un modo per pagare dazio al maestro e un’opportunita’ per restituire, in chiave acustica, una certa immediatezza melodica alla propria concezione musicale; aperta, esente da pregiudizi estetici, elegante e raffinata ma sotto il profilo della scrittura innegabilmente pervasa da un sofisticato cote’ intellettuale. Con la Brass Ecstasy quest’ultima caratteristica e’ quasi assente in virtu’ della ruspante ironia e materiale visceralita’ tipiche delle fanfare e degli band di ottoni che da Memphis e New Orleans imposero e diffusero (a partire dalla prima decade del Novecento) quello stile nelle grandi citta’ e nel resto degli Stati Uniti.


 



L’operazione di Dave Douglas e’ allora quella di una riattualizzazione del fresco pathos del jazz primitivo, un ritorno alla linearita’ del tema e del controcanto, alla sincope ritmica come nerbo della polifonia timbrico-armonica e all’improvvisazione come breve contrappunto o variazione del motivo melodico principale. In United Front, registrato dal vivo durante l’edizione 2010 del Carefusion Newport Jazz Festival, Douglas e soci centrano l’obiettivo ancor meglio che nel disco d’esordio, riproponendo da questo alcuni brani originali (Bowie, dedicato a Lester Bowie; Rava, omaggio al nostro Enrico nazionale; Fats, riferito a Fats Navarro) in una veste esecutiva piu’ dinamica, ilare e coinvolgente. Strepitosi nelle “blue notes” di I’m So Lonesome I Could Cry (Hank Williams), la tromba di Douglas e il trombone di Bonilla esaltano la loro piagnucolosa struggenza sopra le linee gravi della tuba di Rojas mentre nella moderna e cantabile energia funky-soul di United Front (brano inedito che fa il paio con la piu’ paciosa armonia di Spirit Moves) il raddoppio del “chorus” all’unisono e il “call and response” improvvisato a diverse altezze di tono tra Douglas e Chancey conferiscono al brano una sapidita’ trascinante, puntellata dagli stacchi del trombone e della sezione ritmica.


 



Diversamente in Rare Metals, incisione in studio che inaugura la “Greenleaf Portable Series”, collana dedicata a registrazioni e session inedite offerte al pubblico in formato rigorosamente digitale, il “mood” complessivo delle sei tracce proposte (tutte composte dal leader con l’unica eccezione del riarrangiamento di Lush Life, noto standard di Billy Strayhorn, scelto e ispirato da recenti studi e approfondimenti effettuati da Douglas sull’opera musicale di Duke Ellington) viaggia su tempi e ritmi medio-lenti, oscillanti tra blues e ballad. Un repertorio che nelle forme piu’ arcaiche e classiche della musica afroamericana ritrova il peculiare e inconfondibile gusto douglasiano per la ricercatezza, la puntigliosa distribuzione dei ruoli e la vellutata sensualita’ di un “groove” intimo e obliquo (vedi soprattutto Thread, dedicata a Henry Threadgill), magicamente sospeso tra la solennita’ della tradizione e l’urgenza della sperimentazione.


 


 


 


 


 




Voto: 8/10


Genere: Contemporary / Modern Jazz


 


 




Musicisti:


Dave Douglas – trumpet


Vincent Chancey – french horn


Luis Bonilla – trombone


Marcus Rojas – tuba


Nasheet Waits – drums


 


 


 




Brani:


United Front


01. Spirit Moves


02. Rava


03. Fats


04. I’m So Lonesome I Could Cry


05. United Front


06. Bowie


 



Brani:


GPS, V1: Rare Metals


01. Town Hall


02. Night Growl


03. Lush Life


04. Thread


05. Safeway


06. My Old Sign


 


 




Links:


Dave Douglas / Greenleaf Music: www.greenleafmusic.com

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