X (Suite For Malcolm)

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Progetto dopo progetto, disco dopo disco, Francesco Bearzatti si dimostra sempre piu’ un valore aggiunto per quel che concerne il jazz e la musica tricolori. Un assunto che ovviamente transita anche sulle figure e l’operato dei suoi validi partner in quello che sembra essere un quartetto tra piu’ versatili e preparati della scena europea, per tecnica, coesione e impianto strumentale quasi un contraltare della formidabile macchina masadiana a quattro ruote motrici.


 



La differenza maggiore (sensibilmente tangibile anche a un primo distratto ascolto) tra questo nuovo lavoro dedicato alla figura di Malcolm X e il precedente basato sulla figura di Tina Modotti e’ la varieta’ di stili, atmosfere e colori che tracimano da una scrittura dalla qualita’ caratterialmente ondivaga: estroversa e riservata, vivace e controllata, frenetica, istintiva ma anche algebricamente cervellotica. La mano e la mentalita’ compositive di Bearzatti hanno, in tal senso, fatto passi da gigante (tutte le tracce portano la firma del leader), coagulandosi intorno a un discorso esteticamente plurimo (frutto dell’attitudine alla scoperta e dei gusti musicali sempre poco allineati del friulano, da tempo trapiantato a Parigi) ma al tempo stesso strutturalmente solido e (con)vincente per quanto riguarda gli ingranaggi e i meccanismi posti in essere.


 



La straordinaria polivalenza espressiva di questa suite in dieci movimenti (tutti battezzati con un titolo specifico ma ordinati ed elencati con numeri romani per giungere, con un simbolico gioco d’effetto, alla fatidica X) trae la sua forza da una triplice finalita’ che si estrinseca brano dopo brano: traslazione e concatenazione cinematica dei motivi e delle “arie” (pensate appositamente per accompagnare e sottolineare, dal vivo, a mo’ di colonna sonora, una proiezione multimediale curata da Antonio Vanni sulle illustrazioni e e sulle immagini prodotte da Francesco Chiacchio per questo specifico progetto); alternanza o comunione di sonorita’ acustiche, elettriche ed elettroniche; esaltazione delle capacita’ strumentali e interpretative dei singoli musicisti sia in senso individuale che collettivo.


 



Fatta eccezione per il primo dei tre obiettivi sovrammenzionati (per cui si rimanda all’esperienza “live”) il successo e la funzionalita’ degli altri due sono ampiamente testabili da un ascolto diretto dell’album, sia che lo si effettui in modo casuale, a macchia di leopardo, che in modo completo e organico seguendo l’ordine esatto dei brani che compongono la suite. Cosi’ il piacere di saltare da temi elegiaci e pregni di umori blues a geniali commistioni swing-be pop e disco-funky (Prologue / Hard Times e Cotton Club), da serpentine afro-funky e hip hop piu’ affilate e articolate (il taglio e l’andatura ritmica sincopata, quasi da M-base colemaniana, di Prince Of Crime) a atmosfere jazzisticamente notturne, intense e narrative (Conversion), da luccicanze metropolitane in progressiva ed elettrica combustione rock-fusion (A New Leader) a sinuose danze e scale arabe (Hajj) fino al lirico rap celebrativo di Epilogue, interpretato con affascinanti toni epici e struggenti dalla voce di Napoleon Maddox, si accompagna alla fantastica sensazione di sentir suonare Bearzatti, Falzone, Gallo e De Rossi con trasporto, fantasia e lucido interplay.


 



Acclarata la superba maestria e originalita’ di Bearzatti nei suoi spunti e interventi (sia al sassofono che al clarinetto), resta da sottolineare la favolosa e duttile grana timbrica della tromba di Falzone (ingegnoso anche nella manipolazione elettronica di effetti e voce), il pulsante e plastico lavoro armonico di sostegno e contrappunto generato dal contrabbasso e dal basso elettrico di Gallo e la rutilante verve energica dipanata con eccezionale varieta’ di accenti dalle percussioni di De Rossi. Irresistibili insieme, i quattro musicisti sanno anche dar vita, ognuno per conto proprio, a episodi solistici di grande pregio. Cio’ grazie non solo agli ampi spazi loro assegnati e consentiti dalla penna di Bearzatti ma anche al repertorio di un disco formidabile nel sintetizzare le tante voci ed espressioni della “black music”, creativo, godibile ed esaltante come pochi realizzati quest’anno.


 


 


 


 


 




Voto: 8/10


Genere: Avant Jazz / Black Music


 


 




Musicisti:


Francesco Bearzatti – tenor sax, soprano sax, clarinet, xaphoon, electronics


Giovanni Falzone – trumpet, vocal effects


Danilo Gallo – double bass, electric bass


Zeno De Rossi, drums, percussion


Napoleon Maddox – vocals


Mauro Gargano – pizzicato double bass


 


 


 




Brani:


01. I. Prologue / Hard Times


02. II. Smart Guy


03. III. Cotton Club


04. IV. Prince Of Crime


05. V. Satan In Chains


06. VI. Conversion


07. VII. A New Leader


08. VIII. Betrayal


09. IX. Hajj


10. X. Epilogue [feat. Napolen Maddox, Nicola Gargano]


11. Kinshasa (To Muhammad Ali)


 


 




Links:


Francesco Bearzatti: www.francescobearzatti.com


Parco della Musica Records: www.auditorium.com/it/pmrecords

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