A poca distanza dalla luna

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Un lungo viaggio difficile a Capo Nord, un’esperienza di vita e di solitudine, accompagnata dalla chitarra. Riesce solo al secondo tentativo, durante il quale nascono la maggior parte dei brani di questo disco. Ispirato, tecnico, di quella dolcezza molle tipica delle introspezioni riflessive che la natura selvaggia ci trasmette, dinanzi alla nostra infinita piccolezza. Pensieri musicali per avvicinarsi un pò a quella grandezza, la’ dove non arrivano le parole, usando un linguaggio tradizionale senza alcuna pretesa di sperimentazione. Questo trentunenne chitarrista napoletano ha all’attivo molti dischi realizzati in maniera “ufficiosa”, almeno quattro, nei quali spazia fra tradizione napoletana, tanghera e punk rock. Elementi che in parte compaiono in questo primo lavoro ufficiale, prodotto e pubblicato da Rai Trade e Video Radio.
A poca distanza dalla luna e’ il brano che da il nome all’album, improvvisato proprio a Narvik. Apre questo cammino cresciuto nel silenzio con una linea melodica sognante sostenuta da arpeggi morbidi che si incrociano continuamente come una treccia di seta, con una mirabolante capacita’ tecnica. Due farfalle in volo, somiglia ad una composizione fugata per clavicembalo sia per lo stile, molto seicentesco, che per il tipo di suono che ottiene dalla sua chitarra, quasi un liuto. È un brano che denota quella componente classica che fa parte della formazione di Di Giuseppe, diplomato al conservatorio di Napoli. Un’espressione di colta eleganza e di profonda sensibilita’, alla fine della quale sembra che le due farfalle si posino, morenti, alla fine della loro giornata di gloria, a guardarsi in attesa, senza piu’ parole da spendere per il loro piccolo tempo. Ne La danza del principe e della monaca, invece, salta all’orecchio lo stile della canzone italiana nel taglio popolare e musicalmente complesso che ne ha dato De Andre’. Sia il titolo che la scrittura musicale ne ricordano la dissacrante verita’ sociologica tipicamente italiana. I suoi capelli al vento e’ un brano che si dipana sull’illusione di un ricordo. Arpeggi veloci, alternati a momenti di maggiore lirismo, sembrano imitare l’imprevedibile gioco del vento. Su questo genere restano Il cielo nel fosso; Mare fermo, che con il tremolio arpeggiato di fondo, sembra inneggiare al suo instancabile moto perpetuo; Dall’angolo della strada; 110 km/h; La collezione di bomboniere; Vento freddo del 12 agosto.
Le bancarelle del torrone richiama la cultura partenopea nella sequenza armonica, nella melodia della canzone classica napoletana e nella sua struttura ritmica. Dal decimo piano si vede il mare apre le porte alla chitarra elettrica, pur non lasciandole abbastanza spazio da primeggiare.
Il disco si chiude con Notturno, in realta’ un sognante invito a proseguire questo viaggio.
È un lavoro in cui certamente si intrecciano influenze di vario tipo, eseguito con tecnica chitarristica tradizionale e dove, grazie alla sottile e colta sensibilita’ dell’artista, troviamo musica eseguita per emozionare.


 


Musicisti:
Francesco Di Giuseppe – guitars


Brani:
01. A poca distanza dalla luna
02. Il finale di una scenata di gelosia
03. Due farfalle in volo
04. La danza del principe e della monaca
05. I suoi capelli al vento
06. Ma che ci fanno i gabbiani a Frattamaggiore?
07. Il cielo nel fosso
08. Mare fermo
09. Le bancarelle del torrone
10. Dall’angolo della strada
11. Dal decimo piano si vede il mare
12. 110 km/h
13. La collezione di bomboniere
14. Vento freddo del 12 agosto
15. Notturno


Link:
Francesco Di Giuseppe:
www.myspace.com/francescodigiuseppe

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