Embryonic

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Non aspettatevi linearita’ ne’ completezza dal nuovo (doppio) album dei Flaming Lips. Fedele al suo titolo, Embryonic, e’ un lavoro di creativita’ irrisolta, genialita’ mutilata, follia esplosa e poi brutalmente sedata, qualcosa, insomma, che sembra crescere, svilupparsi ma che alla fine si arresta e incappa in uno stadio d’improvvisa confusione e imperfezione. D’altronde il metodo e l’approccio adottati dal gruppo di Oklahoma City per la confezione del materiale corrispondono a precisi criteri di liberta’, spontaneita’ (leggi improvvisazione) e imprevedibilita’, a tratti sottoposti a quei processi postproduttivi in cui Wayne Coyne e soci sono particolarmente versati.


Molti brani li abbiamo iniziati a casa di Steven (Drozd), suonando live come se fossero delle jam session. Poi abbiamo preso cinque minuti di ogni jam, le abbiamo messe nel computer e vi abbiamo jammato sopra ancora. Sono usciti fuori suoni e strutture strane, e’ come si ci fossimo autodistrutti e destrutturati per far uscire un’inedita parte di noi” (Wayne Coyne).


L’importante e’ considerare e valutare l’opera nel suo complesso, secondo i principi originari e i desideri finali dei suoi artefici, che disponendo del nulla osta e delle consistenti finanze della Warner Bros. hanno potuto infilare in scaletta quasi ogni brano provato e registrato per l’occasione, senza il fastidio di dover approntare una selezione sulla base di scelte, tagli e scarti. Da questo punto di vista prospettico e’ logico che convivano sotto lo stesso tetto pezzi brillanti, riusciti e altri meno efficaci, ridondanti oppure imbarazzanti. Pochi come i Flaming Lips sanno leggere passato e modernita’ con quel disincanto astratto e marziano che permea esperimenti quali la fragile I Can Be A Frog (ilarmente infantilita dai lazzi, frizzi e scacazzi zoomorfici di Karen O delle Yeah Yeah Yeahs), la languida e pinkfloydiana Geminy Syringes (polvere lunare cosparsa sulle parole campionate del matematico Thorsten Wòrmann), la soffice e melanconica Evil (pop orchestrale in assenza di gravita’ che rievoca le memorabili pagine di The Soft Bullettin) oppure il fascino minimale e liturgico di Virgo Self-Esteem Broadcast (effetti vocali e secchi colpi di un sintetizzatore spaziale). Fiacche, autoindugenti e inutili sul piano espressivo sono invece tracce come The Impulse (dove imperano vocoder, effetti e sintetizzatori), See The Leaves (che parte robotica, forte e decisa nella squassante struttura ritmica, ma che poi si perde nella prolissa e soporifera coda finale), Aquarius Sabotage (psycho-fusion selvaggia e deformante che collassa in un mare di effetti e tastiere ambientali), If (sorta di breve e sommessa lullaby senza ne’ capo ne’ coda), Powerless e Scorpio Sword (sperimentalmente neutra la prima, marcata da sordi timbri distorti di chitarra, piu’ astratta, impro-percussiva e cacofonica la seconda). Tracce che pero’ suonano necessarie a far risaltare, di contro, la mantrica anima teutonica e space-rock di Convinced Of The Hex, la ritmica pulsazione electro-post rock a’ la Tortoise e il cuore psichedelico di The Sparrow Looks Up At The Machine, il soul free form di Your Bats, il magnetico ipnotismo di The Ego’s Last Stand (risvegliato nel mezzo da fiammeggianti e concitate lingue noise rock), la lisergia cacofonica, astrale e garagista di Worm Mountain, la surreale e martellante intensita’ di Silver Trembling Hands (con scintillanti linee oblique di chitarra che richiamano ancora una volta i Tortoise) e l’anthemico noise-pop di Watching The Planets (dove Wayne Coyne e Karen O duettano in modo splendido ed efficace). Questo e’ dunque Embryonic, un lavoro che piace e dispiace, magico, superfluo, imperfetto e sublime allo stesso tempo. Loro hanno voluto che fosse cosi’, percio’ massimo rispetto ai Flaming Lips.


 




Voto: 7/10


Genere: Psychedelic Pop-Rock


 


 




Musicisti:


Wayne Coyne – vocals, guitar, keyboards, theremin, bass


Michael Ivins – bass, keyboards, backing vocals


Steven Drodz – drums, guitar, percussion, bass, keyboards, backing vocals


Kliph Scurlock – drums, percussions


Karen O – vocals


 


 


 




Brani:


01. Convinced Of The Hex


02. The Sparrow Looks Up At The Machine


03. Evil


04. Aquarius Sabotage


05. See The Leaves


06. If


07. Gemini Syringes


08. Your Bats


09. Powerless


10. The Egòs Last Stand


11. I Ca Be A Frog [feat. Karen O]


12. Sagittarius Silver Announcement


13. Worm Mountain


14. Scorpio Sword


15. The Impulse


16. Silver Trembling Hands


17. Virgo Self-Esteem Broadcast


18. Watching The Planets [feat. Karen O]


 




Links:


The Flaming Lips: www.flaminglips.com

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