Passing Notes

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Un quartetto di quelli atipici e intriganti, privo di piano e batteria, eppure estremamente dinamico e propulsivo, riflesso di una concezione sonora duttile e sempre aperta alle sfide com’e’ quella che ha sempre contraddistinto l’opera di Gaspare De Vito, trentenne contraltista e flautista napoletano formatosi ai seminari senesi, migrato a caccia di suoni ed esperienze in quel di Barcellona e infine tornato in Italia a far combutta con teste e fermenti del circuito bolognese che l’ha portato dritto tra le braccia del collettivo Improvvisatore Involontario. Dopo la bella e matura prestazione in solo offerta con l’album 5 Songs And 1 Story (Improvvisatore Involontario, 2007), De Vito propone con il nuovo Passing Notes un altro audace progetto incentrato su minimalismi poliritmici e articolate trame armonico-melodiche per un discorso che sostanzialmente parte dall’Africa e approda a Cuba passando per gli Stati Uniti folgorati dai flash del “free” e della New Thing. L’album vive su una felice dicotomia di swing tribaloide e di global free permeato da mantriche ciclicita’ voodoo. Si parte in festa con le congas e i motivi salsa di The Fish From London, laddove gia’ si fa notare l’effervescente intesa tra l’alto di De Vito e il trombone di Nijen Antonio Coatti, uguale nei risultati alla complicita’ tra il contrabbasso di Roberto Bartoli e le percussioni di Danilo Mineo. Un’atmosfera piu’ sospesa, magica e incantatoria vibra invece tra le maglie di Sunrise (First Day), dove l’armonia rilassata del flauto e il suono profondo e ovattato delle conchiglie si fonde con il walking monocorde e ipnotico del contrabbasso e il minimale tic-toc della marimba, producendo l’effetto di un’ode cerimoniale ambientata in contesto naturalistico che potrebbe essere quello di una savana africana o di una foresta amazzonica. Subentra poi l’acceso tribalismo percussivo di Looking For The Roots, sostenuto dalle scintille di sax e trombone che si intersecano e si scindono con fraseggi intrisi di viscerale foga e spiritualita’ coltraniana. Con i loro motivi melodici di sapore urbano e il loro mantrico incedere in crescendo, contrappuntati dal timbro legnoso ed elastico del contrabbasso, Morning Prayer e The Fanfare rievocano e somatizzano in modo esemplare le sciamaniche suite primitiviste degli Art Ensemble Of Chicago mentre in Too Easy To Love il fraseggio crudo e lancinante dell’alto si rifrange con scomposto ardore ornettiano sulle languide voci del trombone e del contrabbasso. C’e’ poi la struggente Kalakuta, esercizio polifonico per sole ance sovrapposte e accodate in tempo reale da De Vito tramite la sua loopstation ed infine il ritorno dell’esotismo afrocubano di Sunrise (Day After) che offre spazio a intrecci, dialoghi e singole fantasie strumentali nell’ambito del suo bel tema melodico. In pratica Passing Notes e’ il trionfo del suono e del ritmo nella loro genuina natura ed essenzialita’, il transito (andata-ritorno) di linguaggi musicali rivoluzionari e di radici primordiali che hanno alimentato e continuano a far sopravvivere il desiderio della sperimentazione e dell’indagine musicale in seno alla cultura dell’incontro, ieri nel segno di Miles, di Roscoe Mitchell, di Don Cherry, di Ornette, oggi in quello di Steve Coleman, William Parker, Rob Mazurek e … Gaspare De Vito.


 




Voto: 8/10


Genere:  Avant Jazz / Global Creative Music


 


 




Musicisti:


Gaspare De Vito – alto sax, flute, loopstation


Nijen Antonio Coatti – trombone, euphonium, shells


Roberto Bartoli – doublebass


Danilo Mineo – congas, marimba


 


 


 




Brani:


01. The Fish From London


02. Sunrise (First Day)


03. Looking For The Roots


04. Morning Prayer


05. Monk’s Cream


06. The Fanfare


07. Too Easy To Love


08. Kalakuta


09. Sunrise (Day After)


 


 




Links:


Gaspare De Vito: www.gasparedevito.com


Improvvisatore Involontario: www.improvvisatoreinvolontario.com

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