No Eyes (Looking at Lester Young)

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Che ci fa un brano come il celeberrimo Goodbye pork pie hat mingusiano in un album dedicato a Lester Young? E cosa significava veramente, nello slang di “Pres”, l’espressione “No eyes” che lo intitola? E il brano originale omonimo, nella cui seconda parte Roberta Gambarini “racconta” con forza visionaria e fiabesca proprio lui, Lester, è vero che è fondato sulle armonie di These foolish things? E qual è il significato del fatto che poi, quando parte proprio la ballad-simbolo di Young (o no? O era Ghost of a chance? Che peccato che ne manchi una riproposizione in un disco alto come questo…) essa sia introdotta da un pattern deliziosamente fuorviante, che sembra alludere alla liquida, sempiterna futuribilita’ dei Weather Report? Tante domande, e altre se ne potrebbero aggiungere.

Perché questo progetto di Emanuele Cisi, appena uscito – per la precisione il 25 maggio, il prossimo 6 luglio esce in vinile – e immediatamente segnalabile fra i dischi più importanti, com/moventi di questo 2018 punta al cuore del sound, della poesia younghiana attraverso scomposizioni, allusioni, enigmi, riposizionamenti. Rifrazioni di orchestrazione, mimesi e fughe.

Tracciando, in modo caloroso e autentico, il percorso che il jazz ha compiuto dai soli cinquant’anni in cui Lester è vissuto (dal 1909 al ‘59: questo disco anticipa un anno di celebrazioni!) ad oggi. È in questo senso esemplare – ed esaltante! – Prezeology, un viaggio nel tenorismo dall’omaggiato a Dexter Gordon, da Joe Henderson a Wayne Shorter; ai suoni più immaginifici e intergeografici di questo scorcio  già considerevole di terzo millennio di cui proprio il nostro Cisi, con la sua inventiva straripante eppure rigorosa, asciutta, è un rappresentante sicuramente illustre.

E che, alla ricerca di un cast stellare per un progetto ambizioso come questo sguardo su Lester Young, la scelta del sassofonista, compositore e arrangiatore torinese, sia caduta per tre nomi su quattro su musicisti italiani la dice lunga sullo statuto ormai internazionale dei jazzisti italiani più rimarchevoli. Il piano e la tromba di Dino Rubino danno un apporto creativo inesausto e sempre risolto in tutte le “invenzioni a più voci” presenti nei brani, la presenza di Rosario Bonaccorso al contrabbasso e di Greg Hutchinson alla batteria (lui ovviamente statunitense — o lo é ormai di più la nostra Roberta Gambarini?:-) ha donato alla struttura ritmica di questo disco sia forza propulsiva che leggerezza, possanza ma anche intese e sortite solistiche quasi aeree.

 

Musicisti:

Emanuele Cisi, tenor saxophone
Roberta Gambarini, vocal
Dino Rubino, piano, tromba
Rosario Bonaccorso, bass
Greg Hutchinson, drums

 

Brani:

01. No Eyes (feat. Roberta Gambarini)
02. Lester Left Town (feat. Roberta Gambarini)
03. Jumpin’ at the Woodside
04. Presidential Dream (feat. Roberta Gambarini)
05. Tickle Toe
06. Goodbye Porkpie Hat (feat. Roberta Gambarini)
07. Prezeology
08. Easy Living (feat. Roberta Gambarini)
09. These Foolish Things
10. That’s All
11. Jumpin’ with Symphony Sid/Lester Said

 

Link:

Emanuele Cisi