Ritorna a Terni con l’edizione Spring del festival

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E’ calato il sipario su Umbria Jazz Spring edizione zero, svoltasi a Terni dal 14 al 17 aprile scorso, durante le festività pasquali. Un ritorno, questo di Umbria Jazz, nel riproporre nel ternano il consueto connubio tra la buona musica e la scoperta del territorio sia dal punto di vista storico e geografico, che da quello enogastronomico. L’avventura di Umbria Jazz approda nel luogo in cui era partita: era il  1973 ed a Villalago si svolse la primissima edizione di quello che sarebbe diventato uno dei più grandi appuntamenti musicali italiani ed internazionali.

Quattro giorni molto intensi, questi di UJ Spring, che hanno visto una massiccia partecipazione di pubblico, che si è concentrato, in particolare, in quattro degli appuntamenti serali, applaudendo Altissima Luce di Paolo Fresu e Daniele Di Bonaventura, il London Community Gospel Choir e il Duo Servillo/Rea, raggiungendo i circa 1700 spettatori. Senza contare i numerosissimi estimatori dei Funk Off  che, partecipando con entusiasmo alle loro ben sette esibizioni marcianti, hanno omaggiato l’arte di questa fantastica band – unica nel suo genere – che ha colorato ed animato con il suo brio, le strade del centro di Terni.

Studiato nei minimi particolari, il programma proposto da Umbria Jazz ha rispecchiato – con grande successo –  sia la spiritualità che l’allegria del periodo Pasquale, incontrando grande favore da parte del pubblico.

La sera del venerdì Santo, la suggestiva Basilica di San Francesco era gremita per uno specialissimo concerto, un evento sold out già in prevendita: “Altissima Luce”, la splendida rilettura di Paolo Fresu e Daniele Di Bonaventura del Laudario di Cortona, un documento che racchiude momenti della più profonda religiosità Umbra e dell’Italia centrale in generale. Carlo Pagnotta, patron di Umbria Jazz, ci accoglie con i suoi proverbiali pantaloni a quadri, immancabile portafortuna per le varie edizioni del festival. Dedica la serata ad Alberto Provantini, giornalista ed assessore ternano che, scomparso nel 2014, è stato uno degli ideatori dell’avventura di Umbria Jazz.

Fresu, visibilmente emozionato per l’ottimo riscontro di pubblico, ci ha raccontato come sia nata l’idea sua e di Di Bonaventura di cimentarsi proprio con il Laudario di Cortona, documento del XIII Secolo d.C. Dopo una felice esperienza di collaborazione insieme, quando al Teatro Mancinelli di Orvieto si erano ritrovati a proporre un riuscito lavoro musicale ispirato al vino, era stato chiesto loro da Umbria Jazz e dalla Sagra Musicale Umbra di cimentarsi con un altro progetto. La scelta, caduta sul complesso Laudario Di Cortona, era stata definita come un pò “folle” sin dall’inizio, in quanto l’opera era molto articolata e vasta. Ma poichè, ha aggiunto Fresu, “il Jazz, in fondo,  è una musica folle…”, i due non si sono fatti scoraggiare dall’immensità di quanto avevano pensato di affrontare.

Ed hanno fatto benissimo, stando allo strepitoso risultato, scaturito dal loro meticoloso lavoro:  da un lato, musica jazz, proposta in maniera sopraffina da Paolo Fresu all tromba, da Daniele Di Bonaventura al bandoneon – ma anche alla Direzione d’orchestra – da Marco Bardoscia al contrabbasso e da Michele Rabbia alla batteria. Dall’altro, i suoni classici dell’Orchestra da Camera di Perugia, accompagnati dal coro Armonioso Incanto, un ottetto di soavi voci femminili, diretto da Franco Radicchia. La magia della location – la splendida Chiesa di San Francesco – peraltro adattissima all’atmosfera semplice e raccolta della sera del Venerdì Santo, ha fatto il resto: quasi tre ore di suggestioni, emozioni, passione, devozione, offerte ad un pubblico attento e caloroso nel tributare il giusto omaggio a questi grandissimi artisti.

Alle 12,00 del Sabato Santo si cambia decisamente ritmo e ci ritroviamo tutti a Piazza Tacito per partire in marcia con i Funk Off, capitanati dal Band Leader, Dario Cecchini : con la versione estiva della divisa rossa, i magici quindici componenti della Band si avviano per la zona pedonale e ci regalano applauditissimi brani vecchi e nuovi; si comincia con The Funkin’ Been, passando da Groovy Day e Top. Non manca un inedito, It’s OK – splendido e graditissimo brano, sottolineiamo noi -, che darà il titolo al loro nuovo CD, di prossima uscita. Chiusura con Uh Yeah!, eseguita, strano a dirsi, nella sua primissima versione, senza l’aggiunta dell’ormai famoso gesto coreografico ‘sulemanisulemani’, che ormai da anni la caratterizza, nelle esibizioni live. Appuntamento con loro, per tutti e tre i giorni di festival, oltre che alle ore 12,00, anche alle 18,00. Unico eccezionale extra, il concerto by night, alle ore 23,00 della domenica di Pasqua.

Una piccola pausa per assaggiare alcune specialità ternane, come le ciriole, pasta al pomodoro dal formato particolare, derivata da un impasto di acqua e farina; non mancano varie specialità a taglio, salami ed affettati della tradizione di Norcia e formaggi. Gran finale con i fragranti tozzetti, freschi di forno, sia al cioccolato che alle mandorle, nonché con alcuni ‘brutti ma buoni’, bocconcini dolci a base di nocciole tritate.

Piero Odorici “Connection”_UJSpring_Terni_15-4-2017_03Alle 16,00 siamo all’Auditorium Gazzoli, un’elegante sala dalle comode poltrone blu di velluto che ospita il concerto, intimistico e di grandissimo livello del Piero Odorici Trio.

Odorici al sassofono, insieme allo special guest Roberto Gatto alla batteria ed al contrabbassista americano Darryl Hall, ci propongono un repertorio misto di brani standard della tradizione jazz americana e pezzi originali. Si alternano così pezzi di grandissimi nomi come Charlie Parker, ad altri scritti dai tre musicisti: dapprima uno di Darryl Hall, poi Drop In di Roberto Gatto. Si spazia dallo swing al soul, passando per il blues, alternando momenti più passionali ad altri decisamente di stampo spensierato. Chiusura con la splendidamente struggente Milonga Triste di Hugo Diaz, con Hall che si esibisce al basso elettrico. Richiamati a gran voce, i tre tornano sul palco per regalarci un graditissimo bis. Li applaudiamo nuovamente in altri due appuntamenti, in due diverse location: al Caffè Bugatti, alle ore 19,00 della domenica di Pasqua ed al Caos, Ristorante FAT, dove si esibiscono durante il jazz lunch delle ore 13,00 del giorno di Pasquetta.

Alle 18,00 restiamo all’Auditorium Gazzoli per ascoltare il Chico Freeman Plus+Tet: insieme a Anthony Wonsey al pianoforte, Gregg August al basso e a Jerome Jennings alla batteria, Chico Freeman ha incantato la platea con i virtuosismi dei suoi sassofoni. Figlio d’arte e nativo di Chicago – capitale del blues ed avamposto dell’avanguardia jazz – si esibisce nei più esclusivi jazz club della città, negli anni Settanta. Si trasferisce in seguito a New York, dove incontra grandissimi musicisti, con i quali suona: Dizzy Gillespie, Charles Mingus, Art Blakey, Wynton e Branford Marsalis, solo per citarne alcuni. Amplia i suoi orizzonti musicali ed artistici e collabora anche con alcune grandi stelle del mondo pop come Sting, gli Earth, Wind and Fire e gli Eurythmics. Si esibisce con grandissimi nomi del jazz latino come Tito Puente, Chico Valdez, Celia Cruz ed Antonio Sandoval. Ci regala pertanto un vero e proprio viaggio nella musica, che spazia dal jazz puro al blues, passando per il Latin jazz e la musica afroamericana. Torniamo ad applaudirlo sia il giorno di Pasqua alle 17,30 che il giorno di Pasquetta alle 16,30 al CAOS, Teatro Secci.

Sammy Miller & The Congretation_UJSpring_Terni_15-4-2017_04Alle 21,00 siamo al Centro Multimediale dove, anche la sera di domenica 16 aprile -ma alle 22,30 – si esibiscono gli Incognito. Oggi il loro concerto è preceduto da quello dei Sammy Miller And The Congregation, che ci regalano uno spaccato del loro jazz allegro e spensierato. Dopo le esibizioni ad UJ16 a Perugia ed alla edizione #24 di UJW ad Orvieto, questa Band ha conquistato, con la simpatia, la freschezza e la bravura, il pubblico italiano degli appassionati del jazz. Sammy Miller, batterista e cantante, Gabe Medd alla tromba, Grace Kelly al sax alto, Ben Flocks al sax tenore, Sam Crittenden al trombone, David Linard al piano e John Snow al contrabbasso si esibiscono con il sorriso sulle labbra e con l’intento di regalarne altrettanti a coloro che li ascoltano. Ed è un nuovo grande successo per questa giovane e simpatica Band che torniamo ad ascoltare ancora a Pasqua alle 16,00 nella medesima location ed a Pasquetta alle 18,30 al Teatro Secci.

Ma ecco gli Incognito, band storica dell’acid jazz internazionale, composta da 12 elementi, con quasi quaranta anni di carriera alle spalle ed una trentina di album pubblicati a loro nome. Sono un vero punto di riferimento, una pietra miliare della scena jazz britannica e mondiale. Il loro leader di sempre, il compositore, cantante e chitarrista Jean Paul ‘Bluey’ Maunick, ha visto la formazione della Band modificarsi varie volte, senza però perdere mai il proprio stile e viaggiando sempre verso un percorso evolutivo, dal punto di vista musicale ed artistico. Molto coinvolgente, la loro musica fa letteralmente ballare: e’ la quarta volta che sono ospiti ad Umbria Jazz, dopo le presenze del 1993, del 2010 e del  2015. Propongono una commistione di generi, interpretata in modo sensuale ed elegante insieme: si spazia dal Funk al jazz, dall’hip hop al soul per un repertorio senza tempo e gradito al pubblico di ogni età, che può facilmente identificarcisi.

London Community Gospel Choir_UJSpring_Terni_16-4-2017_10La Chiesa della S.S. Annunziata, ovvero il Duomo di Terni, accoglie i London Community Gospel Choir, un gruppo di trenta elementi tra coristi e membri della Band che li accompagna. Il coro in questione è stato fondato nel 1982 ed era nato per esibirsi in occasione di un evento unico; tanto fu il loro successo che restarono insieme, rafforzando  il proprio repertorio e diventando uno dei principali cori del genere Gospel di tutto il Regno Unito. Il loro organico varia molto, in base alle diverse circostanze: possono esibirsi in otto elementi, ma anche arrivare a cinquanta, tutti insieme sul palco. Si presentano in abiti eleganti e moderni e propongono un repertorio originale, che trae origine dai vari generi della musica nera. Si sono esibiti in alcune occasioni istituzionali importanti, come la visita di Nelson Mandela in UK; portano un messaggio di unione, rispetto ed amore tra le persone, visto attraverso la lente dell’arte e della loro fede in Dio. Hanno collaborato anche in contesti pop, esibendosi con star di fama mondiale come Paul Mc Cartney, Sting, George Michael, Elton John e Tina Turner. ‘E la prima volta che cantano ad Umbria Jazz e l’atmosfera pasquale si sposa benissimo con il loro repertorio, apprezzato dal pubblico presente al Duomo, sia alle 21,00 del giorno di Pasqua, che alle 16,00 del giorno di Pasquetta.

Il gran finale è affidato a due nomi che sono una garanzia di qualità per quel che riguarda la buona musica e l’ottima interpretazione canora: alle 21,30 di lunedì 17 aprile, concludono questa edizione di Umbria Jazz Spring Danilo Rea al pianoforte e Peppe Servillo alla voce. Il Duo, che si esibisce al CAOS del Teatro Secci, regala al pubblico ternano uno speciale tributo alla canzone napoletana, permeato dalla grandissima sensibilità pianistica di Rea e dalla interpretazione sublime di Peppe Servillo, che, con il canto misto alla gestualità attoriale, rende ancor più magica l’atmosfera. Molto, molto emozionante.

Che altro aggiungere, se non…un arrivederci alla prossima edizione?