Adriano Lanzi e Federica Vecchio sono il duo MU artefice di “Of Strings And Bridges”, un album d’esordio articolato e intenso, acutamente patrocinato dalla britannica SLAM che in Italia sa bene dove rastrellare le menti più valide della nostra scena musicale. Attivo da anni, Adriano Lanzi (chitarrista, compositore e anche abile manipolatore di suoni) è infatti tra i più interessanti nomi della scena alternativa romana, quella che spazia dal rock al pop, dall’elettronica alla libera improvvisazione. Nel tempo ha saputo scegliersi bei compagni di merenda (Amy Denio, Geoff Leigh, Le Borg, Stefano Giaccone) e suscitare progetti obliqui (El Topo, K-Mundi), tenendo ferma la barra del timone su proposte espressive dense e prive di compromessi. Federica Vecchio, giovane violoncellista anch’essa romana, ha studiato muovendosi tra i conservatori di Santa Cecilia e Perugia, continuando poi a formarsi e a misurarsi in ambiti trasversali e non solo colto-accademici. Il Quartetto Sharareh, Simphonica Nova Ars, l’Orchestra Italiana del Cinema, il trio Musicomici e la band post-rock ET//AL raccontano da soli la versatilità e la curiosità del suo approccio allo strumento.
Si narra che nel misterioso continente perduto di MU vi fossero 64 razze diverse sparse tra milioni di abitanti. Ascoltando Of Strings And Bridges” questo dato impressionante sembra riflettersi nella molteplice varietà estetica e rizomica disseminata all’interno della sue undici tracce, cesellate e confezionate pazientemente dalla coppia nel corso di un anno, con un prevalente interesse per la scrittura rispetto alla pura improvvisazione. Nella scaletta, però, le due prassi si intersecano e mescolano tra di loro, confondendo di continuo l’ascoltatore sulla reale natura e origine del suono. Sulla carta Dobbs e Baby Blue sono brani improvvisati ma le loro linee morbide e ricercate sconfinano nella forma-canzone mentre al contrario The Return Of The Transparent Giant Space Squid From The Sixth Dimension, Usanza continentale e Poliedri cavillanno su processi e strutture atonali, giochi intermittenti di luci e ombre, deliqui titillanti e accordi timbricamente rugosi o dissonanti, misurati effetti elettronici, circolarità ipnotiche e spettrali. Dialogando e replicandosi a vicenda, chitarra acustica e violoncello palesano una vitalità estrema, parlando un linguaggio fresco e attuale, fuori dalla consueta retorica delle rispettive storie e tradizioni. Le trame suggestive e singolari, spesso anche piacevolmente accessibili, di Cicero pro domo sua, Il primissimo kiwi e Love In Outer Space (quest’ultima del genio alieno Sun Ra) meritano applausi e lusinghieri apprezzamenti, allargati alla bravura dei musicisti e alla consistenza creativa di questa gemma d’album capace di placare la vostra sete di novità.
Voto: 7,5/10
Genere: Creative Music / Impro
Musicisti:
Adriano Lanzi – amplified acoustic guitar, effects
Federica Vecchio – cello
Brani:
01. Cicero pro domo sua
02. Il primissimo kiwi
03. Dobbs
04. The Return Of The Transparent Giant Space Squid From The Sixth Dimension
05. Giochi ritmici contro i tipi da spiaggia
06. The Fall Of The House Of Usher
07. Usanza continentale
08. Baby Blue
09. Poliedri
10. Medusa
11. Love In Outer Space
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