Wreck

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Gli Unsane restano indubbiamente quelli che meglio assecondano il verbo “noise” nella sua accezione piu’ pura e spregiudicata, obsoleta che sia rispetto a quanto e’ dato ascoltare oggi. Prigionieri di un torbido invasamento per particolari raccapriccianti, cronache di omicidi-suicidi, esaltanti scritti apologetici riferiti a folli serial-killers (vedi i dettagli eloquenti piazzati su ogni copertina delle loro incisioni), questi tre figuri sono ancora capaci di scatenare un’incredibile miscela di volume, cacofonia e violenza sempre in grado di imprimere una visione personale, mai priva di rabbie e rancore, nell’immaginario collettivo che fa capo alle piu’ truci e squallide vicende di stampo metropolitano (non sara’ un caso se nel nuovo disco c’e’ un brano intitolato Metropolis).


 



Settimo album in studio di una carriera iniziata nel lontano 1989, Wreck vede adesso il trio newyorkese alle dipendenze della storica etichetta di Jello Biafra. Con quest’opera gli Unsane ci regalano quarantuno minuti di vibrazioni forti, suoni tiratissimi, secchi e ruvidi quanto basta per non smentire la loro reputazione di macellai del pentagramma. Ferocissima e selvaggia l’apertura affidata a Rat, mentre i boati “panzer” del basso, l’ondulazione distorta della chitarra e la marcia assordante fanno di Pigeon e Ghost esempi spettacolari di rock da infarto, come se un corpo estraneo si fosse insinuato nei neuroni del nostro cervello e qualcosa stesse sul punto di scoppiare.


 



Permane anche il registro blues-core che il trio seppe ben sviluppare e allegare al proprio suono sin dai tempi di Scattered, Smothered And Covered (Amphetamine Reptile, 1995), specie in Stuck e No Chance, brano cadenzato, macilento e dilatato dove spunta un allarmante giro di armonica. In generale il tono sfissiante e claustrofobico dei lavori precedenti pare trovare adesso una cifra stilistica piacevolmente monotona (la struttura di ogni pezzo e’ sempre la stessa, ma cio’ non preclude la possibilita’ di svariare con assoli ipertecnici e dai cupi influssi swansiani). Nelle turbolenze micidiali di Metropolis la voce di Chris Spencer rasenta la follia allucinata dei grind-metal singer piu’ invasati, mentre le scosse telluriche prodotte da Roach si accompagnano ad accenti e contorsioni vocali figlie dei Cows. In coda anche la citazione e l’omaggio ai grandissimi Flipper (Ha Ha Ha). Cosa vuoi di piu’ dalla vita? E si’, la storia e’ un imprevedibile flusso di eterni ritorni, ma composizioni e drammaturgie come quelle di Wreck, pregne di quel lercio ed abrasivo punk-noise che tanto ci piace, solo in una caotica e frenetica metropoli come la Grande Mela trovano la loro ambientazione perfetta. Infine un plauso tanto a Dave Curran, bassista indomabile, sempre all’attacco, sempre di corsa, quanto a Vinnie Signorelli, uno dei batteristi piu’ implacabili di sempre.


 


 




Voto: 7,5/10


Genere: Noise-Rock


 


 




Musicisti:


Chris Spencer – vocals, guitar, harmonica


Dave Curran – bass


Vinnnie Signorelli – drums


 


 


 




Brani:


01. Rat


02. Decay


03. No Chance


04. Pigeon


05. Metropolis


06. Ghost


07. Don’t


08. Stuck


09. Roach


10. Ha Ha Ha


 


 


 


 





Ghost by Unsane

Links:


Unsane: www.unsanenyc.com


Alternative Tentacles Records: www.alternativetentacles.com

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